ECONOMIA
Su vitalizi oltre 80-85mila euro annui: "Pensiamo a taglio fino al 50%"
Esodati, l'allarme di Boeri: "Problema non risolto, si rischia uno strascico"
Così il presidente dell'Inps intervistato a In Mezz'Ora su Raitre: "Bisognerebbe fare un intervento strutturale per risolvere la questione in maniera definitiva, con una flessibilità in uscita e preoccupandosi dei veri esodati che non sono mai stati coperti"
Roma
Una stretta sui vitalizi dei politici. E' la proposta avanzata al governo a giugno dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, in vista di un intervento complessivo sulle pensioni. Intervistato a In Mezz'Ora, su Raitre, Boeri chiarisce che per i vitalizi dei politici da "oltre 80-85mila euro all'anno" è stata proposta "una riduzione che arriva anche fino al 50% del vitalizio". La platea dei coinvolti sarebbe comunque ristretta: circa 200mila persone.
Il presidente dell'Inps affronta poi il problema degli esodati rispondendo a una domanda sulla settima salvaguardia introdotta con la legge di stabilità. Lo definisce un problema 'non del tutto risolto' e per cui si 'rischia uno strascico'. "Si sta chiudendo la settima salvaguardia - dice - ma c'è già una forte pressione per avere l'ottava". Si parla di una platea di persone coinvolte, spiega, che si continua ad allargare. Per Boeri sarebbe necessario realizzare un "intervento strutturale per risolvere la questione in maniera definitiva, con una flessibilità in uscita e preoccupandosi dei veri esodati che non sono mai stati coperti come i lavoratori di piccole imprese dove non c'erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì - sostiene - bisognerebbe studiare strumenti di sostegno al reddito". Facendo una stima delle risorse a disposizione, Boeri ricorda che la settima salvaguardia costerà all'incirca 1,5 mld". La soluzione per il presidente dell'Inps potrebbe essere quella di permettere la flessibilità in uscita ma equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Per farlo - dice - dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima".
L'idea di Boeri è quella di "fare l'ultima riforma delle pensioni, intervenire prima che sulla sostenibilità dei conti, sulla sostenibilità sociale, per evitare iniquità". Una riforma i cui cardini dovrebbero essere "l'unificazione delle pensioni e la flessibilità sostenibile".
"L'Inps - afferma poi parlando dell'ente da lui presieduto- è sicuramente una macchina importantissima, perché gestisce qualcosa di molto importante che riguarda la vita degli italiani. Al suo interno ci lavorano persone che hanno passato la vita a dare aiuto agli italiani, c'e' stato sicuramente qualcosa che non ha funzionato, ma è un errore definirlo 'un carrozzone'. "Il bilancio dell'Inps - dice - è grande e conta per circa metà il bilancio dello stato. Per il 49 per cento prestazioni come pensioni e cassa integrazione, al fronte delle quali c'è una legge dello stato che stabilisce diritti soggettivi. Il bilancio dell'Inps non deve preoccupare questi pensionati che dovrebbero preoccuparsi solo in caso di fallimento dello Stato".
Il presidente dell'Inps affronta poi il problema degli esodati rispondendo a una domanda sulla settima salvaguardia introdotta con la legge di stabilità. Lo definisce un problema 'non del tutto risolto' e per cui si 'rischia uno strascico'. "Si sta chiudendo la settima salvaguardia - dice - ma c'è già una forte pressione per avere l'ottava". Si parla di una platea di persone coinvolte, spiega, che si continua ad allargare. Per Boeri sarebbe necessario realizzare un "intervento strutturale per risolvere la questione in maniera definitiva, con una flessibilità in uscita e preoccupandosi dei veri esodati che non sono mai stati coperti come i lavoratori di piccole imprese dove non c'erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì - sostiene - bisognerebbe studiare strumenti di sostegno al reddito". Facendo una stima delle risorse a disposizione, Boeri ricorda che la settima salvaguardia costerà all'incirca 1,5 mld". La soluzione per il presidente dell'Inps potrebbe essere quella di permettere la flessibilità in uscita ma equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Per farlo - dice - dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima".
L'idea di Boeri è quella di "fare l'ultima riforma delle pensioni, intervenire prima che sulla sostenibilità dei conti, sulla sostenibilità sociale, per evitare iniquità". Una riforma i cui cardini dovrebbero essere "l'unificazione delle pensioni e la flessibilità sostenibile".
"L'Inps - afferma poi parlando dell'ente da lui presieduto- è sicuramente una macchina importantissima, perché gestisce qualcosa di molto importante che riguarda la vita degli italiani. Al suo interno ci lavorano persone che hanno passato la vita a dare aiuto agli italiani, c'e' stato sicuramente qualcosa che non ha funzionato, ma è un errore definirlo 'un carrozzone'. "Il bilancio dell'Inps - dice - è grande e conta per circa metà il bilancio dello stato. Per il 49 per cento prestazioni come pensioni e cassa integrazione, al fronte delle quali c'è una legge dello stato che stabilisce diritti soggettivi. Il bilancio dell'Inps non deve preoccupare questi pensionati che dovrebbero preoccuparsi solo in caso di fallimento dello Stato".