ECONOMIA
"Vero punto di svolta più occupazione e tempi indeterminati"
Padoan: "Quest'anno crescita superiore allo 0,7%"
Così il ministro dell'Economia intervistato su Sky Tg24, in vista della presentazione della Nota di aggiornamento del Def. Venerdì le nuove previsioni sul Pil del governo che, come sembra ormai scontato, saranno riviste a rialzo, garantendo all'esecutivo un gruzzolo aggiuntivo da poter spendere con la legge di Stabilità
Roma
"Faremo meglio dello 0,7%, è già acquisito". Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato da Skytg24 rispondendo a una domanda sulla crescita del Pil quest'anno, in vista della presentazione della Nota di aggiornamento del Def. Il "vero punto di svolta", chiarisce il ministro, sta però in "più occupazione e migliore occupazione", in "contratti a tempo indeterminato".
Venerdì le previsioni del governo sul Pil
Bisognerà comunque attendere venerdì per conoscere le nuove previsioni di crescita del governo che, come sembra ormai scontato, saranno riviste a rialzo, garantendo all'esecutivo un gruzzolo aggiuntivo da poter spendere con la legge di Stabilità. La Nota di aggiornamento al Def dovrebbe, infatti, essere approvata venerdì dal Consiglio dei ministri, in anticipo di due giorni rispetto alla scadenza fissata il 20 settembre. Dati macroeconomici alla mano sarà quindi più chiaro il perimetro all'interno del quale andranno plasmate le misure che faranno parte della legge di bilancio per il 2016 che sarà presentata entro il 15 ottobre. Una manovra che, però, ha già dei punti fermi che fanno lievitare il suo valore a non meno di 25 miliardi di euro. La crescita nel 2015 sarà quindi migliore delle attese (0,7%) e di conseguenza diventa ancora più probabile, per l'effetto trascinamento, che anche il prossimo anno si superi la stima prevista dell'1,4%. Su quelle che saranno le stime ufficiali che il Tesoro scriverà nelle tabelle Def c'è ancora il massimo riserbo ma da più esponenti dell'esecutivo è arrivata l'indicazione di un miglioramento delle previsioni di uno o due decimi di punto sia per quest'anno che per il prossimo. Nel 2015 il Prodotto italiano potrebbe quindi attestarsi fra lo 0,8 e lo 0,9% per salire all'1,5-1,6% il prossimo anno. Una revisione a rialzo di questa entità potrebbe liberare nel biennio risorse per 2-3 miliardi di euro che potranno aiutare il governo a rispettare gli impegni presi, in particolare sulla cancellazione di Imu e Tasi (che costa circa 5 miliardi di euro) e la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia (che vale oltre i 16 miliardi).
Oltre alla scia positiva della maggiore crescita, per mettere a punto la futura manovra via XX Settembre potrà contare quasi sicuramente su una maggiore flessibilità da parte di Bruxelles, facendo leva sulle riforme strutturali già approvate e quelle in cantiere, oltre che sugli investimenti. Anche in questo caso saranno i numeri del Def a chiarire i reali margini a disposizione sul deficit per misure espansive.
Le coperture
Continua, quindi, il lavoro sulle coperture. E fatte salve quelle per Imu e Tasi e per disattivare le clausole di salvaguardia e impedire l'aumento di Iva e accise, tutto è in via di discussione: dall'anticipazione del pacchetto di sgravi alle imprese previsto per il 2017 agli incentivi per il Sud, dal piano anti-povertà alla proroga degli incentivi alle assunzioni. Anche il cantiere pensioni resta aperto, ma appare ormai sfumata la possibilità di intervenire nell'immeditato per ritoccare la legge Fornero. Restano poi da coprire le sentenze della Consulta su pensioni, Robin Hood tax e pubblico impiego e le classiche spese inderogabili (come le missioni internazionali di pace).
Dalla spending review circa 10 miliardi
Dalla spending review, su cui si continua a lavorare senza sosta, dovranno arrivare 10 miliardi: circa 7-8 miliardi dai tagli agli sprechi e 2-3 miliardi da un intervento sulle 'tax expenditures'. A rafforzare l'azione di razionalizzazione ci sarebbero le misure della riforma Madia sulla pubblica amministrazione (dalla riduzione delle prefetture all'accorpamento dei Corpo forestale con i Carabieni e ulteriori interventi). Non è tuttavia escluso neanche un nuovo intervento sul servizio sanitario.
Venerdì le previsioni del governo sul Pil
Bisognerà comunque attendere venerdì per conoscere le nuove previsioni di crescita del governo che, come sembra ormai scontato, saranno riviste a rialzo, garantendo all'esecutivo un gruzzolo aggiuntivo da poter spendere con la legge di Stabilità. La Nota di aggiornamento al Def dovrebbe, infatti, essere approvata venerdì dal Consiglio dei ministri, in anticipo di due giorni rispetto alla scadenza fissata il 20 settembre. Dati macroeconomici alla mano sarà quindi più chiaro il perimetro all'interno del quale andranno plasmate le misure che faranno parte della legge di bilancio per il 2016 che sarà presentata entro il 15 ottobre. Una manovra che, però, ha già dei punti fermi che fanno lievitare il suo valore a non meno di 25 miliardi di euro. La crescita nel 2015 sarà quindi migliore delle attese (0,7%) e di conseguenza diventa ancora più probabile, per l'effetto trascinamento, che anche il prossimo anno si superi la stima prevista dell'1,4%. Su quelle che saranno le stime ufficiali che il Tesoro scriverà nelle tabelle Def c'è ancora il massimo riserbo ma da più esponenti dell'esecutivo è arrivata l'indicazione di un miglioramento delle previsioni di uno o due decimi di punto sia per quest'anno che per il prossimo. Nel 2015 il Prodotto italiano potrebbe quindi attestarsi fra lo 0,8 e lo 0,9% per salire all'1,5-1,6% il prossimo anno. Una revisione a rialzo di questa entità potrebbe liberare nel biennio risorse per 2-3 miliardi di euro che potranno aiutare il governo a rispettare gli impegni presi, in particolare sulla cancellazione di Imu e Tasi (che costa circa 5 miliardi di euro) e la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia (che vale oltre i 16 miliardi).
Oltre alla scia positiva della maggiore crescita, per mettere a punto la futura manovra via XX Settembre potrà contare quasi sicuramente su una maggiore flessibilità da parte di Bruxelles, facendo leva sulle riforme strutturali già approvate e quelle in cantiere, oltre che sugli investimenti. Anche in questo caso saranno i numeri del Def a chiarire i reali margini a disposizione sul deficit per misure espansive.
Le coperture
Continua, quindi, il lavoro sulle coperture. E fatte salve quelle per Imu e Tasi e per disattivare le clausole di salvaguardia e impedire l'aumento di Iva e accise, tutto è in via di discussione: dall'anticipazione del pacchetto di sgravi alle imprese previsto per il 2017 agli incentivi per il Sud, dal piano anti-povertà alla proroga degli incentivi alle assunzioni. Anche il cantiere pensioni resta aperto, ma appare ormai sfumata la possibilità di intervenire nell'immeditato per ritoccare la legge Fornero. Restano poi da coprire le sentenze della Consulta su pensioni, Robin Hood tax e pubblico impiego e le classiche spese inderogabili (come le missioni internazionali di pace).
Dalla spending review circa 10 miliardi
Dalla spending review, su cui si continua a lavorare senza sosta, dovranno arrivare 10 miliardi: circa 7-8 miliardi dai tagli agli sprechi e 2-3 miliardi da un intervento sulle 'tax expenditures'. A rafforzare l'azione di razionalizzazione ci sarebbero le misure della riforma Madia sulla pubblica amministrazione (dalla riduzione delle prefetture all'accorpamento dei Corpo forestale con i Carabieni e ulteriori interventi). Non è tuttavia escluso neanche un nuovo intervento sul servizio sanitario.