ECONOMIA
Le previsioni sull'economia italiana
Istat, si consolida ripresa produttiva: nel 2015 Pil a +0,7% e disoccupazione a 12,5%
"L'aumento del Pil chiuderà la fase recessiva del triennio precedente" fa sapere l'Istituto. Segnali incoraggianti anche sul fronte del mondo del lavoro. Nel 2015 si registrerà "una moderata riduzione" del tasso di disoccupazione che scenderà al 12,5% (dal 12,7% del 2014), per passare poi al 12% nel 2016. Prevista inotlre una crescita dei consumi privati. Resta debole, invece, l'inflazione
Roma
L'aumento del Pil nel 2015 (+0,7%) "chiuderà la fase recessiva del triennio precedente". Lo afferma l'Istat, prevedendo un'accelerazione dell'economia italiana nel secondo semestre. "Le prospettive di breve termine - scrive l'Istituto - indicano una ripresa dei ritmi produttivi, legata sia all'impulso favorevole delle componenti esogene, come l'evoluzione positiva del ciclo internazionale e il deprezzamento dell'euro, sia alla ripresa della domanda interna, sostenuta dai bassi prezzi dell'energia e dall'atteso miglioramento delle condizioni del credito".
La disoccupazione calerà al 12,5%
Segnali incoraggianti anche sul fronte del mondo del lavoro. Nel 2015 - secondo quanto prevede l'Istat - si registrerà "una moderata riduzione" del tasso di disoccupazione che scenderà al 12,5% (dal 12,7% del 2014), per passare poi al 12% nel 2016. Secondo l'Istituto, l'occupazione aumenterà invece in termini di unità di lavoro dello 0,6% quest'anno e dello 0,9% l'anno prossimo.
Crescita dei consumi privati
Secondo quanto previsto dall'Istat, inoltre, "la spesa privata per consumi è attesa consolidarsi nel triennio" 2015-2017. In particolare, nel 2015 i consumi privati registreranno una crescita pari allo 0,5% (dopo il +0,3% del 2014), "favorita da un'evoluzione positiva del reddito disponibile e dal graduale incremento dell'occupazione". L'Istituto prevede che nel biennio successivo "l'aumento dei redditi da lavoro dipendente, associato a una ripresa dell'occupazione, continuerà a sostenere i consumi privati che aumenteranno dello 0,7% nel 2016 e dello 0,9% nel 2017".
Inflazione resta debole
Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi, invece, è prevista debole per gran parte del 2015. L'Istat prevede nella media di quest'anno che il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie si attesti su un valore positivo ma prossimo allo zero
(+0,2%). Nel biennio successivo, "nel quadro di una netta inversione di segno del contributo della componente esogena e del miglioramento dello scenario macroeconomico interno, riprenderà il processo inflazionistico". In particolare, "in assenza dell'applicazione delle clausole di salvaguardia relative ad accise e aliquote Iva, nel 2016 il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie è previsto in media all'1,4% mentre nel 2017 si attesterà su un valore appena superiore".
La disoccupazione calerà al 12,5%
Segnali incoraggianti anche sul fronte del mondo del lavoro. Nel 2015 - secondo quanto prevede l'Istat - si registrerà "una moderata riduzione" del tasso di disoccupazione che scenderà al 12,5% (dal 12,7% del 2014), per passare poi al 12% nel 2016. Secondo l'Istituto, l'occupazione aumenterà invece in termini di unità di lavoro dello 0,6% quest'anno e dello 0,9% l'anno prossimo.
Crescita dei consumi privati
Secondo quanto previsto dall'Istat, inoltre, "la spesa privata per consumi è attesa consolidarsi nel triennio" 2015-2017. In particolare, nel 2015 i consumi privati registreranno una crescita pari allo 0,5% (dopo il +0,3% del 2014), "favorita da un'evoluzione positiva del reddito disponibile e dal graduale incremento dell'occupazione". L'Istituto prevede che nel biennio successivo "l'aumento dei redditi da lavoro dipendente, associato a una ripresa dell'occupazione, continuerà a sostenere i consumi privati che aumenteranno dello 0,7% nel 2016 e dello 0,9% nel 2017".
Inflazione resta debole
Per quanto riguarda la dinamica dei prezzi, invece, è prevista debole per gran parte del 2015. L'Istat prevede nella media di quest'anno che il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie si attesti su un valore positivo ma prossimo allo zero
(+0,2%). Nel biennio successivo, "nel quadro di una netta inversione di segno del contributo della componente esogena e del miglioramento dello scenario macroeconomico interno, riprenderà il processo inflazionistico". In particolare, "in assenza dell'applicazione delle clausole di salvaguardia relative ad accise e aliquote Iva, nel 2016 il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie è previsto in media all'1,4% mentre nel 2017 si attesterà su un valore appena superiore".