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ECONOMIA

"Condivisione di sovranità è opportunità, non minaccia"

Draghi: "Correggere i conti con misure pro-crescita"

Così il presidente della Bce in un messaggio inviato alla Luiss per il convegno "Verso i 60 anni dai Trattati di Roma: stato e prospettive dell'Unione Europea". Per Draghi è "pericoloso il ritardo su unione economica e monetaria"

Mario Draghi
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Roma Per completare l'unione monetaria e finanziaria "prima o poi servirà un'ulteriore condivisione di sovranità da parte dei paesi dell'area. Può sembrare una minaccia, ma in realta è un'opportunità". Lo ha affermato Mario Draghi in un messaggio per il convegno organizzato dalla Luiss 'Verso i 60 anni dai Trattati di Roma: stato e prospettive dell'Unione Europea'. Per il presidente della Bce "l'Unione economica e monetaria ha arrecato benefici duraturi a tutti i paesi aderenti, ma ha anche inciso sulle loro scelte di politica economica, limitando la sovranita dei singoli Stati, uno sviluppo di cui molti si sono accorti solo dopo lo scoppio della crisi. Il passo successivo verso un'autentica Unione economica e monetaria - aggiunge - consisterà nel prendere coscienza di questi vincoli e nel riacquisirne il controllo, lungo le linee appena accennate". 

Alcune delle misure proposte per il completamente dell'Unione economica e monetaria europea "sono state già realizzate, soprattutto quelle relative all'Unione bancaria. Molte altre restano però inattuate. L'attuale situazione dell'area dell'euro ci mostra che questo ritardo può essere pericoloso". Rafforzare la condivisione dei rischi, consolidare la governance comune delle riforme, politiche di bilancio pro-crescita. Non bisogna abbassare la guardia, sottolinea Draghi. Perchè L'Ue "potrà funzionare veramente soltanto se sapremo ovviare alla lacune istituzionali e regolamentari ancora presenti". Ogni ritardo "può essere pericoloso".

Per il numero uno dell'Eurotower il processo di correzione dei conti pubblici deve essere mandato avanti "con misure favorevoli alla crescita" nei Paesi "dove l'elevato livello del debito ha compromesso il ricorso alle politiche nazionali di bilancio quale strumento di stabilizzazione macroeconomica". 
 
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