POLITICA
Centrodestra in fibrillazione
Resa dei conti in FI, Nazareno in crisi. Toti: "Non più vincolante", Serracchiani: "Meglio così"
Raffaele Fitto presenta il conto dopo le tensioni sull'elezione del Presidente della Repubblica. Il consigliere di Berlusconi: "Patto del Nazareno è rotto". La vicesegretaria dem: "La strada delle riforme sarà più semplice"
E alla Camera si registrano le prime conseguenze della rottura, con il capogruppo forzista Renato Brunetta che tuona contro il calendario per le riforme appena varato e giudicato "inaccettabile". Non si scompone però la ministra per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi: "Noi andiamo avanti, se Fi ci ripensa siamo qui".
A dare la misura ed il senso delle tensioni in casa azzurra è l’appuntamento, contemporaneo e distante, dei due leader forzisti: da una parte l’ex premier Berlusconi che in mattinata convoca un ufficio di presidenza ristretto e prima annuncia e poi rinvia una riunione dei gruppi parlamentari mentre, alla Camere, il capofila dei dissidenti indice una conferenza stampa dove dice: “Non possiamo più partecipare a organismi di partito come l'ufficio di presidenza che per quanto ci riguarda non hanno alcuna valenza né legittimazione statutaria e politica".
L’europarlamentare azzurro torna quindi a chiedere l’azzeramento dei vertici del suo partito: “Dopo gli errori clamorosi degli ultimi tempi - spiega - c'è la necessità di un azzeramento totale degli organi del partito". Proposta che viene accolta dai vertici azzurri che rimettono il loro mandato nella mani dell’ex Cavaliere, con Renato Brunetta che invoca la possibilità di votare di nuovo a scrutinio segreto le cariche di capogruppo alla Camera e al Senato, ma che da questo sono subito respinte.
Il consigliere politico dell’ex premier, intanto, prova a gettare acqua sul fuoco: “Non è in discussione nessuno, qui non facciamo processi sommari, non stiamo riunendo un corte di giustizia – dice l’ex direttore dei tg Mediaset - o un tribunale. Stiamo riunendo un ufficio di presidenza che fa delle valutazioni politiche. Il nostro ha bene intrapreso un percorso fino ad oggi, prendiamo solo atto e non per colpa nostra che le condizioni generali sono cambiate”. E per Toti il responsabile del cambiamento è uno e risponde al nome di Matteo Renzi, reo di aver rotto il Patto del Nazareno causando, è il ragionamento implicito ma non troppo di Toti, le conseguenti lacerazioni nel partito di Berlusconi.
Non si fa attendere la reazione del Pd, che per bocca della Serracchiani, vicesegretario dem, replica: "Se il patto del Nazareno è finito, meglio così. La strada delle riforme sarà più semplice. Arrivare al 2018 senza Brunetta e Berlusconi per noi è molto meglio".
In un comunicato, diffuso dopo il Comitato di presidenza, i vertici del partito hanno poi messo nero su bianco quanto già anticipato ai microfoni dei giornalisti. "Da opposizione responsabile, quale siamo sempre stati", spiega la nota, "voteremo solo ciò che riterremo condivisibile per il bene del Paese, senza pregiudizi, come peraltro abbiamo fatto fino ad oggi. Riteniamo Forza Italia libera di valutare quanto proposto di volta in volta, senza alcun vincolo politico derivante dagli accordi che hanno fin qui guidato, nello spirito e negli obiettivi, un percorso comune e condiviso che oggi è stato fatto venir meno dalla nostra controparte".