POLITICA
In Commissione Lavoro del Senato
"Contratto a tutele crescenti", il governo presenta emendamento sul lavoro
Presentato un emendamento al Jobs act in discussione a palazzo Madama. Ma il nodo dell'articolo 18 resta
Presentato questa mattina nella commissione Lavoro del Senato, l'emendamento del Governo, concordato con il relatore e la maggioranza, riscrive l'articolo 4 del Ddl con il Job act sui contratti. La principale novità riguarda il contratto a tutele crescenti che sarà previsto appunto con il decreto delegato "per le nuove assunzioni" il "contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio". Sarà il Governo con il decreto delegato, ha spiegato il sottosegretario Teresa Bellanova, a graduare tutele e periodo.
E di lavoro è tornato a parlare anche il premier Matteo Renzi che questa mattina era in Piemonte per una visita ad uno stabilimento industriale: "Dobbiamo dare regole che siano sostanzialmente uguali per tutti. Oggi non tutte le lavoratrici hanno la maternità. Dobbiamo garantirla anche a chi ha la partita Iva o a chi non è coperto dalle casse della categorie”. E nel suo discorso il premier ha affrontato anche la questione municipalizzate. Di fronte ad una platea "interessata", dove sedevano anche il governatore del Piemonte Chiamparino e il presidente dell'Anci Fassino, Renzi ha ribadito l'indirizzo del suo governo: "Le 8mila aziende municipalizzate italiane sono troppe, dobbiamo ridurle almeno a un ottavo delle attuali. Bisogna riconoscere quando servono e quanto sono il parcheggio per esperienze politiche che non funzionano più".
L'esecutivo scopre quindi le sue carte: l'obiettivo è di far diventare il contratto a tutele crescenti la forma principale di inserimento del mondo del lavoro per il tempo indeterminato. Questa modifica sul contratto a tutele crescenti non spegne in ogni caso le polemiche sull'articolo 18, che riguarda i casi di licenziamento senza giusta causa e che potrebbe convivere anche con questa nuova tipologia di contratto.
Entro le 14 di oggi sarà possibile presentare i sub-emendamenti e sempre nella giornata di mercoledì è atteso il parere della commissione Bilancio.
Sarà il Governo con il decreto delegato, ha spiegato il sottosegretario Teresa Bellanova, a graduare tutele e periodo. Nella riunione di giovedì mattina delle 8,30 la commissione Lavoro dovrebbe dunque dare l’ok al nuovo articolo 4 che è l’ultimo rimasto da esaminare dell’intero provvedimento. Con questa tabella di marcia, il Ddl approderà in Aula come previsto tra martedì e mercoledì della prossima settimana per essere licenziato entro settembre dal Senato e passare alla Camera. Se questi tempi saranno rispettati, per Bellanova il Governo non farà ricorso allo strumento del decreto legge, come prospettato ieri dal premier, Matteo Renzi, ma utilizzerà i decreti delegati per attuare i principi inseriti nell’ordinamento.
Con l’emendamento il Governo viene delegato ad emanare entro sei mesi un «testo organico semplificato delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro» per «rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione».
Dunque, a differenza delle prima versione del testo, il contratto a tutele crescenti non sarà più opzionale e non riguarderà più solo l’inserimento nel mondo del lavoro ma anche il reinserimento. Oltre alla individuazione del contratto a tutele crescenti come il canale normale per il tempo indeterminato, il Governo è delegato a compiere una analisi di «tutte le forme contrattuali esistenti» per valutarne la «effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo» anche in vista di una «semplificazione delle medesime tipologie contrattuali».
Ieri il premier Matteo Renzi, intervenendo in Parlamento sul programma di governo, aveva affrontato proprio il nodo Lavoro con queste parole: "Al termine dei mille giorni il diritto del lavoro non sarà quello di oggi. Io ritengo che non ci sia cosa più iniqua in Italia di un diritto del lavoro che divide i cittadini in cittadini di serie A e di serie B. Se sei un partita Iva non conti niente. Se sei un lavoratore di un'azienda sotto i 15 dipendenti, non hai alcune garanzie. Se stai sopra sì. Questo è un mondo del lavoro basato sull'apartheid. Le regole sul lavoro vanno ridotte, ma devono essere chiare". E se necessario si farà ricorso a un decreto legge: "Se saremo nelle convinzioni di avere tempi serrati" per l'esame della delega sul lavoro, "rispetteremo il lavoro del Parlamento", spiega il premier, "altrimenti siamo pronti anche a intervenire con misure di urgenza, perchè sul lavoro non possiamo perdere anche un secondo in più".