Le conseguenze dell'epidemia
Coronavirus, Wto: impatto sul commercio internazionale tra -13% e -32% nel 2020
L'Organizzazione mondiale del commercio si aspetta un recupero nel 2021, che dipenderà però dalla durata della diffusione del virus e dall'efficacia delle politiche di risposta all'emergenza
Il commercio mondiale potrà subire una flessione tra il 13% e il 32% nel 2020 a causa della pandemia da coronavirus. Lo stima l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che si aspetta un recupero nel 2021, che dipenderà però dalla durata della diffusione del virus e dall'efficacia delle politiche di risposta all'emergenza. Per la Wto praticamente tutte le aree del mondo soffriranno una flessione a doppia cifra dei volumi di commercio nel 2020, con le esportazioni da Nord America e Asia che saranno colpite più duramente. La Wto ricorda che il commercio mondiale era già in calo dello 0,1% prima dell'esplosione dell'emergenza coronavirus, dopo essere salito del 2,9% nel 2019.
La Wto ha ipotizzato due scenari per il 2020
Nel migliore, con una ripresa più rapida dopo l'emergenza e una durata contenuta delle misure restrittive agli spostamenti e per la produzione, la flessione del commercio internazionale sarà del 12,9% rispetto all'anno precedente e nel 2021 conoscerà un rimbalzo del 21,3%. Nel secondo scenario, quello peggiore, si prevede una flessione del 31,9% nel 2020 e un recupero del 24% nel 2021.
Nel primo scenario, la Wto stima per il Nord America un calo delle esportazioni per il 2020 del 17,1% (+23,7% nel 2021), per l'America centrale e del Sud un calo del 12,9% (+18,6%), per l'Europa del 12,2% (+20,5%) e per l'Asia del 13,5% (+24,9%), con le altre Regioni - Africa e Medio Oriente - che registreranno una flessione delle esportazioni dell'8% (+8,6%).
In questo primo scenario, invece, le importazioni vedranno in Nord America una riduzione del 14,5% (+27,3% nel 2021), in America centrale e del Sud del 22,2% (+23,2%), in Europa del 10,3% (+19,9%), in Asia dell'11,8% (+23,1%) e nelle Altre Regioni del 10% (+13,6%).
Nel secondo scenario, quello peggiore, le esportazioni nel 2020 caleranno del 40,9% per il Nord America (+19,3% in 2021), del 31,3% in America centrale e del Sud (+14,3%), del 32,8% in Europa (+22,7%), del 36,2% in Asia (+36,1%), dell'8% nelle Altre Regioni (+9,3%). Sempre in questo secondo scenario, le importazioni dell'anno in corso si ridurranno del 33,8% in Nord America (+29,5% nel 2021), del 43,8% in America centrale e del Sud (+19,5%), del 28,9% in Europa (+24,5%), del 31,5% in Asia (+25,1%), del 22,6% nelle Altre Regioni +18%).
"Dure conseguenze per famiglie e imprese"
"La crisi è prima di tutto e soprattutto una crisi sanitaria che ha costretto i governi a introdurre misure senza precedenti per proteggere la vita delle persone", ha commentato il direttore generale del Wto, Roberto Azevedo. "L'inevitabile calo del commercio e della produzione avrà dure conseguenze per famiglie e imprese, oltre alla sofferenza umana causata dalla malattia in sé", continua Azevedo, sottolineando che "l'obiettivo primario è di mettere la pandemia sotto controllo e mitigarne i danni economici alle persone, le società e i Paesi. Le autorità devono iniziare a pianificare il post-pandemia". Il direttore generale della Wto ha definito i dati forniti oggi "brutti, è inutile girarci intorno, ma un rapido e vigoroso recupero è possibile", spiegando che "le decisioni prese oggi determinano la futura forma del recupero e delle prospettive di crescita globali", indicando il commercio come una delle variabili per permettere tale recupero e invitando a "tenere i mercati aperti". Azevedo ha concluso lanciando un appello ai Paesi per una risposta unitaria, perché "se si lavora insieme, vedremo un recupero più rapido di quanto non sia possibile se ogni Paese agisce da solo".