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ECONOMIA

Crisi

Istat: economia in crescita, migliora il potere di acquisto delle famiglie

La fiducia delle imprese è migliorata in tutti i principali comparti a eccezione del commercio al dettaglio e l'indicatore anticipatore segnala prospettive di miglioramento dell'attività economica per i prossimi mesi

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Segnali di miglioramento per l'economia italiana. Anche se a gennaio l'indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato una diminuzione legata al peggioramento del clima economico e il clima futuro, solo in parte attenuato dal miglioramento del clima personale e corrente. La fiducia delle imprese è migliorata in tutti i principali comparti a eccezione del commercio al dettaglio e l'indicatore anticipatore segnala prospettive di miglioramento dell'attività economica per i prossimi mesi. Lo rileva l'Istat nella sua nota mensile sull'andamento dell'economia italiana nella quale passa in rassegna i primcipali temi della congiuntura.  

Aumentano i consumi delle famiglia
Nel terzo trimestre 2016, i consumi delle famiglie italiane sono aumentati dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, favoriti dall'incremento del reddito disponibile e del potere di acquisto. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. 

Stabile l'occupazione
Nel quarto trimestre 2016, l'occupazione è rimasta stabile dopo la crescita consistente registrata nei primi due trimestri e il lieve calo in T3. Tuttavia gli occupati dipendenti a tempo indeterminato sono diminuiti rispetto al terzo trimestre (-0,3%, -39 mila unità), a fronte di un aumento dei dipendenti a termine (+1%, +25 mila unità) e degli occupati indipendenti (+0,2%, +8 mila unità). Sempre nel quarto trimestre, la ripresa dell'occupazione ha riguardato unicamente gli ultracinquantenni (+1,3%), mentre è stata registrata una riduzione degli occupati per tutte le altre fasce di età.

Prezzi, rafforzamento dell'inflazione
A gennaio 2017 si confermano i segnali di rafforzamento dell'inflazione al consumo emersi nei mesi finali dello scorso anno, sostanzialmente legati alle condizioni del quadro esterno. In assenza di rilevanti fattori di spinta di natura endogena, la componente di fondo si attesta su ritmi di crescita storicamente bassi. Dopo l'aumento registrato a dicembre (+0,5% su base annua), l'indice dei prezzi per l'intera collettività (NIC) risulta in accelerazione su base tendenziale (+0,9% la variazione più alta da settembre 2013). La risalita risente dei rincari degli alimentari freschi causati da fattori climatici avversi e del progressivo recupero dei prezzi dei beni energetici.  Escludendo gli ultimi due raggruppamenti, la dinamica dei prezzi si conferma ancora contenuta, e nuovamente in rallentamento, attestandosi a +0,5%, un livello analogo a quello medio del 2016. I prezzi alla produzione dei prodotti industriali destinati al mercato interno stanno gradualmente incorporando i rialzi degli input importati dall'estero, ma i beni di consumo non alimentari continuano a mantenere una dinamica annua lievemente negativa (-0,2%). Le aspettative indicano che il processo di crescita dei prezzi dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi, tuttavia l'orientamento degli operatori economici appare diverso: mentre per i consumatori le attese di rincari si rafforzano significativamente, tra gli imprenditori che producono beni per il consumo finale prevale ancora una certa cautela negli aumenti dei propri listini.

Positivo il manufatturiero
A novembre la produzione industriale al netto delle costruzioni ha registrato un miglioramento rispetto al mese precedente (+0,7%). Nella media del trimestre settembre-novembre  l'indice è aumentato dello 0,9% su base  congiunturale trainato dalla robusta crescita dell'energia (+7,5%), mentre i beni di consumo durevoli e i beni strumentali hanno segnato una diminuzione (rispettivamente -1,0% e -0,6%). Nella media del trimestre settembre-novembre, l'indice del fatturato dell'industria è aumentato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti a sintesi di una variazione lievemente negativa sul mercato interno (-0,1%) e di un miglioramento delle vendite sui mercati esteri (+0,7%). La crescita  trimestrale ha beneficiato del contribuito positivo di tutti i comparti dell'industria ad eccezione dei beni di consumo durevoli (-0,9%). Nello stesso periodo, gli ordinativi hanno registrato una riduzione significativa (-2,3%), guidata prevalentemente dalla contrazione della componente estera (-5,0%). 

Scambi con l'estero in ripresa
A novembre gli scambi con l'estero hanno mostrato segnali di ripresa: le esportazioni sono cresciute (+2,2% rispetto al mese precedente) sostenute dalla crescita dell'interscambio sia con l'area Ue sia con i paesi extra-Ue. Le importazioni hanno mostrato un aumento più contenuto (+1,7%) a causa della flessione degli acquisti di beni di consumo durevoli (-3,1%). A dicembre è proseguita l'intensificazione dei flussi commerciali con i paesi extra-Ue, con una dinamica più sostenuta delle importazioni (+6,5%) rispetto alle esportazioni (+2,5%). Gli acquisti di energia e di beni strumentali hanno evidenziato una marcata crescita rispetto al mese precedente (rispettivamente +14,4% e +8,2%).

Costruzioni + 2%
A novembre 2016, l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha segnato un aumento del 2,0% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre settembre-novembre, tuttavia, l'indice ha registrato una pesante flessione congiunturale (-1,8%). Nel secondo trimestre 2016, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, i dati sui permessi di costruire segnalano, per la prima volta in 5 anni, un aumento della superficie utile abitabile per le nuove abitazioni (+9,1%), mentre per il comparto non residenziale si è registrata una nuova caduta (-7,5%). Nel terzo trimestre 2016, l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo, secondo i dati rilasciati dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, il numero di compravendite di unità immobiliari residenziali è cresciuto del 17,4% in termini tendenziali. 

 
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