MONDO
Verso una serie di cause legali dei colossi energetici e degli Stati federali
Clima. Il piano di Obama per l'energia pulita è già in salita
L'obiettivo del piano 'senza precedenti' del presidente è sostenere le nuove energie, solare e eolica, cercando di portare gli Usa a diminuire drasticamente l'uso del carbone. Proprio su questo punto l'industria del settore ha fatto sapere che si prepara a presentare azioni legali. Ma anche molti governatori. Stasera l'annuncio di Obama
Washington (Usa)
Uno tsunami di cause legali. A questo potrebbe andare incontro quello che si prannuncia il più grande, il più importante atto di un presidente americano per fermare i cambiamenti climatici e il surriscaldamento del pianeta. Propositi più che benvenuti, alla luce dei fenomeni climatici sempre più devastanti e frequenti anche negli Stati Uniti, ma che rischiano lo stop da parte di molti Stati. Dopo l'annuncio di ieri di Obama sul profilo Facebook della Casa Bianca - in cui il presidente annunciava un piano senza precedenti per fermare l'emissioni di gas serra - già sei governatori si sono apertamente opposti e lo stesso hanno fatto i colossi industriali dell'energia. In serata il presidente - molto probabilmente il primo che su questo punto si impegnerà a passare dalle parole ai fatti - annuncerà ufficialmente il piano alla Nazione e al mondo.
Diminuzione del carbone e sostegno all'energia pulita e
Il Clean Power Plan, il piano per l'energia pulita, sosterrà infatti le nuove energie, solare e eolica, cercando di portare gli Stati Uniti a diminuire drasticamente l'uso del carbone. Proprio su questo punto l'industria del settore ha fatto sapere che si prepara a presentare azioni legali contro il piano del presidente. Inoltre, diversi candidati repubblicani potrebbero schierarsi contro le nuove regole, sostenendo che arrecheranno danni all'economia americana. Non solo. La Natural Gas Alliance, un associazione che riunisce i produttori di gas Usa, si è detta "delusa e scoraggiata" dall'azione della Casa Bianca. Secondo il New York Times, gli esperti credono che nelle prossime settimane almeno 25 stati Usa (la metà di quelli dell'Unione) si uniranno per presentare una causa contro la legge del governo. Cosa che potrebbe portare il problema direttamente davanti alla Corte suprema.
Gli Stati contrari al piano di Obama
Alla guida del gruppo di Stati contrari al Clean Power Act ci saranno il Wyoming e la West Virginia, la cui economia dipende profondamente dall'industria del carbone. Le emissioni degli impianti energetici a carbone rappresentano la principale forma di inquinamento: i legali che si opporranno alla decisione di Obama hanno definito il piano "una guerra contro il carbone". In questa lotta gli oppositori del piano della Casa Bianca sostengono che l'adeguamento alle nuove norme costerà miliardi di dollari e che farà crescere le bollette delle famiglie americane. L'amministrazione Obama invece crede che la rivoluzione verde farà abbassare i costi di circa 85 dollari all'anno a famiglia e porterà una serie di benefici alla salute dei cittadini Usa, diminuendo i casi di asma e le malattie ai polmoni.
Entro 2030 gli impianti energetici dovranno ridurre le emissioni del 32% dai livelli del 2005
All'interno di questo quadro tuttavia Environmental Protection Agency (Epa), l'agenzia federale che si occupa di questioni ambientali, ha detto di avere forti elementi dalla sua parte per poter difendere il piano da cause legali e attacchi. "Negli ultimi giorni abbiamo visto la stessa stanca messa in scena da parte dei vecchi libretti teatrali mossi da interessi di parte", ha detto il numero uno dell'Epa Gina McCarthy. La parte fondamentale della legge prevede che entro il 2030 gli impianti energetici esistenti riducano le emissioni del 32% dai livelli del 2005. Si tratta di un incremento rispetto al 30% proposto nella bozza di legislazione. Le emissioni di CO2 dagli impianti sono scese del 15% dal 2005 al 2013, quindi gli Usa si trovano a metà strada per raggiungere l'obiettivo.
Diminuzione del carbone e sostegno all'energia pulita e
Il Clean Power Plan, il piano per l'energia pulita, sosterrà infatti le nuove energie, solare e eolica, cercando di portare gli Stati Uniti a diminuire drasticamente l'uso del carbone. Proprio su questo punto l'industria del settore ha fatto sapere che si prepara a presentare azioni legali contro il piano del presidente. Inoltre, diversi candidati repubblicani potrebbero schierarsi contro le nuove regole, sostenendo che arrecheranno danni all'economia americana. Non solo. La Natural Gas Alliance, un associazione che riunisce i produttori di gas Usa, si è detta "delusa e scoraggiata" dall'azione della Casa Bianca. Secondo il New York Times, gli esperti credono che nelle prossime settimane almeno 25 stati Usa (la metà di quelli dell'Unione) si uniranno per presentare una causa contro la legge del governo. Cosa che potrebbe portare il problema direttamente davanti alla Corte suprema.
Gli Stati contrari al piano di Obama
Alla guida del gruppo di Stati contrari al Clean Power Act ci saranno il Wyoming e la West Virginia, la cui economia dipende profondamente dall'industria del carbone. Le emissioni degli impianti energetici a carbone rappresentano la principale forma di inquinamento: i legali che si opporranno alla decisione di Obama hanno definito il piano "una guerra contro il carbone". In questa lotta gli oppositori del piano della Casa Bianca sostengono che l'adeguamento alle nuove norme costerà miliardi di dollari e che farà crescere le bollette delle famiglie americane. L'amministrazione Obama invece crede che la rivoluzione verde farà abbassare i costi di circa 85 dollari all'anno a famiglia e porterà una serie di benefici alla salute dei cittadini Usa, diminuendo i casi di asma e le malattie ai polmoni.
Entro 2030 gli impianti energetici dovranno ridurre le emissioni del 32% dai livelli del 2005
All'interno di questo quadro tuttavia Environmental Protection Agency (Epa), l'agenzia federale che si occupa di questioni ambientali, ha detto di avere forti elementi dalla sua parte per poter difendere il piano da cause legali e attacchi. "Negli ultimi giorni abbiamo visto la stessa stanca messa in scena da parte dei vecchi libretti teatrali mossi da interessi di parte", ha detto il numero uno dell'Epa Gina McCarthy. La parte fondamentale della legge prevede che entro il 2030 gli impianti energetici esistenti riducano le emissioni del 32% dai livelli del 2005. Si tratta di un incremento rispetto al 30% proposto nella bozza di legislazione. Le emissioni di CO2 dagli impianti sono scese del 15% dal 2005 al 2013, quindi gli Usa si trovano a metà strada per raggiungere l'obiettivo.