MONDO
La nota del governo
Erdogan: "Twitter chiuso per diffamazione"
Blocco imposto da giovedì sera al noto social network perché secondo le autorità faceva "circolare intercettazioni telefoniche acquisite illegalmente e falsificate"
Ankara
Le autorità turche hanno messo al bando Twitter perché la piattaforma di microblogging è stata "faziosa" e non ha impedito "la sistematica diffamazione" del governo. Questa la spiegazione al blocco imposto da giovedì sera al noto social network fornita dall'ufficio del primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan.
"Twitter è stato usato come strumento per una sistematica diffamazione, facendo circolare intercettazioni telefoniche acquisite illegalmente e falsificate", si legge in una nota diffusa dall'ufficio del premier. "E' difficile comprendere l'indifferenza di Twitter, la cui è posizione è faziosa. Crediamo - prosegue la nota - che questo comportamento danneggi il marchio della società in questione e dia un'immagine sbagliata del nostro Paese".
Nelle ultime settimane hanno avuto grande eco sui social network in Turchia alcune intercettazioni di telefonate compromettenti di Erdogan. In una delle telefonate lo si sente intimare al figlio di nascondere una grossa somma di denaro contante. Il 7 marzo Erdogan aveva attaccato anche Youtube e Facebook. "Ci sono misure che prenderemo dopo il 30 marzo, non lasceremo il paese in balia di Youtube e di Facebook", diceva in un'intervista televisiva.
"Twitter è stato usato come strumento per una sistematica diffamazione, facendo circolare intercettazioni telefoniche acquisite illegalmente e falsificate", si legge in una nota diffusa dall'ufficio del premier. "E' difficile comprendere l'indifferenza di Twitter, la cui è posizione è faziosa. Crediamo - prosegue la nota - che questo comportamento danneggi il marchio della società in questione e dia un'immagine sbagliata del nostro Paese".
Nelle ultime settimane hanno avuto grande eco sui social network in Turchia alcune intercettazioni di telefonate compromettenti di Erdogan. In una delle telefonate lo si sente intimare al figlio di nascondere una grossa somma di denaro contante. Il 7 marzo Erdogan aveva attaccato anche Youtube e Facebook. "Ci sono misure che prenderemo dopo il 30 marzo, non lasceremo il paese in balia di Youtube e di Facebook", diceva in un'intervista televisiva.