Il governo prepara la risposta all'Ue: nessuna manovra estemporanea ma strategia di lungo periodo
L'orientamento prevalso nel faccia tra Gentiloni e Padoan è di assumere solo decisioni coerenti con la politica economica avviata nel 2014: riforme, sostegno alla crescita, recupero dall'evasione, sostenibilità del debito pubblico
Il governo entro mercoledì deve rispondere alla lettera con cui la Commissione europea ha chiesto all'Italia una correzione dei conti e rispetterà il termine del primo febbraio, ma non intende mettere in campo nessuna manovra estemporanea. Sarebbe questo, secondo quanto riferiscono fonti del governo, l'orientamento prevalso nel corso del faccia a faccia tra il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Sono ore decisive e i contatti tra Palazzo Chigi e il Tesoro proseguono serrati. La Commissione europea ha chiesto risposte dettagliate ma il nodo piu' che tecnico e' politico perche' ogni eventuale decisione non puo' prescindere dalla partita elettorale e la tentazione di tenere il pugno duro con Bruxelles c'e' ma, come ha chiarito nei giorni scorsi lo stesso Padoan, un eventuale cartellino rosso sui conti pubblici in questo momento comprometterebbe la reputazione dell'Italia.
Roma prenderà solo decisioni coerenti con la politica economica avviata nel 2014
Il premier e il ministro, secondo quanto viene riferito, sono in perfetta sintonia, orientati ad assumere decisioni coerenti con la politica economica avviata nel 2014: riforme, sostegno alla crescita, recupero dall'evasione, sostenibilita' del debito pubblico. In questo contesto il governo scegliera' la strategia piu' adatta ad affrontare le nuove spese per il terremoto e assicurare il rispetto delle regole finanziarie europee. Il ventaglio delle misure da mettere in campo continua a non escludere nulla e l'unica cosa che sembra certa, al momento, e' che, nelle intenzioni dell'esecutivo, la correzione strutturale dei conti di circa lo 0,2% del Pil, ovvero 3,4 miliardi, non dovra' compromettere la crescita fissata per quest'anno all'1%. Mercoledi' quindi il governo potrebbe limitarsi a inviare un elenco generico di interventi la cui attuazione sarebbe rinviata al Documento di economia e finanza da presentare ad aprile. Al momento pero' la possibilita' di andare allo scontro e di rischiare la procedura di infrazione resta comunque in piedi.
Bruxelles: nessun braccio di ferro con l'Italia
Intanto, da Bruxelles fanno sapere che non c'e' alcun braccio di ferro con Roma e nessuna richiesta di rinvio rispetto al termine del primo febbraio. La Commissione Ue attende "con serenita' e fiducia" la risposta. "E' in corso un dialogo positivo, l'Italia ha detto che risponde, le regole comuni sono accettate da tutti e quando parliamo con il governo italiano, con il ministro Padoan, sono considerate come legittime", ha spiegato il commissario agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici. In attesa che si sciolga il nodo politico, al Tesoro si lavora quindi a una serie di ipotesi, che vanno dai tagli lineari di spesa, al rafforzamento del pacchetto antievasione, alla sforbiciata alle agevolazioni fiscali. Non e' esclusa la possibilita' di un'estensione della voluntary disclosure e di un prolungamento dei termini per l'adesione alla rottamazione delle cartelle di Equitalia. Un aumento delle tasse in questo momento sarebbe controproducente ma, come fanno notare fonti di governo, da solo il ritocco di un punto dell'Iva vale circa 4 miliardi e potrebbe essere risolutivo. Meno efficace viene invece considerato il rinvio del taglio dell'Ires dal 27,5 al 24% previsto per quest'anno.