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MONDO

Orrore a Mosul

Iraq, nuovo video dell'Isis: decapitato soldato curdo; Obama: in Siria "ancora nessuna strategia"

I jihadisti hanno diffuso un filmato shock con un messaggio alle autorità curdo- irachene: "Non lasciate che l'America intervenga"; Onu condanna massacro di civili commesso dall'Isis. Obama: su Siria ancora nessuna strategia, priorità è l'Iraq. Gran Bretagna innalza allerta attentati

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Una nuova brutale esecuzione per mano dei jihadisti dello Stato Islamico. Ancora un video diffuso in rete dai miliziani, un filmato in cui viene decapitato un prigioniero curdo a Mosul. Le immagini ricordano il video dell'uccisione del giornalista americano Foley: stessa tunica arancione - quella dei detenuti di Guantanamo- stesso messaggio, questa volta diretto alle autorità curdo- irachene.

Uno dei prigionieri che si vedono nel video dice: "Non lasciate che l'America intervenga nella nostra regione. Le nostre anime sono nelle vostre mani. Ogni errore o imprudenza da parte vostra ci costerà la vita".

Onu, denuncia massacro dei civili
Dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon arriva una dura condanna alle atrocità compiute dai miliziani dell'Isis: viene denunciato il "massacro dei civili" nel nord dell'Iraq. "Tutte le grandi religioni hanno a cuore la pace e la tolleranza", ha detto alla sesta conferenza dell'Alleanza delle civiltà dell'Onu che si tiene sull'isola di Bali, in Indonesia. "Ecco perché sono particolarmente indignato per le informazioni provenienti dall'Iraq che parlano di massacri di civili da parte dell'Isis", ha aggiunto Ban. "Intere comunità che vivono da generazioni nel nord dell'Iraq sono costrette a fuggire pena la morte, semplicemente a causa del loro credo religioso", ha denunciato il segretario dell'Onu.

Gb, allerta attentati da Siria e Iraq
In Gran Bretagna cresce il livello di allerta terrorismo, innalzato da "sostanziale" a "grave" a fronte dell'elevata possibilità di un attacco da Siria e Iraq. 
"L'Isis rappresenta la più grande e profonda minaccia mai conosciuta sino ad ora alla nostra sicurezza'' ha detto il premier David Cameron. In una nota il ministro dell'Interno di Londra, Theresa May ha però sottolineato che "non ci sono segnali di intelligence che suggeriscano che un attacco sia imminente".

Obama, in Siria "Non abbiamo ancora una strategia"
Non solo in Iraq, anche la Siria è un fronte caldo per l'avanzata e le violenze dell'Isis. "Non abbiamo ancora una strategia" ha dichiarato il presidente americano "La nostra priorità adesso è proteggere gli americani sul territorio iracheno". Ha poi annunciato l'invio del segretario di Stato John Kerry in Iraq. "Per avere successo dobbiamo avere un governo iracheno più inclusivo possibile", ha sottolineato Obama. L'opzione militare è contemplata nella risposta alla "minaccia immediata" rappresentata dall'Isis, e l'esercito americano potrebbe distruggere il gruppo terroristico sul campo.

43 caschi blu in ostaggio
Dopo che ieri i qaedisti siriani del Fronte al-Nusra hanno rapito 43 caschi blu sulle Alture del Golan, oggi hanno circondato 75 peacekeepers e ne hanno chiesto la resa. Il portavoce dell'esercito filippino, il tenente colonnello Ramon Zagala, ha riferito di essere in costante contatto con i suoi uomini, che sono in buone condizioni e si sono "dimostrati fermi e tenaci nel difendere le postazioni" dopo essere stati circondati dai ribelli siriani del fronte qaedista al-Nusra. "Non hanno consegnato le armi per non finire catturati", ha sottolineato.
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha "fermamente condannato" l'assalto, chiedendo "il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i peacekeeper catturati.

Inchiesta italiana su jihadisti, c'è anche una donna
Tra le carte dell'inchiesta avviata dalla Procura di Venezia con l'ausilio del Ros di Padova sui reclutatori di jihadisti da inviare in Siria per combattere al fianco delle milizie dell'Isis c'è anche una donna. Lo riporta "Il Corriere della Sera": si tratterebbe di una musulmana di origini balcaniche che pur non formalmente iscritta nel registro degli indagati avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel favorire il viaggio di Ismar Mesinovic, il bosniaco residente nel bellunese morto in combattimento ad Aleppo lo scorso gennaio. La donna avrebbe avuto una funzione di collegamento tra gli indagati, dei quali fa parte l'imam estremista 
   

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