POLITICA
Riforme
Jobs Act,lettera Renzi non piace a minoranza dem.Fassina:"Mi preoccupa un Pd vicino a poteri forti"
La lettera del premier in cui rivendica l'appartenenza del suo Pd alla "sinistra" preoccupa la minoranza dem, che torna ad avvertire sul Jobs Act. Fassina. "Soluzione trovata non è sossisfacente", Cuperlo: "Così come è non lo posso votare". La replica di Verducci; "C'è chi lavora per unire il Pd e chi per dividerlo"
lettera del premier Renzi in cui rivendica l'appartenenza" del suo Pd "alla sinistra", un partito che sta "dalla parte dei più deboli, della speranza e della fiducia", non convince la minoranza dem. "Questo Pd mi preoccupa perché è sempre più in linea con gli interessi più forti e meno vicino agli interessi e alle domande delle persone che cercano lavoro e che sono precarie" ha dichiarato il deputato del Pd Stefano Fassina ai microfoni del Gr1.
"Non c'è riforma più di sinistra che il Jobs Act" ha detto ieri il Premier e proprio sul lavoro -anche se il Pd non presenta nessun emendamento - la sinistra dem torna ad avvertire il Governo: "La soluzione trovata non è soddisfacente. Rimane un intervento che fa arretrare le condizioni del lavoro, e la parte che dovrebbe contrastare la precarietà è puramente virtuale e senza risorse" dice Fassina. Gli fa eco Gianni Cuperlo, "Così come è non lo posso votare" e ribadisce che vi sono "aspetti critici sui quali il dissenso, la differenza di giudizio è profonda, ha a che fare con delle convinzioni che riguardano l'idea che almeno io ho del mercato del lavoro e dei diritti e della dignità della persona che lavora dentro quel mercato". E accusa: l'obiettivo vero raggiunto è la "libertà di licenziamento".
Sulla lettera di Renzi, invece, il giudizio di Cuperlo è positivo, la definisce "buona" e ha sottolineato in particolare il passaggio dell'appartenenza del Pd alla sinistra: "La rivendicazione orgogliosa di quell'appartenenza rende più forte e autorevole l'iniziativa del Pd. Siamo parte della famiglia socialista: era un percorso già avviato da tempo ma non c'è dubbio che Renzi ha impresso un'accelerazione e noi gli rendiamo merito di questo. Su altre cose - ha concluso - abbiamo delle divergenze, ma questo è un fatto vitale, che rende più vivo il confronto tra noi".
Il premier auspica che l'ok della Camera al Jobs Act arrivi la prossima settimana in modo che il provvedimento possa essere in vigore già da gennaio e incassa il sostegno della maggioranza e di Confindustria. Il senatore Francesco Verducci replica a Cuperlo e Fassina: "Non votano il Jobs act? C'è chi lavora per unire il Pd e chi per dividerlo" mentre Squinzi, presidente di Confindustria, esprime "un giudizio positivo sulla capacità di analisi del Governo che ha fatto un quadro preciso dei problemi strutturali del Paese". Una riforma, dice, che è "fondamentale".
La
"Non c'è riforma più di sinistra che il Jobs Act" ha detto ieri il Premier e proprio sul lavoro -anche se il Pd non presenta nessun emendamento - la sinistra dem torna ad avvertire il Governo: "La soluzione trovata non è soddisfacente. Rimane un intervento che fa arretrare le condizioni del lavoro, e la parte che dovrebbe contrastare la precarietà è puramente virtuale e senza risorse" dice Fassina. Gli fa eco Gianni Cuperlo, "Così come è non lo posso votare" e ribadisce che vi sono "aspetti critici sui quali il dissenso, la differenza di giudizio è profonda, ha a che fare con delle convinzioni che riguardano l'idea che almeno io ho del mercato del lavoro e dei diritti e della dignità della persona che lavora dentro quel mercato". E accusa: l'obiettivo vero raggiunto è la "libertà di licenziamento".
Sulla lettera di Renzi, invece, il giudizio di Cuperlo è positivo, la definisce "buona" e ha sottolineato in particolare il passaggio dell'appartenenza del Pd alla sinistra: "La rivendicazione orgogliosa di quell'appartenenza rende più forte e autorevole l'iniziativa del Pd. Siamo parte della famiglia socialista: era un percorso già avviato da tempo ma non c'è dubbio che Renzi ha impresso un'accelerazione e noi gli rendiamo merito di questo. Su altre cose - ha concluso - abbiamo delle divergenze, ma questo è un fatto vitale, che rende più vivo il confronto tra noi".
Il premier auspica che l'ok della Camera al Jobs Act arrivi la prossima settimana in modo che il provvedimento possa essere in vigore già da gennaio e incassa il sostegno della maggioranza e di Confindustria. Il senatore Francesco Verducci replica a Cuperlo e Fassina: "Non votano il Jobs act? C'è chi lavora per unire il Pd e chi per dividerlo" mentre Squinzi, presidente di Confindustria, esprime "un giudizio positivo sulla capacità di analisi del Governo che ha fatto un quadro preciso dei problemi strutturali del Paese". Una riforma, dice, che è "fondamentale".