MONDO
Dopo lo scambio di prigionieri
Finita l'era delle sanzioni in Iran, Rohani: "Nuovo capitolo relazioni con il mondo"
La revoca delle pesanti sanzioni internazionali consentirà a Teheran di recuperare oltre 100 miliardi di asset congelati all'estero e di spalancare le sue porte al mercato petrolifero, finanziario e commerciale. Intanto quattro dei cinque detenuti Usa liberati dall'Iran nell'ambito di uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti hanno lasciato Teheran
Intanto quattro dei cinque detenuti Usa liberati dall'Iran nell'ambito dello scambio di prigionieri con gli Stati Uniti hanno lasciato Teheran oggi, insieme ad alcuni familiari, a bordo di un aereo svizzero. I quattro sono: il giornalista del Washington Post Jason Rezaian, il pastore dell'Idaho Saeed Abedini, l'ex Marine Amir Hekmati di Flint in Michigan, e Nosratollah Khosravi-Roodsari. Il quinto cittadino americano liberato è invece lo studente Matthew Trevithick, che sarebbe stato rilasciato separatamente. Non compare invece tra i liberati Robert Levinson, l'ex agente dell'Fbi e della Dea scomparso in Iran nel 2007. Le autorità Usa ritengono da anni che Levinson sia morto in prigionia, ma Teheran ha ripetutamente negato di essere a conoscenza della scomparsa dell'uomo, sostenendo di non sapere dove si trovi. Gli Usa hanno rilasciato sette iraniani.
La revoca delle pesanti sanzioni internazionali - annunciata da Ue, Usa e Onu dopo che l'Aiea (l'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica) ha dato il via libera all'entrata in vigore dell'accordo sul nucleare iraniano - consentirà a Teheran di recuperare oltre 100 miliardi di asset congelati all'estero e di spalancare le sue porte al mercato petrolifero, finanziario e commerciale. L'Iran ha promesso anche anche una maggiore trasparenza del suo programma nucleare, consentendo agli ispettori delle Nazioni Unite di monitorare programma atomico dell'Iran.
Un accordo "storico", "forte" e "giusto" ha commentato il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, in una conferenza stampa a Vienna con il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif, con cui ha condiviso un successo frutto di "volontà politica, perseveranza e di una diplomazia multilaterale". Anche segretario di Stato Usa John Kerry, in una conferenza stampa separata, ha elogiato "il potere della diplomazia nell' affrontare sfide significative", poco dopo che Obama aveva firmato l'ordine esecutivo per revocare le sanzioni. Plauso anche dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon: "È un traguardo significativo che riflette lo sforzo e la buona fede di tutte le parti per rispettare gli impegni presi".
Ma non tutti sono contenti di quella che il presidente iraniano Hassan Rohani ha twittato come "una vittoria gloriosa" di Teheran. Israele resta preoccupata: "l'Iran non ha abbandonato le sue ambizioni di acquisire l'arma nucleare e continua a lavorare per destabilizzare il Medio Oriente mentre esporta terrorismo in tutto il mondo, in violazione con i suoi obblighi internazionali", accusa il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Pure i Repubblicani Usa danno battaglia: "l'amministrazione Obama comincia a togliere le sanzioni economiche contro il principale Stato che sostiene il terrorismo nel mondo", ha osservato Paul Ryan, lo speaker della Camera (dominata dai Repubblicani), sostenendo che "molto probabilmente" Teheran approfitterà della nuova manna finanziaria per continuare "a finanziare il terrorismo".