MONDO
Vertice a Riga
Merkel: "C'è ancora molto lavoro da fare per un accordo con la Grecia". Tsipras incontra Juncker
La cancelliera tedesca: "Colloquio molto amichevole" con Tsipras. Il premier greco parla di incontro "costruttivo". Nel pomeriggio Tsipras vedrà il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, dopo la conclusione del vertice sul partenariato orientale
Il colloquio di ieri sera con Alexis Tsipras "è stato molto amichevole, ma è chiaro che la Grecia deve lavorare con le tre istituzioni, Francia e Germania hanno offerto il loro aiuto ma l'accordo finale deve essere trovato con le tre istituzioni e su questo abbiamo ancora bisogno di un lavoro molto intenso". Lo ha detto Angela Merkel, all'indomani dell'incontro con François Hollande e Alexis Tsipras a margine del vertice Ue a Riga.
Il premier greco ha parlato di incontro "costruttivo". Nel pomeriggio vedrà il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, dopo la conclusione del vertice sul partenariato orientale. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del governo greco.
La politica ha ripreso in mano il dossier Grecia, facendo passare in secondo piano default, sostenibilità del debito, deficit e piani di risanamento.
Occasione altamente simbolica perché a Riga i nodi geopolitici dell'Unione fanno i conti con le tensioni sui confini orientali. Facendo apparire come illusoria l'idea che il Paese - affacciato sul Medio Oriente e con Mosca attratta dall'idea di avvicinarlo alla sua sfera d'influenza - possa essere lasciato alla deriva. "Non è qui a Riga che negoziamo la questione, ma è vero che questo ci permetterà di preparare l'Eurogruppo atteso a fine mese o a inizio di giugno", spiega il presidente francese: il 'mini-summit' a margine punta a "tratteggiare la soluzione".
Non si tratta del primo vertice di alto livello sui destini di Atene. Ma questa volta è avvenuto a ridosso dell'ora X per Atene: le casse statali rischiano di esaurirsi nel giro di due settimane, e del resto fra giugno e agosto vengono a scadenza qualcosa come undici miliardi di debiti, sette dei quali dovuti solo alla Bce: una bomba ad orologeria che fa paura al Fondo monetario internazionale e anche all'amministrazione Usa. Mentre il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble lancia messaggi inflessibili (il default non è da escludere, e l'ottimismo di Atene non è giustificato), Angela Merkel prova a dare sostanza al suo auspicio: un accordo entro fine mese. Sempre che le aperture di Tsipras non vengano silurate dalla base del partito.
Accordo che potrebbe di fatto rinviare alcuni nodi spinosi, ma che la cancelliera vuole chiudere: non c'è solo il salto nel vuoto del 'Grexit', con il pericoloso precedente di un addio all'euro. C'è, da mesi, il pressing degli Stati Uniti. Ci sono le pressioni di alcuni Paesi particolarmente irritati per il caso-Grecia, a partire dalla Spagna capofila di chi ritiene di aver fatto enormi sacrifici a fronte degli aiuti europei (e ha le elezioni fra qualche mese). C'è l'esigenza di non dare l'impressione che gli elettori europei debbano finanziare le promesse elettorali di Syriza. Per questo motivo, in alcune cancellerie europee si spera in un cedimento Tsipras sulla riforma di un sistema previdenziale giudicato insostenibile. In cambio del quale i creditori potrebbero fare concessioni su un aumento del salario minimo.
La dimensione sempre più eminentemente politica, anziché finanziaria, del negoziato è evidente anche dal "coinvolgimento personale" nella trattativa del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, per una soluzione di compromesso. Sullo sfondo, poi, c'è il debito greco: Atene punta a una ristrutturazione, lo stesso Fmi dice che senza l'austerity concordata (i cui target sono ormai fuori portata per quest'anno) il debito è insostenibile. I creditori ricordano che se ne parla a programma concluso e il Fmi potrebbe chiudere un occhio, temporaneamente, sui modelli economici di sostenibilità.