ECONOMIA
Coronavirus
Confindustria: "Economia colpita al cuore. Pil in calo del 10% nel primo semestre"
Il Centro studi Confindustria avverte: "bisogna agire immediatamente", con interventi "massivi" in una misura che oggi "nessuno conosce", "sia su scala nazionale che europea". "Le istituzioni Ue sono all'ultima chiamata per dimostrare di essere all'altezza".
"Il Covid-19 affossa il Pil" poi una "risalita lenta": ipotizzando un "superamento della fase acuta dell'emergenza a fine maggio" conferma la stima di un -6% per il 2020. Ma "solo i prossimi mesi diranno" se in queste ipotesi c'è "realismo o eccessivo ottimismo".
Nel 2020 si registrerà un indebitamento del 5% del Pil e il debito salirà al 147% "per l'effetto congiunto dell'ampliamento del deficit legato all'emergenza COVID-19 e della caduta del Pil nominale (-5,2%)". Sono le previsioni del Centro studi di Confindustria che incorporano gli effetti del decreto Cura Italia per limitare i danni del Coronavirus. Nel 2021 il deficit migliorerà, rimanendo però sopra il limite del 3% (3,2%, la stima include la disattivazione delle clausole Iva) mentre il debito si assesterà al 144,3%.
Sul fronte del lavoro per gli economisti di via dell'Astronomia è "verosimile" che "la resilienza dell'occupazione nel 2020 sarà almeno pari" al 2009 con la crisi finanziaria: stima che "nel 2020 cadrà dell'1,5% in termini di teste": una tenuta degli occupati (con ammortizzatori e strumenti di flessibilità) a fronte di una maggiore contrazione del 2,5% delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno e del 3,1% idi ore lavorate". Il tasso di disoccupazione è visto all'11,2%.
"Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell'ordine di almeno lo 0,75%"