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MONDO

MSF: dalla Procura nessuna comunicazione

Inchiesta su presunti contatti ONG-scafisti: in corso "verifiche" anche su Medici Senza Frontiere

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Dopo il caso Jugend Rettet adesso sono in corso verifiche - non è arrivato alcun avviso di garanza - anche su Medici Senza Frontiere, la più grande delle ONG a non aver firmato il codice di comportamento redatto dal Viminale. Gli accertamenti riguardano anche in questo caso gli sconfinamenti in territorio libico, trasbordo di persone direttamente dalle imbarcazioni degli scafisti (la cosiddetta "consegna concordata") o dalla nave Iuventa (di Jugend Rettet) senza essere state allertate direttamente dalla Guardia Costiera. 

Msf: dalla Procura nessuna comunicazione
Con una nota Medici senza frontiere fa sapere che le notizie circa le verifiche non hanno riscontro, che sono vecchie accuse e, soprattutto, che "non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani nè da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare". 

Intanto Medici Senza Frontiere ha salvato 144 persone
A cinque giorni dal rifiuto di firmare il codice MSF continua a lavorare nel Mediterraneo sotto il coordinamento della Guardia Costiera e ha salvato 144 persone. Il presidente Loris De Filippi ha sottolineato che "non c'è alcun atteggiamento di sfida alle istituzione" ma semplicemente il proseguimento della loro attività umanitaria. 

Jugend Rettet: vogliamo dissequestro Iuventa, vogliamo lavorare
La Procura di Trapani sta indagando sull'operato della nave Iuventa, ora ormeggiata in porto. E' un vecchio peschereggio che i giovani tedeschi della ONG hanno sistemato grazie a risparmi e donazioni, finita ora sotto accusa - dopo la mancata firma del codice delle ONG - per aver cercato, sono le accuse, di creare una sorta di organizzazione di soccorso parallela a quella ufficiale. Non ci sta, Jugend Rettet, che alle accuse ribatte con i numeri che la spingono a voler tornare in mare: "Negli ultimi due giorni sono stati trovati otto cadaveri, il sequestro della nostra nave ci impedisce di lavorare in quell'area". L'avvocato Leonardo Marino sta lavorando in quella direzione: "Chiederemo la restituzione del bene, siamo nella fase embrionale e al momento non sappiamo di essere indagati, difendo il rappresentante della Ong, una donna, che era sulla Iuventa e che tecnicamente non è indagata: le e' soltanto stato notificato il decreto di sequestro preventivo".
 
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