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POLITICA

Le reazioni

Jobs Act, Forza Italia contro Ncd. Sul provvedimento le critiche di Sel e dei sindacati

"Il braccio esile di Ncd è stato piegato in fretta dalla preponderante volonta nel Partito democratico", scrive 'Il Mattinale'. Dure Cgil e Uil, la Cisl: "Migliorabile". Sel: "Contratto a licenziamenti crescenti"

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"Si arrenderanno quando non potranno più negare la realtà". Il premier Matteo Renzi, rispondendo agli utenti su Twitter, si inserisce nel dibattito-scontro sul Jobs Act e sull'operato dell'esecutivo in generale ripreso dopo la breve pausa natalizia.

Nel centro-destra botta e risposta tra Forza Italia e il partito di Angelino Alfano mentre, sul fronte sindacale, restano critiche Cgil e Uil, mentre la Cisl considera "migliorabile" il testo, specie sul punto dei licenziamenti collettivi. All'interno del Pd, ribadisce la sua contrarietà al provvedimento Stefano Fassina.

Il tweet di Renzi
Archiviata la due giorni di feste, il premier torna con un tweet a ribadire la sua volontà di cambiamento, rivendicando quando fatto nell'ultimo Cdm prima della pausa.



Cinguettio che scatena, come spesso accade, una serie di risposte, obiezioni e commenti di vario tipo cui Renzi risponde.

I sindacati
Sindacati ancora in ordine sparso sulla riforma del lavoro. Il passaggio in Cdm non avvicina infatti Cgil, Cisl e Uil, ancora ferme su posizioni diverse. Da una parte le dure reazioni dei leader Cgil e Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, che insieme al numero uno della Fiom, Maurizio Landini, bocciano il 'compromesso' Renzi. Dall'altra la Cisl, che ritiene possibile migliorare il provvedimento ma che, di fatto, ne promuove l'impostazione.
 
Nette le parole di Camusso, spese già a caldo il 24 dicembre. "Altro che rivoluzione copernicana", il governo Renzi "ha cancellato il lavoro a tempo indeterminato, generalizzando la precarizzazione". Quelle approvate, dice senza mezzi termini, norme "ingiuste, sbagliate e punitive". Mentre Landini definisce i decreti "un regalo fatto alla vigilia di Natale agli imprenditori". 
 
Sulla stessa linea il segretario Uil Carmelo Barbagallo: "il governo ha fatto solo un favore agli imprenditori e sta eseguendo i compitini assegnati dalla Merkel". Per il dirigente sindacale, sono "emblematiche le battute del premier sugli imprenditori e sulla destra. Registriamo, infatti, che nemmeno il governo Berlusconi era riuscito ad abolire l'articolo 18, monetizzando i licenziamenti". La Uil, in particolare, giudica "negativamente la monetizzazione dei licenziamenti collettivi, fatto che non aiuterà il mondo del lavoro".

La Cisl
Diversa l'analisi della Cisl. Per il sindacato di Via Po, "il testo del Governo sul jobs act è ancora migliorabile, in particolare per quanto riguarda le norme sui licenziamenti collettivi". "Noi - sottolinea il segretario confederale Gigi Petteni - insisteremo anche che nei prossimi decreti si riducano le tipologie contrattuali che in questi anni hanno generato le maggiori precarietà del lavoro". Il sindacato guidato da Furlan ritiene indispensabile far prevalere la proposta rispetto alla protesta. "Come Cisl non faremo mancare la nostra azione propositiva sulla riforma degli ammortizzatori e soprattutto sulle politiche attive del lavoro che sono la vera sfida del paese", spiega Petteni. E, evidenzia, se è "certamente positiva l'estensione dell'Aspi ai collaboratori, portandola a 24 mesi, come aveva sostenuto la Cisl in queste settimane", è anche "importante è non aver toccato il reintegro in caso di licenziamenti disciplinari e non aver inserito nel jobs act le norme sullo scarso rendimento del lavoratore".

Botta e risposta Fi-Ncd
"Bisogna dare riconoscimento al Nuovo Centrodestra di aver tentato un braccio di ferro, soprattutto grazie alle evocazioni perentorie di crisi di governo da parte di Maurizio Sacconi - scrive 'Il Mattinale', la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia alla Camera -. Ma il braccio esile di Ncd è stato piegato in fretta dalla preponderante volonta nel Partito democratico dell'anima arcipotente di Cgil. Ora la Camusso si lamenta, ma è un gioco delle parti. L'uomo della Cgil nella maggioranza, e cioé Damiano, canta vittoria".

Pronta la replica del partito di Angelino Alfano che, per bocca di Fabrizio Cicchitto, risponde: "Forza Italia dimentica o finge di dimenticare che abbiamo ottenuto più noi sul terreno della modifica dell'articolo 18 che non a suo tempo un governo Berlusconi che dovette fare marcia indietro su tutta la linea, per cui non capiamo la ragione di tutti questi schiamazzi".

Carfagna: "Compromesso al ribasso"
"Nei fatti si è optato per un compromesso al ribasso che espone le aziende a troppe incertezze - così, in una nota, la portavoce dei deputati di Forza Italia Mara Carfagna -. Ancora una volta, purtroppo, la via del compromesso con i potentati della sinistra ha avuto la migliore. Peccato che a pagare il prezzo di questa pace tutta interna all'area dem debba essere un Paese che ha bisogno di più riforme e meno chiacchiere!".

Fassina rinnova le critiche
"Purtroppo, i primi due decreti attuativi della Delega Lavoro confermano l'obiettivo vero dell'intervento: ulteriore svalutazione del lavoro, data l'impossibilità di svalutare la moneta, per puntare illusoriamente a crescere via export. Insomma, un'altra tappa del mercantilismo liberista raccomandato dalla Troika". Ne è convinyo il deputato Pd Stefano Fassina che affida il suo pensiero al blog dell'Huffington Post. "Non è una rivoluzione copernicana. E' una rivoluzione conservatrice, un cambiamento regressivo".

Sel: "Contratto a licenziamenti crescenti"
"Si è passati dal contratto a tutele crescenti al contratto a licenziamenti crescenti. Renzi in questi giorni di festa avrà stappato una bottiglia di champagne in più". Il capogruppo ala Camera di Sinistra Ecologia Libertà, Arturo Scotto, commenta così l'approvazione dei decreti attuativi del governo sul Jobs act. "Lavoratori, disoccupati, precari di questo Paese avranno ben poco da festeggiare".
 

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