Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Grecia-Si-del-Parlamento-al-piano-Tsipras-ma-Syriza-si-spacca-b0678c87-1a18-4a32-8c63-5ad275398e2e.html | rainews/live/ | true
MONDO

Molotov e scontri in piazza ad Atene

Grecia. Sì del Parlamento al piano Tsipras. Oggi riunioni Eurogruppo, Ecofin e direttivo Bce

229 voti a favore, 64 contrari e sei astenuti. A votare contro le misure richieste da Bruxelles 40 ribelli di Syriza, tra cui l'ex ministro Varoufakis, la presidente del Parlamento Zoe Konstantopolou e il leader dell'ala radicale Lafazanis, mentre la vice ministro delle Finanze Nantia Valavani si è dimessa. Schaeuble: "Grexit resta buona idea per ristrutturare il debito". Cad

Condividi
Atene In una drammatica notte per la Grecia il Parlamento di Atene ha approvato con 229 voti a favore il primo pacchetto di riforme che Alexis Tsipras ha concordato a Bruxelles per evitare la Grexit. 64 i deputati non hanno votato il piano, sei gli astenuti. Ma il primo ministro greco ha davanti agli occhi la spaccatura del suo partito: tra cui l'ex ministro Varoufakis, la 'pasionaria' presidente del Parlamento Zoe Konstantopolou e il leader dell'ala radicale Lafazanis, mentre la vice ministro delle Finanze Nantia Valavani si è dimessa. Il ministro greco dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, tra i 40 ribelli di Syriza che in parlamento non hanno votato il piano di misure imposto dai creditori per il salvataggio, si dichirara pronto a dimettersi se a chiederlo sarà il  premier Alexis Tsipras. "Se ad un certo punto saranno richieste le mie dimissioni sarò a disposizione", ha detto ai giornalisti dopo che il parlamento ha approvato il piano di riforme a larga maggioranza, grazie al sostegno dell'opposizione. "Siamo parlamentari di questo governo, lo supportiamo fortemente. Non supportiamo il salvataggio", ha tenuto a precisare escludendo che la spaccatura della maggioranza sul piano Tsipras possa giustificare immediate elezioni. Intanto, mentre in Parlamento si votava il piano, fuori scoppiava la rabbia del popolo del 'no' con i primi scontri di piazza del suo governo.

L'intervento di Tsipras
E adesso gli interrogativi sono sulle sorti di Tsipras dal momento che ha perso la sua maggioranza politica. È un accordo che non ci piace ma che siamo "obbligati" a rispettare, ha detto il premier intervenendo durante la seduta fiume del Parlamento chiamata a votare su riforma dell'Iva, indipendenza dell'ufficio di statistica, 'Fiscal Council' ed eliminazione delle baby pensioni. "A Bruxelles avevo di fronte tre alternative: l'accordo, il fallimento con tutte le sue conseguenze e il piano Schaeuble" di una Grexit temporanea. E fra le tre, "ho fatto una scelta di responsabilità" e di "dignità", ha scandito Tsipras.

Il sostegno delle opposizioni
I numeri per far approvare il piano li ha avuti. Ma con il voto determinante delle opposizioni di Nea Dimokratia, Pasok e To Potami, che hanno votato sì come lo junior partner del suo governo, il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos, di fatto turandosi il naso. Nei discorsi è prevalso il senso di salvare il salvabile.La sconfitta 'politica' per Tsipras è tutta dentro il suo partito. Ed è enorme. A nulla è valso l'aut aut che aveva lanciato nel pomeriggio ai ribelli ("Senza il vostro sostegno (nel voto di stasera sarà difficile per me restare premier. O stasera siamo uniti, o domani cade il governo di sinistra"). Le defezioni sono state tantissime e ora sarà difficile continuare l'esperienza del primo governo di estrema sinistra della storia della Ue. Almeno in queste condizioni.  

Gli scontri con molotov e balck bloc
Prima delle drammatiche ore finali, e mentre a Bruxelles si continua a lavorare per il prestito ponte che potrebbe permettere di far riaprire le banche, il Paese aveva vissuto una giornata punteggiata da cortei, dalla serrata delle farmacie e dallo sciopero dei dipendenti pubblici (quelli più colpiti, ma anche quelli che fino al 2010 arrivavano a prendere 2mila euro al mese per un posto da donna delle pulizie al ministero delle Finanze). Tensione alle stelle, ma pacifica. Almeno fino alla prima serata. La rabbia degli estremisti è scoppiata alle 21.10, provando a cambiare con la violenza la storia della Grecia. Una bomba carta è esplosa in piazza Syntagma. Gli anarchici e i black bloc hanno tirato anche bombe molotov. Nella piazza simbolo della democrazia greca sono arrivati con i caschi, le maschere antigas, le maglie nere mentre il popolo dell' Oxi fatto giovani, impiegati, mamme, zie, adolescenti, ma anche bambini, da ore gridava e distribuiva volantini per esortare Tsipras a non cedere al "ricatto" della Germania e dell'Eurosummit. Dopo la prima esplosione, sono volati i lacrimogeni della polizia e la piazza si è svuotata. Cordoni di poliziotti si sono schierati. Poi la calma è tornata. E la parola è tornata alla politica.

50 fermati
Cinquanta le persone fermate ieri sera al termine di circa un'ora di violenti scontri fra dimostranti e forze dell'ordine. Le violenze hanno coinvolto circa 200 giovani che hanno lanciato bottiglie incendiarie e pietre contro gli agenti della polizia in tenuta antisommossa, fracassando finestre di uffici e dando fuoco a parecchi cassonetti. Molti dei manifestanti, con i volti coperti da maschere o passamontagna, brandivano grossi bastoni e pietre tolte dal selciato e hanno dato vita ai più pesanti scontri mai visti nei sei mesi di governo Syriza. 

Conference call Ecofin, Eurogruppo e direttivo Bce
Intanto, per oggi è prevista una conference call dell'Eurogruppo e dell'Ecofin per il prestito ponte alla Grecia per le esigenze immediate di finanziamento e la riunione del consiglio direttivo della Bce. La situazione esplosiva delle banche elleniche torna, quindi, sul tavolo dei governatori, che dopo aver congelato la liquidità d'emergenza oggi dovranno decidere il da farsi. Ma la riapertura dei rubinetti della banca centrale
potrebbe slittare di qualche giorno. La Bce ha congelato la sua 'Emergency Liquidity Assistance' (Ela) quando la trattativa si era interrotta due settimane fa con l'annuncio del referendum, spingendo le banche verso la chiusura e innescando i 'capital control' per limitare la fuga di liquidità. Per il presidente della Bce Mario Draghi, che ha giocato un ruolo chiave nell'accordo raggiunto fra i leader spingendo fortemente per la permanenza della Grecia dell'euro, le prossime decisioni sono delicatissime: Francoforte deve evitare il deflagrare degli istituti di credito, ma anche assicurarsi sufficienti garanzie per poter tornare a dar loro
ossigeno. Un atro nodo importante, dopo il voto ad Atene, è il rimborso alla Bce di 3,6 miliardi di bond greci alla scadenza del 20 luglio: senza sufficienti rassicurazioni che quei soldi saranno pagati, Francoforte non aumenterà l'Ela ridando ossigeno alle banche elleniche. Ecco perché la conference call dell'Eurogruppo di stamane potrebbe essere decisiva per capire i prossimi passi: verrà discussa l'ipotesi di ricorrere al fondo europeo Efsm, che ha ancora circa 11 miliardi di euro di disponibilità finanziarie che potrebbero costituire quel 'prestito ponte' indispensabile per consentire alla Grecia di onorare i suoi debiti: oltre che con la Bce (che ad agosto aspetta un altro rimborso che porterà il totale a circa sette miliardi), anche con il Fmi. E intanto, sempre su questo, fonti europee riferiscono che la Gran Bretagna, dopo assicurazioni avute da Bruxelles, ha tolto le sue riserve ed è pronta a dare il suo via libera al prestito ponte da 7 miliardi alla Grecia attraverso l'utilizzo dell'Efsm. L'ok definitivo, a quanto si è appreso, dovrebbe essere dato oggi nel corso della conference call dei 28 ministri delle Finanze dell'Unione europea. Sempre stamane i ministri dell'Eurogruppo valuteranno se, dopo il voto del Parlamento di Atene, dare il via al negoziato sul nuovo programma di aiuti.

Schaeuble: voterò 'sì' al piano, ma Grexit resta soluzione migliore
Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, presenterà la richiesta al Parlamento nazionale per il terzo salvataggio greco con "piena convinzione", ma ancora ritiene che una temporanea Grexit sarebbe forse l'opzione migliore. "Abbiamo fatto un passo in piu", ha detto intervistato dalla radio tedesca Deutschlandfunk, all'indomani del voto del Parlamento di Atene al primo pacchetto di riforme imposto dall'Unione Europea. "E' un passo importante", ha aggiunto. Il ministro tedesco ha poi ricordato che molti economisti dubitano che i problemi greci saranno comunque risolti senza un taglio del debito e ha osservato che il taglio del debito sarebbe incompatibile con l'appartenenza di Atene all'area euro. Il che potrebbe comportare un'uscita dalla moneta unica temporanea: "Questo probabilmente sarebbe la cosa migliore per la Grecia". 
Condividi