ECONOMIA
Il presidente sul rapporto
Crisi. Ocse boccia l'Italia. Squinzi risponde:"Riforme e fiducia per rimettere in moto investimenti"
A Crotone il presidente di Confindustria commenta i dati delle stime Ocse per cui l'Italia registrerà nel 2014 una contrazione del Pil dello 0,4%. Squinzi sottolinea la necessità di riforme che possano stimolare le imprese e far riacquistare fiducia
Crotone
"Purtroppo ci aspettavamo i dati delle stime Ocse". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine del convegno organizzato da Confindustria Crotone in occasione del ventennale della sua fondazione.
Stime Ocse
I dati si riferiscono alla stima dell'Ocse che ha tagliato drasticamente le precedenti, pari a +0,5%. L'Italia registrerà nel 2014 una contrazione del Pil dello 0,4%, l'unico dato negativo tra i Paesi del G7. Nel 2015, secondo l'organizzazione, ci sarà una timida ripresa dello 0,1% (+1,1% la precedente stima).
"Dall'economia reale - ha spiegato Squinzi - abbiamo segnali molto negativi", ma il presidente di Confindustria ha aggiunto che "l'austerità sulla quale si è orientata l'Europa, dimenticando la crescita, non ci serve''. Invece - aggiunge - ''bisogna riacquistare fiducia perché è con essa che si rimettono in moto gli investimenti''.
Esigenza delle riforme
''Bene ha fatto il Governo a porre la questione della flessibilità, ma bisogna fare le riforme". E poi spiega che la riforma del lavoro - pur essendo essenziale - non è l'unica che serve. Da qui l'esigenza di "una robusta politica di investimenti pubblici a cominciare dall'utilizzo dei fondi comunitari in modo da non perdere nemmeno un euro. Bisogna poi rimettere l'impresa al centro della programmazione e semplificare le procedure".
"Imprese le sole in grado di creare lavoro"
Bene anche lo Sblocca Italia, dice Squinzi, ma la portata rischia di essere ridotta "rispetto alle aspettative", l'augurio, quindi, di un segnale dalla legge di stabilità. Ma ha espresso anche preoccupazione per le "manifestazioni di un sentimento anti imprese che negli ultimi decenni ha preso il sopravvento nell'opinione pubblica. E tuttavia la ripartenza - spiega - può venire solo dalle imprese le sole in grado di creare lavoro e lottare contro la disoccupazione e il declino socio-economico del nostro Paese".
Stime Ocse
I dati si riferiscono alla stima dell'Ocse che ha tagliato drasticamente le precedenti, pari a +0,5%. L'Italia registrerà nel 2014 una contrazione del Pil dello 0,4%, l'unico dato negativo tra i Paesi del G7. Nel 2015, secondo l'organizzazione, ci sarà una timida ripresa dello 0,1% (+1,1% la precedente stima).
"Dall'economia reale - ha spiegato Squinzi - abbiamo segnali molto negativi", ma il presidente di Confindustria ha aggiunto che "l'austerità sulla quale si è orientata l'Europa, dimenticando la crescita, non ci serve''. Invece - aggiunge - ''bisogna riacquistare fiducia perché è con essa che si rimettono in moto gli investimenti''.
Esigenza delle riforme
''Bene ha fatto il Governo a porre la questione della flessibilità, ma bisogna fare le riforme". E poi spiega che la riforma del lavoro - pur essendo essenziale - non è l'unica che serve. Da qui l'esigenza di "una robusta politica di investimenti pubblici a cominciare dall'utilizzo dei fondi comunitari in modo da non perdere nemmeno un euro. Bisogna poi rimettere l'impresa al centro della programmazione e semplificare le procedure".
"Imprese le sole in grado di creare lavoro"
Bene anche lo Sblocca Italia, dice Squinzi, ma la portata rischia di essere ridotta "rispetto alle aspettative", l'augurio, quindi, di un segnale dalla legge di stabilità. Ma ha espresso anche preoccupazione per le "manifestazioni di un sentimento anti imprese che negli ultimi decenni ha preso il sopravvento nell'opinione pubblica. E tuttavia la ripartenza - spiega - può venire solo dalle imprese le sole in grado di creare lavoro e lottare contro la disoccupazione e il declino socio-economico del nostro Paese".