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MONDO

Bruxelles

Immigrazione, riunione dell'Unione europea il 14 settembre

La riunione ministeriale d'emergenza dell'Ue sull'immigrazione "per rafforzare la risposta europea" è stata fissata per il 14 settembre. Lo annuncia la presidenza lussemburghese, precisando che l'incontro di terrà a Bruxelles 
nel pomeriggio

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Che occorra "superare Dublino" lo ha implicitamente riconosciuto nei giorni scorsi la cancelliera tedesca Angela Merkel, facendo un gesto significativo nei confronti dei profughi siriani, non rimandandoli indietro al primo paese Ue d'ingresso. Alla Germania si sono affiancati Francia e Gran Bretagna, che insieme a Berlino hanno chiesto una riunione urgente dei responsabili dell'Ue per individuare "misure immediate". La presidenza lussemburghese l'ha convocata a stretto giro, il 14 settembre a Bruxelles, dove si incontreranno i membri del Consiglio ministeriale Giustizia e Interni. Ma la strada rimane tutta in salita, vista la riluttanza di molti governi, specie del nord Europa, ad avviare una politica veramente comune. Da chiarire comunque la posizione di Londra che per bocca di Theresa May, ministro dell'Interno del governo conservatore di David Cameron, ha già annunciato il suo 'piano': porte aperte in Gran Bretagna a chi arriva da un altro Paese europeo con un lavoro già garantito; saracinesca chiusa ai disoccupati in cerca di fortuna. 

Per il 14 settembre comunque si spera che il flusso di migranti sia attenuato, o l'emergenza almeno contenuta. E che le tragiche notizie siano diminuite. Come quella dei tre bimbi scomparsi con le loro famiglie ricoverati in gravi condizioni in Austria dopo essere stati trovati su un camion in Austria. O come in Libia, dove si segnala un nuovo naufragio, con almeno sette morti, mentre papa Francesco tuona: "Basta stragi di migranti". 

A Branau, nell'Alta Austria, le due bimbe e un bimbo di età compresa tra gli uno e i cinque anni, erano arrivati in stato di incoscienza venerdì scorso: "Si stanno riprendendo" avevano dichiarato le autorità, precisando che erano stati salvati "in extremis", e che "non avrebbero resistito molto altro tempo". Sono stati scovati a bordo di un minivan assieme ad altri 23 profughi, provenienti da Siria, Afghanistan e Bangladesh. Erano tutti stipati in pochi metri quadri: se il mezzo non fosse stato fermato dalla polizia forse sarebbero tutti morti. Secondo la polizia austriaca, i familiari e i tre piccoli potrebbero già aver attraversato il confine con la Germania, e sarebbero fuggiti perché temevano l'espulsione in Ungheria.

E proprio in territorio ungherese è stato arrestato un quinto uomo nell'ambito delle indagini sul ritrovamento di 71 cadaveri di profughi sul 'tir della morte', individuato giovedì scorso in Austria. La polizia ungherese ha precisato che il sospetto è stato arrestato sabato sera. Gli altri 4, tre bulgari e un afghano, sono stati arrestati nel sud dell'Ungheria il giorno stesso del ritrovamento del tir. Sotto processo a Kecskemet, da dove sarebbe partito il tir prima di caricare i profughi al confine serbo, si sono detti innocenti. Il tribunale ha deciso 30 giorni di detenzione cautelare.

La scia di morte continua: la Mezzaluna rossa libica ha denunciato un nuovo naufragio, questa volta davanti alle coste libiche: almeno 7 i cadaveri ritrovati sulle spiagge davanti a Khoms, un centinaio di chilometri a est di Tripoli. Scioccanti le immagini, con i cadaveri sul bagnasciuga e i medici che li trascinano via dall'acqua con dei sacchi neri. Immagini sempre più frequenti in queste settimane, le più drammatiche nella storia recente dell'immigrazione.
 
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