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POLITICA

Articolo 2 della Riforma elettorale

Italicum, governo incassa la seconda fiducia con 350 sì

193 i no, rispetto alla prima fiducia hanno votato 16 deputati in meno. In corso la terza votazione con le opposizioni che hanno scelto di non partecipare. Pd: "Stesso dato politico di ieri", 37 i "dissidenti". Lunedì il voto finale

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Il governo incassa la seconda fiducia alla Camera sull'Italicum. 350 sì - in leggero calo rispetto ai 352 di ieri - 193 i no, un solo astenuto su 544 deputati presenti.

La fiducia è stata posta sull'articolo 2 della riforma elettorale. "ll dato politico è identico a ieri"  il commento di Emanuele Fiano, responsabile Riforme del Pd, secondo i dati "sono 37 gli assenti per motivazioni politiche", ovvero esponenti della minoranza del partito. I nomi sono gli stessi di ieri, tra cui Bersani, Letta, Cuperlo, Bindi, Fassina, Epifani. Come ieri ha invece partecipato al voto Enzo Lattuca. Secondo i calcoli fatti dal Pd, i "dissidenti" risultano dunque essere gli stessi di ieri, in quanto dall'elenco dei 38 "non giustificati" che non hanno partecipato al voto per motivi politici, andrebbe tolto Vaccaro, che stando a quanto spiegano dal Pd, non sarebbe assente per dissenso verso la linea del gruppo.

Alla terza votazione, in corso a Montecitorio, non stanno partecipando le opposizioni. La decisione, a quanto si apprende, sarebbe stata presa dopo una serie di contatti tra i vari capigruppo di Fi, Lega, M5s, Fdi e Sel. Il voto finale, secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo, sarà lunedi.

La prima fiducia
Ieri il Governo ha incassato la prima fiducia alla Camera sull'articolo 1 della legge elettorale: 352 voti a favore e 207 contrari e un astenuto sui 560 presenti in aula. Alla fine sono stati 38 i deputati Pd a non votare la fiducia. "Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia. La strada è ancora lunga ma questa è #lavoltabuona" la soddisfazione del Premier su twitter. "Siamo in linea con i numeri delle altre fiducie" il commento del Ministro Maria Elena Boschi.

Lo strappo tra Renzi e la minoranza Pd
Sulla fiducia avviene lo strappo tra il governo e la minoranza Dem. Non hanno votato i "big" Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Enrico Letta, Roberto Speranza, Guglielmo Epifani, Gianni Cuperlo, e Pippo Civati. Un duplice strappo all'interno del Pd: anche la minoranza si è infatti spaccata sulla fiducia. Cinquanta deputati di Area Riformista, la componente finora guidata da Roberto Speranza, ha stilato un documento pro-fiducia mentre iniziava la "chiama" in Aula. A sorpresa hanno votato no alla fiducia invece 3 deputati di Area Popolare, Nunzia de Girolamo, Giuseppe de Mita e Angelo Cera. "Non condivido il metodo di Renzi" spiega de Girolamo motivando la scelta. Votano no anche Sel, FI, Lega e M5S.

Bersani: "Non esco da Pd"
"Io non esco dal Pd, bisogna tornare al Pd. Il gesto improprio di mettere la fiducia lo ha fatto Renzi, non io. È lui che ha fatto lo strappo". Pier Luigi Bersani smentisce lo spettro della scissione dal Pd da parte di chi non ha votato la fiducia. Di fiducie "ne ho votate ben 17, più di una al mese. Sono pronto a votarne 18, ma lo faccio sugli atti del governo, non posso accettare come cittadino, parlamentare, membro del partito democratico che si zittisca il Parlamento su un tema come la legge elettorale". 



 
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