ECONOMIA
Le previsioni del World Economic Outlook
Fmi: nel 2014 l'Italia dietro la Grecia. E sul rischio deflazione la BCE deve intervenire subito
Per l'istituto guidato da Cristine Lagarde, l'economia italiana crescerà quest'anno come quella della Grecia. Recessione finita, ma rischio ricadute al 20% per tutta la Zona euro: queste le previsioni del Fmi contenute nell'outlook aggiornato
L’Italia come la Grecia
Nel 2014 la performance dell'economia italiana sarà equivalente a quella della Grecia (+0,6%) con solo Finlandia, Slovenia (+0,3% in entrambi i casi) e - con un grande distacco – Cipro (-4,8%) a fare peggio all'interno dell'area Euro. L'anno prossimo però per noi andrà anche peggio, con Atene (+2,9%) che ci supererà, mentre Roma crescerà tanto quanto Helsinki (+1,1%), ma continuerà a fare meglio di Lubiana (+0,9%) e Nicosia (+0,9%).
In Italia la ripresa è in corso ma il "potenziale di crescita resta basso". E' quanto ha dichiarato Thomas Helbling, a capo della divisione del Fondo monetario internazionale dedicata agli studi economici mondiali e parte del dipartimento di ricerca. "C'è un insieme definito di riforme strutturali per le quali il Fondo ha fatto pressioni e che comprendono riforme del lavoro, tasse sul lavoro più basse e una pubblica amministrazione più efficiente", ha aggiunto Helbling parlando nella conferenza stampa a commento della pubblicazione dei capitoli uno e due del World Economic Outlook.
L’area Euro cresce
Dopo essersi contratta l'anno scorso di mezzo punto percentuale, l'economia dell'Eurozona crescerà quest'anno dell'1,2% e dell'1,5% il prossimo. Le stime dell'istituto di Washington sono state riviste lievemente al rialzo – dello 0,1% in ognuno dei due anni - rispetto all'aggiornamento del Weo dello scorso gennaio. Per quanto positiva, l'espansione dell'economia varia all'interno dell'area Euro: "più forte nei Paesi core e più debole in quelli con un debito alto (sia privato sia pubblico) e con una frammentazione finanziaria", elementi questi ultimi che "peseranno sulla domanda domestica".
La Germania resta la locomotiva d'Europa con un Pil che si espanderà dell'1,7% quest'anno rispetto al +0,5% del 2013 e dell'1,6% nel 2015. Il tasso di disoccupazione a Berlino è sostanzialmente destinato a restare invariato, passando dal 5,3% del 2013 al 5,2% nei due anni successivi. In Francia l'economia è vista crescere nel 2014 dell'1% e nel 2015 dell'1,5%, in miglioramento dal +0,3% dello scorso anno. Il tasso di disoccupazione salira', secondo il Fondo, all'11% nell'anno in corso dal 10,8% del 2013 e tornerà a scendere nel 2015 al 10,7%. A Madrid il Pil è destinato a riprendersi passando da un -1,2% del 2013 a un +0,9% nel 2014 e a un +1% nel 2015. Farà meglio il Portogallo con rispettivamente un +1,2% e un +1,5%, dati che si confrontano a una contrazione del Pil dell'1,4% l'anno scorso.
Per fare un ultimo confronto al di fuori dei Paesi che usano l'euro, il Regno Unito correrà con un passo più spedito: dopo un incremento del Pil dell'1,8% nel 2013, secondo il Weo ci sarà un +2,9% nel 2014 e un +2,5% nel 2015. A Londra il tasso di disoccupazione punterà al ribasso: dal 7,6% del 2013 al 6,9% del 2014. L'anno successivo si contrarrà al 6,6%.
Economia globale cresce a ritmo doppio
La crescita globale è vista rafforzarsi dal +3% del 2013 al +3,6% nel 2014 e al +3,9% nel 2015. Le previsioni di crescita sono "sostanzialmente invariate rispetto a quelle fornite lo scorso ottobre" mentre rispetto all'aggiornamento del Weo del gennaio 2014 sono state limate al ribasso di un mero 0,1% sia per l'anno in corso sia per il prossimo. Nelle economie avanzate, dopo il +1,3% del 2013 la crescita è attesa del 2,2% nel 2014 e del 2,3% nel 2015, esattamente quanto previsto a inizio anno. Ad alimentare l'espansione sono "la riduzione della stretta fiscale, tranne che in Giappone, e condizioni monetarie ancora altamente accomodanti". Nei mercati emergenti e nei Paesi in via di sviluppo l'economia è vista migliorare gradualmente con una crescita vista passare dal +4,7% dell'anno scorso al +4,9% di quello in corso al +5,3% del prossimo. Le stime sono state tagliate rispettivamente dello 0,2% e dello 0,1% rispetto a quelle calcolate a gennaio. In generale, si legge nel Weo, "l'attività globale si è generalmente rafforzata ed è attesa migliorare ulteriormente nel 2014 e 2015 con gran parte dell'impeto in arrivo dalle economie avanzate", dove però "l'inflazione è sotto le proiezioni". Nel complesso, "la ripresa globale è ancora fragile nonostante il miglioramento delle prospettive". Inoltre, "rischi al ribasso - vecchi e nuovi - rimangono. Recentemente, alcuni nuovi rischi geopolitici sono emersi".
Recessione finita ma c’è rischio ricadute
L'Area Euro è "finalmente emersa dalla recessione" complici, tra gli altri fattori, un "minore peso (delle misure di aggiustamento) fiscale e una certa ripresa della domanda privata per la prima volta dal 2010". Eppure, "gli strascichi della crisi - alta disoccupazione, bilanci pubblici e privati ancora deboli, stretta del credito e ampio debito - uniti a impedimenti alla crescita di lungo termine devono essere risolti". I rischi infatti non mancano Secondo l'Fmi la ripresa dell'Eurozona può sbandare nel caso riemergano "pressioni finanziarie" come effetto di uno stallo delle iniziative politiche. L'alta disoccupazione inoltre "potrebbe portare a difficoltà nell'attuare riforme, a incertezza politica e a un passo indietro delle strategie mettendo a rischio i passi avanti compiuti a fatica". Il Fondo cita anche fattori esterni come "condizioni finanziarie più restrittive negli Stati Uniti, contagi finanziari e squilibri commerciali derivanti da eventi geopolitici così come una crescita dei mercati emergenti più lenta del previsto". Al contrario, effetti positivi possono derivare da "una fiducia delle imprese migliore delle attese", che farebbe balzare investimenti e crescita.
La probabilità di una ricaduta in recessione per l'Area Euro è intorno al 20%, tanto quanto in Giappone. E' quanto scritto nel capitolo uno del World Economic Outlook (Weo), che ricorda come la recessione si verifica quando due trimestri consecutivi mostrano una crescita negativa dell'economia. Il valore percentuale è in miglioramento rispetto all'edizione del Weo dello scorso ottobre, quando per l'Eurozona era compreso tra il 30 e il 35%, e ancor di più rispetto alle stime di un anno esatto fa, quando era al 50%. Tale probabilità viene comunque definita "alta" dal Fmi, segno della "fragilità della ripresa debole". Anche il rischio di deflazione "resta relativamente alto nell'Eurozona, dove sta intorno al 20%".
“Più allentamento e unione bancaria”
Considerata la crescita "debole e fragile" e un'inflazione "davvero bassa", più allentamento monetario è necessario per sostenere la domanda e permettere alla Banca centrale europea di centrare il suo mandato sulla stabilità dei prezzi con un'inflazione sotto ma vicina al 2%. E' quanto torna a chiedere il Fondo monetario internazionale. Secondo l'Fmi, le alternative che il governatore Mario Draghi ha a disposizione comprendono un "ulteriore taglio dei tassi di interesse, inclusi tassi sui depositi (presso l'Eurotower) lievemente negativi". Il Fondo cita anche "misure non convenzionali, comprese operazioni di rifinanziamento di lungo termine (possibilmente mirate alle piccole e medie imprese)". L'istituto guidato da Christine Lagarde spiega che "l'efficacia delle politiche monetarie verrebbe rafforzata da regimi nazionali d'insolvenza più forti, che aiuterebbero a ridurre il peso del debito privato, a facilitare il miglioramento dei bilanci e a ridurre la frammentazione finanziaria". Nel caso in cui la bassa crescita persista e le politiche monetarie siano esaurite, "politiche fiscali potrebbero dovere usare la flessibilità a disposizione nell'ambito dell'attuale framework fiscale per sostenere l'attivita' (economica)".
"Un'unione bancaria ancor più completa nell'Area Euro è cruciale per ridurre la frammentazione finanziaria e per indebolire legami tra sistema bancario e rischio sovrano". E' quanto scritto dal Fondo Monetario Internazionale. Entro il momento in cui la Banca centrale europea avrà centralizzato nelle sue mani il controllo delle banche "sarà cruciale avere in atto un forte e centralizzato Meccanismo di risoluzione unico al fine di garantire una risoluzione bancaria rapida e dai costi minimi", si legge nel documento. L'istituto guidato da Christine Lagarde definisce "un passo avanti" l'accordo del 20 marzo scorso tra Parlamento, Consiglio e Commissione europei. Tuttavia, il processo decisionale "appare complesso". Quanto ai gruppi bancari, la riparazione dei loro bilanci "nel contesto di una credibile asset quality review" (la valutazione degli attivi bancari effettuata dalla Bce in vista del passaggio alla Vigilanza bancaria unica europea) così come la "ricapitalizzazione di banche deboli saranno cruciali" se serve migliorare la fiducia e rivitalizzare il credito.
Economia russa a rischio
Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita della Russia, su cui pesano i recenti sviluppi sul fronte dell'Ucraina e i relativi rischi geopolitici. I calcoli del Fondo sono per un'espansione del Pil nel 2014 dell'1,3%, lo 0,6% in meno rispetto all'aggiornamento al Weo di gennaio. Per il 2015 la crescita dovrebbe accelerare a un +2,3%, lo 0,2% in meno rispetto ai calcoli di inizio anno. Il Fondo spiega che "contagi di vasta portata potrebbero verificarsi nel caso di interruzioni notevoli della produzione o del trasporto di gas naturale e petrolio o, in misura minore, di mais e frumento".