ECONOMIA
Nozze mancate
Fca ritira l'offerta, salta fusione con Renault. Lettera di Elkann: "Irragionevole spingersi oltre"
Il presidente di Fiat Chrysler scrive ai dipendenti al termine di una lunga giornata: "La scelta di interrompere il dialogo non e' stata presa con leggerezza ma con un obiettivo in mente: la protezione degli interessi della nostra societa' e di coloro che lavorano qui, tenendo chiaramente in considerazione tutti i nostri stakeholder"
L'epilogo di una giornata difficile
A questo inatteso finale si è arrivati dopo una giornata lunghissima. Il consiglio di amministrazione di Renault, convocato per il secondo giorno consecutivo a Bologne-Billancourt, alle porte di Parigi, dopo sei ore di discussione, ha fatto sapere di non essere in grado di prendere una decisione a causa dell'auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto a un consiglio ulteriore". A spingere verso questa decisione, secondo alcune indiscrezioni riportate dalla stampa, ha contribuito anche l'atteggiamento di Nissan ostile all'operazione, che avrebbe messo a rischio l'alleanza con il gruppo francese.
Elkann: "Ci vuole coraggio per chiudere un dialogo. Oltre era irragionevole"
"Ci vuole coraggio per iniziare un dialogo come abbiamo fatto noi. Quando però diventa chiaro che
le conversazioni sono state portate fino al punto oltre il quale diventa irragionevole spingersi, è necessario essere altrettanto coraggiosi per interromperle e ritornare immediatamente all'importante lavoro che abbiamo da fare". Lo scrive John Elkann, presidente di Fca, in una lettera inviata ai dipendenti del gruppo. "Ora però, so che siete d'accordo con me, è tempo di concentrarci sugli obiettivi che ci siamo posti per quest'anno".
La decisione dell'offerta è stata corretta
'La decisone di iniziare queste conversazioni con Groupe Renault e' stata corretta, una decisione che abbiamo preso dopo esserci preparati su tutti i fronti", continua Elkann. "L'ampio consenso che ha ricevuto e' stato un chiaro segnale che il nostro tempismo, cosi' come l'equilibrio di cio' che abbiamo proposto, erano corretti. La scelta di interrompere il dialogo non e' stata presa con leggerezza ma con un obiettivo in mente: la protezione degli interessi della nostra societa' e di coloro che lavorano qui, tenendo chiaramente in considerazione tutti i nostri stakeholder'.
"Continueremo ad essere aperti"
"Continueremo a essere aperti a opportunità di ogni tipo che offrano la possibilità di rafforzare e accelerare la realizzazione di questa strategia e la creazione di valore". Così John Elkann, presidente Fca. "Ora però, so che siete d'accordo con me, è tempo di concentrarci sugli obiettivi che ci siamo posti per quest'anno", conclude Elkann.
Le pressioni delle autorità francesi
Dunque nella notte era arrivata una seconda 'fumata nera' da parte del board del gruppo d'Oltralpe, dopo che già il cda che si era svolto martedì 4 giugno non aveva preso una decisione sul via libera alla proposta di fusione. Martedì Renault aveva ribadito l'interesse per l'operazione con Fca, spiegando di voler approfondire il tema e rinviando a un nuovo consiglio. La seconda riunione è stata convocata per ieri, mercoledì 5 giugno, alle ore 18 e dopo la mezzanotte è arrivato il nuovo rinvio, al termine di una giornata in cui diverse voci in Francia si erano espresse sull'operazione.
Prima tra tutte, quella del ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire (lo Stato francese detiene il 15% di Renault). "Prendetevi il tempo per fare le cose bene. Si tratta di un'operazione importante, che mira a creare un campione mondiale dell'automobile: nessuna fretta", era stato l'invito alle parti da parte di Le Maire, intervistato da Bfm Tv. "Questa fusione è, come ho sempre detto, un'opportunità... ma ci sono delle condizioni, e queste condizioni sono state fissate sin dall'inizio", ricordando la necessità della presenza di una sede operativa in Francia, della rappresentanza dello Stato francese nel consiglio di amministrazione della futura entità e delle garanzie per i siti industriali e l'occupazione.
Un'altra richiesta di rinvio era arrivata dal presidente della regione francese Hauts-de France, Xavier Bertrand, che ha scritto una lettera al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, chiedendo di rimandare la decisione di Renault sulla proposta di fusione avanzata da Fca. "Io sono in una regione che in cui ci sono due stabilimenti Renault molto importanti e ho chiesto questo pomeriggio al presidente della Repubblica che non sia presa alcuna decisione in fretta riguardo il progetto di fusione tra Renault e Fca", aveva poi spiegato il politico francese ai microfoni di 'Public Senat', uscendo da una audizione in Senato sulla siderurgia. 'Non capisco perché un'offerta che è stata presentata alla fine di maggio, debba essere già approvata, a quanto pare per negoziati esclusivi".
Le Maire prende atto: Stato chiedeva 5 giorni di tempo
"Un accordo era stato trovato" sulle tre delle quattro condizioni che erano state poste dallo Stato francese "e restava ad ottenere un sostegno esplicito di Nissan". Quindi lo Stato francese "aveva auspicato che il Cda concedesse cinque giorni in più per assicurarsi il sostegno dell'insieme del parti in causa". Così in una nota il ministero dell'Economia francese dopo la decisione di Fca. Il ministro dell'Economia Bruno Le Maire, si legge nella nota, "prende atto della decisione di Fca di ritirare la sua offerta presentata domenica 26 maggio. Dalla presentazione di questa offerta, lo Stato azionista di Renault, con una quota del 15,01%, ha accolto con apertura questa offerta e ha lavorato in modo costruttivo con l'insieme delle parti in causa".
Ministro francese Darmanin: le trattative potrebbero riprendere
Le trattative tra Fca e REnault "potrebbero riprendere nei prossimi tempi, vedremo. Non bisogna chiudere la porta, bisogna continuare a lavorare". Lo ha detto il ministro francese per i Conti Pubblici, Gérald Darmanin, intervistato da France Info, dicendosi "molto contento che ci sia un'industria un po' patriottica che faccia attenzione agli interessi francesi".