MONDO
Stati Uniti
Ferguson: poliziotto non incriminato per l'uccisione di Brown. Esplode la tensione. Ferito un agente
Dopo la decisione del Gran Giurì di non icriminare il poliziotto Darren Wilson per l'omicidio del giovane nero lo scorso 9 agosto, nella città del Missouri sono scoppiati scontri e proteste. La famiglia della vittima: "Siamo devastati". Obama alla polizia: "Trattate i manifestanti con moderazione". Il ministro della Giustizia: "L'inchiesta va avanti"
Ferguson (Missouri)
Il poliziotto che sparò e uccise il diciottenne nero Michael Brown non sarà incriminato. Questa la decisione del Gran giurì dopo aver ascoltato una sessantina di testimoni, le registrazioni audio, i risultati delle autopsie e la deposizione dello stesso
poliziotto, Darren Wilson. Per i giurati non ci sono prove sufficienti a incriminare Wilson per l'omicidio di Brown che la scorsa estate ha provocato scontri e proteste a Ferguson, in Missouri. L'annuncio è arrivato dal procuratore Robert McCulloch, nel tribunale affollato da giornalisti mentre le manifestazioni di protesta in corso fuori dall'edificio si sono subito 'infuocate'.
La decisione
Il pubblico ministero ha fornito dettagli su quanto accaduto lo scorso 9 agosto e la dinamica della sparatoria quando il poliziotto e Brown hanno avuto un alterco e l'agente ha riportato ferite al viso, dopo essere stato colpito dal diciottenne. Secondo il magistrato, infatti, le prove hanno indicato in maniera inequivocabile che che tra Brown e Wilson ci fu una colluttazione e che poco prima di essere ucciso il giovane era stato filmato da una videocamera di sicurezza mentre rubava dei sigari in un negozio. Il magistrato ha detto anche che le deposizioni dei testimoni non sempre combaciavano tra loro e con i fatti accaduti. Incalzato dai giornalisti che volevano sapere se il voto del Gran giurì (composto da 12 membri di cui 9 bianchi e 3 neri, 7 uomini e cinque donne) fosse stato unanime, il magistrato si è trincerato dietro il diritto alla segretezza.
Scontri e tafferugli: ferito un agente
Scontri e tafferugli sono scoppiati dopo l'annuncio della decisione del Gran giurì. Un poliziotto è stato ferito a colpi di pistola a University City, sobborgo di St. Louis, vicino a Ferguson, dove sono ancora in corso violente proteste. L'agente è stato colpito al braccio ed è fuori pericolo, il dipartimento di polizia di St. Louis - riporta la BBC - ha però precisato che l'episodio potrebbe non essere collegato alle proteste per l'omicidio di Brown.
Subito dopo l'annuncio della mancata incriminazione dell'agente comunque la situazione si è 'infuocata': un gruppo di manifestanti ha assalito un'auto vuota della polizia spaccando vetri e parabrezza. Subito sono intervenuti gli agenti in tenuta antisommossa. Alcuni colpi sparati in aria sono stati uditi vicino alla stazione di polizia, in alcune zone della città sono state sfondate le vetrine di alcuni negozi e la polizia è dovuta intervenire con i gas lacrimogeni. E intanto la protesta monta anche in altre città americane: a New York c'è stata tensione a Union Square dove si era radunata una discreta folla in attesa del verdetto e da dove poi è partito un corteo spontaneo diretto verso Times Square; manifestazioni anche a Seattle, nello stato di Washington.
La reazione della famiglia Brown
Il padre di Michael Brown si è detto "devastato" dopo l'annuncio della decisione del Gran giurì."Siamo profondamente delusi per il fatto che l'assassino di nostro figlio non dovrà rispondere delle sue azioni", ha affermato la famiglia Brown. Nonostante la profonda delusione per la mancata incriminazione di Darren Wilson, la famiglia Brown ha lanciato l'ennesimo appello alla calma, chiedendo ai manifestanti di non cedere alla violenza.
Il commento del presidente Usa
Il verdetto del Gran Giurì è stato commentato anche dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: "Siamo una nazione basata sullo Stato del diritto, dobbiamo accettare il fatto che questa è stata la decisione del Gran giurì. Ci sarà gente arrabbiata. Ma mi unisco alla famiglia Brown nel chiedere manifestazioni pacifiche". Il presidente ha aggiunto:"Dobbiamo riconoscere che questa non è solo una questione che riguarda Ferguson, ma l'America". E poi riferendosi al clima di protesta: "Non ci sono scuse per la violenza".
Obama ha "esortato" la polizia alla moderazione
"C'è una questione reale nel Paese", ha aggiunto Obama, sottolineando come ci sia "una profonda sfiducia tra la polizia e la comunità afroamericana. Questa - ha spiegato il presidente americano - è l'eredità di una lunga storia di discriminazione nel nostro Paese. È necessario - ha proseguito - riconoscere come la situazione di Ferguson parla all'intero Paese e mostra le più ampie sfide che noi ancora affrontiamo come nazione". Infine Obama ha chiesto alla polizia di Ferguson di dar prova di moderazione nel trattare coi manifestanti. "Non si possono fare progressi lanciando bottiglie, ma esorto la polizia alla moderazione".
Il pm McCulloch: "È stata fatta un'indagine completa"
Anche il pm Robert McCulloch dopo aver annunciato la decisione del Gran giurì ha lanciato un appello:"Esorto le persone a manifestare, ma in modo costruttivo. Tutto il mondo sta guardando come reagiamo. Nessun giovane dovrebbe morire", ha aggiunto. McCulloch ha poi detto di non essersi pentito di aver affidato la decisione sul caso al Gran giurì e non al giudice: "È stata fatta un'indagine completa", ha spiegato.
Il ministro della Giustizia: "Inchiesta va avanti"
Il ministro della Giustizia americano Eric Holder ha comunque affermato in un comunicato che l'inchiesta federale sull'uccisione di Michael Brown andrà avanti. Holder ha quindi sottolineato come il suo dipartimento continuerà a indagare sulle accuse rivolte alla polizia di Ferguson di ricorrere a presunte politiche e pratiche incostituzionali.
poliziotto, Darren Wilson. Per i giurati non ci sono prove sufficienti a incriminare Wilson per l'omicidio di Brown che la scorsa estate ha provocato scontri e proteste a Ferguson, in Missouri. L'annuncio è arrivato dal procuratore Robert McCulloch, nel tribunale affollato da giornalisti mentre le manifestazioni di protesta in corso fuori dall'edificio si sono subito 'infuocate'.
La decisione
Il pubblico ministero ha fornito dettagli su quanto accaduto lo scorso 9 agosto e la dinamica della sparatoria quando il poliziotto e Brown hanno avuto un alterco e l'agente ha riportato ferite al viso, dopo essere stato colpito dal diciottenne. Secondo il magistrato, infatti, le prove hanno indicato in maniera inequivocabile che che tra Brown e Wilson ci fu una colluttazione e che poco prima di essere ucciso il giovane era stato filmato da una videocamera di sicurezza mentre rubava dei sigari in un negozio. Il magistrato ha detto anche che le deposizioni dei testimoni non sempre combaciavano tra loro e con i fatti accaduti. Incalzato dai giornalisti che volevano sapere se il voto del Gran giurì (composto da 12 membri di cui 9 bianchi e 3 neri, 7 uomini e cinque donne) fosse stato unanime, il magistrato si è trincerato dietro il diritto alla segretezza.
Scontri e tafferugli: ferito un agente
Scontri e tafferugli sono scoppiati dopo l'annuncio della decisione del Gran giurì. Un poliziotto è stato ferito a colpi di pistola a University City, sobborgo di St. Louis, vicino a Ferguson, dove sono ancora in corso violente proteste. L'agente è stato colpito al braccio ed è fuori pericolo, il dipartimento di polizia di St. Louis - riporta la BBC - ha però precisato che l'episodio potrebbe non essere collegato alle proteste per l'omicidio di Brown.
Subito dopo l'annuncio della mancata incriminazione dell'agente comunque la situazione si è 'infuocata': un gruppo di manifestanti ha assalito un'auto vuota della polizia spaccando vetri e parabrezza. Subito sono intervenuti gli agenti in tenuta antisommossa. Alcuni colpi sparati in aria sono stati uditi vicino alla stazione di polizia, in alcune zone della città sono state sfondate le vetrine di alcuni negozi e la polizia è dovuta intervenire con i gas lacrimogeni. E intanto la protesta monta anche in altre città americane: a New York c'è stata tensione a Union Square dove si era radunata una discreta folla in attesa del verdetto e da dove poi è partito un corteo spontaneo diretto verso Times Square; manifestazioni anche a Seattle, nello stato di Washington.
La reazione della famiglia Brown
Il padre di Michael Brown si è detto "devastato" dopo l'annuncio della decisione del Gran giurì."Siamo profondamente delusi per il fatto che l'assassino di nostro figlio non dovrà rispondere delle sue azioni", ha affermato la famiglia Brown. Nonostante la profonda delusione per la mancata incriminazione di Darren Wilson, la famiglia Brown ha lanciato l'ennesimo appello alla calma, chiedendo ai manifestanti di non cedere alla violenza.
Il commento del presidente Usa
Il verdetto del Gran Giurì è stato commentato anche dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: "Siamo una nazione basata sullo Stato del diritto, dobbiamo accettare il fatto che questa è stata la decisione del Gran giurì. Ci sarà gente arrabbiata. Ma mi unisco alla famiglia Brown nel chiedere manifestazioni pacifiche". Il presidente ha aggiunto:"Dobbiamo riconoscere che questa non è solo una questione che riguarda Ferguson, ma l'America". E poi riferendosi al clima di protesta: "Non ci sono scuse per la violenza".
Obama ha "esortato" la polizia alla moderazione
"C'è una questione reale nel Paese", ha aggiunto Obama, sottolineando come ci sia "una profonda sfiducia tra la polizia e la comunità afroamericana. Questa - ha spiegato il presidente americano - è l'eredità di una lunga storia di discriminazione nel nostro Paese. È necessario - ha proseguito - riconoscere come la situazione di Ferguson parla all'intero Paese e mostra le più ampie sfide che noi ancora affrontiamo come nazione". Infine Obama ha chiesto alla polizia di Ferguson di dar prova di moderazione nel trattare coi manifestanti. "Non si possono fare progressi lanciando bottiglie, ma esorto la polizia alla moderazione".
Il pm McCulloch: "È stata fatta un'indagine completa"
Anche il pm Robert McCulloch dopo aver annunciato la decisione del Gran giurì ha lanciato un appello:"Esorto le persone a manifestare, ma in modo costruttivo. Tutto il mondo sta guardando come reagiamo. Nessun giovane dovrebbe morire", ha aggiunto. McCulloch ha poi detto di non essersi pentito di aver affidato la decisione sul caso al Gran giurì e non al giudice: "È stata fatta un'indagine completa", ha spiegato.
Il ministro della Giustizia: "Inchiesta va avanti"
Il ministro della Giustizia americano Eric Holder ha comunque affermato in un comunicato che l'inchiesta federale sull'uccisione di Michael Brown andrà avanti. Holder ha quindi sottolineato come il suo dipartimento continuerà a indagare sulle accuse rivolte alla polizia di Ferguson di ricorrere a presunte politiche e pratiche incostituzionali.