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MONDO

Conclusa la fase negoziale con l'India

Marò, l'Italia attiva l'arbitrato internazionale

L'Italia chiederà immediatamente l'applicazione delle misure che consentono la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone, in attesa che si concluda l'iter della procedura arbitrale

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L'Italia ha attivato oggi l'arbitrato internazionale sul caso dei Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.

Lo annuncia la Farnesina, spiegando che la decisione, che il Parlamento aveva sollecitato, è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l'India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia. Il governo, nelle ore precedenti l'attivazione dell'arbitrato ha informato della decisione i presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera dei Deputati.

L'Italia, quindi, chiederà immediatamente l'applicazione delle misure che consentono la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone in attesa che si concluda l'iter della procedura arbitrale. Da parte italiana, vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull'immunità. Obiettivo - si legge in una nota della Farnesina - è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza.

I presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato, Fabrizio Cicchitto, Elio Vito, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre hanno scritto una nota comune esprimendo: "apprezzamento per la decisione del Governo di attivare, come richiesto da tempo dal Parlamento, la procedura dell'arbitrato internazionale per la risoluzione con l'India della vicenda dei Fucilieri di Marina, attivazione della quale eravamo stati informati nelle ore precedenti. Ora è il momento dell'unità delle Istituzioni e del Paese per vedere finalmente affermati, secondo le norme del diritto nazionale ed internazionale, l'innocenza e i diritti dei Marò e dell'Italia, dopo oltre tre anni di ingiusta detenzione".
 
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