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POLITICA

Ieri il voto sull'articolo 1 della Riforma

Italicum, Governo incassa la prima fiducia oggi si replica con due votazioni

352 voti a favore e 207 contrari. Non hanno votato 38 "dissidenti" della minoranza Dem. Renzi su Twitter: "Grazie ai deputati che hanno votato la prima fiducia". Soddisfazione anche del Ministro Boschi: "Siamo in linea con i numeri delle altre fiducie. È il primo passo". Il presidente Pd Guerini minimizza la spaccatura interna: "Strappo contenuto nessuna sanzione"

(LaPresse)
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Dopo aver incassato la prima fiducia oggi l'Italicum è alla prova con la seconda e terza votazione mentre dopo il primo maggio è atteso il voto finale a scrutinio segreto. Sull'articolo 1 della legge elettorale il Governo ha ottenuto 352 voti a favore, 207 contrari e un astenuto sui 560 presenti in aula. "Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia. La strada è ancora lunga ma questa è #lavoltabuona" la soddisfazione del Premier su twitter. "Siamo in linea con i numeri delle altre fiducie" il commento del Ministro Maria Elena Boschi.  Alla fine sono stati 38 i deputati Pd a non votare la fiducia , tra cui i "big" Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Enrico Letta, Roberto Speranza, Guglielmo Epifani, Gianni Cuperlo, e Pippo Civati. E si consuma lo strappo tra il premier e una parte della minoranza Dem.



I numeri
Un duplice strappo all'interno del Pd: anche la minoranza Dem si è infatti spaccata sulla fiducia. Cinquanta deputati di Area Riformista, la componente finora guidata da Roberto Speranza, ha stilato un documento pro-fiducia mentre iniziava la "chiama" in Aula. A sorpresa hanno votato no alla fiducia invece 3 deputati di Area Popolare, Nunzia de Girolamo, Giuseppe de Mita e Angelo Cera. "Non condivido il metodo di Renzi" spiega de Girolamo motivando la scelta. Votano no anche Sel, FI, Lega e M5S.

I nomi dei 38 dem. Cuperlo: "Addolora non votare"
Della minoranza dem non hanno votato la fiducia al governo sull'Italicum in 38 deputati: Agostini, Albini, Bersani, Bindi, Bossa, Bossio, Capodicasa, Cimbro, Civati, Cuperlo, D'Attorre, Fabbri, Gianni Farina, Fassina, Folino, Fontanelli, Fossati, Carlo Galli, Giorgis, Gnecchi, Gregori, Laforgia, Letta, Leva, Maestri, Malisani, Marco Meloni, Miotto, Mugnato, Murer, Piccolo, Pollastrini, Stumpo, Vaccaro, Zappulla, Zoggia, Epifani, Speranza. "Amareggia e addolora non votare la fiducia perché mi sento parte di una comunità ma è un segnale legittimo e necessario per uno strappo incomprensibile" afferma Cuperlo.



Guerini: "Strappo contenuto, nessuna sanzione"
Il vice segretario Pd Guerini minimizza: "Strappo contenuto nessun provvedimento disciplinare". Ora sottolinea "c'è da fare un lavoro di lunga lena dentro la dialettica del partito, per recuperare un terreno di confronto agevole e positivo nel gruppo e nel Pd. Confido si possa fare". Interviene anche il presidente del partito, Orfini: "Incomprensibile" la decisione di non votare la fiducia da parte di dirigenti del Pd, come Bersani e Letta, che hanno guidato il partito "in momenti molto più complicati, durante i quali è stata posta la fiducia senza discussioni". 

Bersani: "Non esco da Pd"
"Io non esco dal Pd, bisogna tornare al Pd. Il gesto improprio di mettere la fiducia lo ha fatto Renzi, non io. È lui che ha fatto lo strappo". Pier Luigi Bersani smentisce lo spettro della scissione dal Pd da parte di chi non ha votato la fiducia. Di fiducie "ne ho votate ben 17, più di una al mese. Sono pronto a votarne 18, ma lo faccio sugli atti del governo, non posso accettare come cittadino, parlamentare, membro del partito democratico che si zittisca il Parlamento su un tema come la legge elettorale".

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