ECONOMIA
Il summit si svolge nel fine settimana a Sydney
G20: nel "mirino" la Federal Reserve
I paesi emergenti puntano il dito contro la Banca centrale degli Usa, per la scelta unilaterale di porre un freno agli aiuti che ha impatto a livello globale. Anche l'Europa è pronta a criticarla per la decisione di imporre norme più stringenti sulle banche straniere. Altro obiettivo del summit: la chiarezza delle politche monetarie. Per l'Italia non c'è il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni
Sydney
Ci sarà la Federal Reserve, con molta probabilità, nel mirino del G20 che si svolge questo fine settimana a Sydney. I paesi emergenti puntano il dito contro la Banca centrale degli Usa, per la scelta unilaterale di porre un freno agli aiuti che ha impatto a livello globale. Anche l'Europa è pronta a criticarla, non per la riduzione degli acquisti di asset ma per la decisione, anche in questo caso ritenuta unilaterale, di imporre norme più stringenti sulle banche straniere.
Regole che – afferma Sebastien de Brouwer, responsabile degli affari legali dell'European Banking Association - rischiano di creare un gap di standard, frammentare la liquidità sui mercati internazionali e spingere le banche a spostare le attività dove ci sono meno regole.
Gli Stati Uniti rischiano di essere criticati anche per la mancata approvazione della riforma delle quote del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che darebbe maggior peso agli emergenti.
E proprio i paesi emergenti chiedono che il comunicato finale del G20 rifletta la volontà di un maggiore coordinamento fra le banche centrali durante il freno della Fed agli aiuti all'economia. Lo riporta l'agenzia americana Bloomberg citando fonti vicine alla stesura del comunicato.
Secondo la stessa agenzia, il messaggio che arriverà dal vertice sarà che la politica monetaria deve essere calibrata e comunicata chiaramente. Il documento potrebbe anche includere un target per la crescita economica globale, in quella che sarebbe una vittoria per l'Australia rispetto allo scetticismo della Germania. A sostenere l'introduzione di un target per la crescita, proposta dal ministro delle finanze australiano Joe Hockey, è il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde.
Per l’Italia non c'è il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, non prende parte al G20 finanziario a Sydney. Il ministro, avrebbe deciso di non partecipare al vertice in seguito alle dimissioni di Enrico Letta e all'approssimarsi della nascita del nuovo governo. L'Italia sarà rappresentata dal direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, e dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.
Regole che – afferma Sebastien de Brouwer, responsabile degli affari legali dell'European Banking Association - rischiano di creare un gap di standard, frammentare la liquidità sui mercati internazionali e spingere le banche a spostare le attività dove ci sono meno regole.
Gli Stati Uniti rischiano di essere criticati anche per la mancata approvazione della riforma delle quote del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che darebbe maggior peso agli emergenti.
E proprio i paesi emergenti chiedono che il comunicato finale del G20 rifletta la volontà di un maggiore coordinamento fra le banche centrali durante il freno della Fed agli aiuti all'economia. Lo riporta l'agenzia americana Bloomberg citando fonti vicine alla stesura del comunicato.
Secondo la stessa agenzia, il messaggio che arriverà dal vertice sarà che la politica monetaria deve essere calibrata e comunicata chiaramente. Il documento potrebbe anche includere un target per la crescita economica globale, in quella che sarebbe una vittoria per l'Australia rispetto allo scetticismo della Germania. A sostenere l'introduzione di un target per la crescita, proposta dal ministro delle finanze australiano Joe Hockey, è il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde.
Per l’Italia non c'è il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, non prende parte al G20 finanziario a Sydney. Il ministro, avrebbe deciso di non partecipare al vertice in seguito alle dimissioni di Enrico Letta e all'approssimarsi della nascita del nuovo governo. L'Italia sarà rappresentata dal direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, e dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.