MONDO
Processo per la morte di manifestanti che protestavano contro un suo decreto
Egitto, l'ex presidente Morsi condannato a 20 anni di carcere
Con la sentenza - che è appellabile - la Corte ha condannato Morsi e altri 12 imputati della Fratellanza musulmana per "ricorso alla violenza" ma li ha assolti dalle accuse di omicidio e possesso d'armi
Egitto
Nella prima sentenza a suo carico, il deposto presidente egiziano Mohamed Morsi è stato condannato dalla Corte d'assise del Cairo a 20 anni di carcere in un processo per la morte di manifestanti che protestavano, a dicembre 2012, contro un suo decreto.
Con la sentenza - che è appellabile - la Corte ha condannato l'ex presidente e altri 12 imputati della Fratellanza musulmana per "ricorso alla violenza" ma li ha assolti dalle accuse di omicidio e possesso d'armi.
L'ex presidente rischiava la pena di morte per il caso di "Palazzo Ittihadeya", di fronte al quale rimasero uccisi nel dicembre del 2012 almeno 10 manifestanti che contestavano una riforma costituzionale appena varata da Morsi con decreto presidenziale. La pena capitale potrebbe ancora arrivare da due altri processi in cui la sentenza è attesa per il 16 maggio, tra cui quello in cui è accusato di spionaggio a favore di potenze straniere.
L'ex presidente è stato destituito a seguito di forti proteste popolari nell'estate del 2013. Al momento della sentenza, Morsi e gli altri imputati hanno alzato la mano e mostrato quattro dita, quello che è ormai noto come il simbolo del sit-in dei Fratelli musulmani a Rabaa al Adawiya, sgomberato nel sangue dalle forze dell'ordine nell'agosto 2013.
Fratelli musulmani: "Processo farsa"
E' un "processo farsa" pilotato dal governo egiziano quello che si è tenuto al Cairo
contro Mohammed Morsi: a denunciarlo dalla Turchia è un dirigente del movimento dei Fratelli Musulmani, dopo la sentenza inflitta all'ex presidente islamista. "Il suo processo è stato una farsa della giustizia, scritta e controllata dal governo e non supportata da alcuna prova", ha affermato Amr Darrag, ex ministro del governo Morsi, da Istanbul dove si trova. Le autorità, ha aggiunto, "vogliono far passare una sentenza all'ergastolo per democrazia in Egitto".
Con la sentenza - che è appellabile - la Corte ha condannato l'ex presidente e altri 12 imputati della Fratellanza musulmana per "ricorso alla violenza" ma li ha assolti dalle accuse di omicidio e possesso d'armi.
L'ex presidente rischiava la pena di morte per il caso di "Palazzo Ittihadeya", di fronte al quale rimasero uccisi nel dicembre del 2012 almeno 10 manifestanti che contestavano una riforma costituzionale appena varata da Morsi con decreto presidenziale. La pena capitale potrebbe ancora arrivare da due altri processi in cui la sentenza è attesa per il 16 maggio, tra cui quello in cui è accusato di spionaggio a favore di potenze straniere.
L'ex presidente è stato destituito a seguito di forti proteste popolari nell'estate del 2013. Al momento della sentenza, Morsi e gli altri imputati hanno alzato la mano e mostrato quattro dita, quello che è ormai noto come il simbolo del sit-in dei Fratelli musulmani a Rabaa al Adawiya, sgomberato nel sangue dalle forze dell'ordine nell'agosto 2013.
Fratelli musulmani: "Processo farsa"
E' un "processo farsa" pilotato dal governo egiziano quello che si è tenuto al Cairo
contro Mohammed Morsi: a denunciarlo dalla Turchia è un dirigente del movimento dei Fratelli Musulmani, dopo la sentenza inflitta all'ex presidente islamista. "Il suo processo è stato una farsa della giustizia, scritta e controllata dal governo e non supportata da alcuna prova", ha affermato Amr Darrag, ex ministro del governo Morsi, da Istanbul dove si trova. Le autorità, ha aggiunto, "vogliono far passare una sentenza all'ergastolo per democrazia in Egitto".