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POLITICA

Il premier al Tg1

Jobs act, Renzi: "Più assunzioni che licenziamenti"

Il presidente del Consiglio su lavoro, riforme istituzionali, tasse e Libia

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Jobs act, fisco, Rai e immigrazione. E' un presidente del Consiglio a tutto campo quello intervistato dal Tg1. Matteo Renzi traccia un bilancio delle riforme fatte finora e apre a scenari per quelle future. A partire dal Jobs act che il premier definisce una rivoluzione perché porterà finalmente l'Italia fuori dalle secche della disoccupazione: "Quest'anno - sottolinea Renzi - ci saranno molte più assunzioni che licenziamenti: sono pronto a scommetterlo e molto dipenderà dal Jobs act che rende molto più semplice assumere".

Poi è il turno della Rai e del fisco dove Renzi annuncia metodo e forma con cui il governo intende procedere. Nel caso di Viale Mazzini è chiara l'apertura al Movimento 5 Stelle: "Se vorrà dialogare le porte sono aperte, spalancate. Ma se vogliono perder tempo si accomodino altrove" precisa il premier. Attenzione massima è invece invocata sulla riforma fiscale: "Non dobbiamo fare pasticci" è il monito di Renzi che indica nella semplicità del regime fiscale la strada da seguire: "da un lato stangare quelli che non pagano le tasse, ma non creare un clima di oppressione. La prima bozza andava bene a Equitalia, meno all'Italia".

Un tema delicato quello delle tasse dove si potrebbe incontrare un'opposizione più dura in Parlamento. Ma questo aspetto non preoccupa Renzi soprattutto in chiave di riforme istituzionali: "Sono assolutamente certo che i voti sulle riforme ci saranno" dice il presidente del Consiglio, invitando anche quelli del suo partito che vogliono discutere, a farlo "nelle assemblee dei gruppi e nella direzione del Partito democratico". Lui, ribadisce, andrà "esattamente nella direzione seguita fino a oggi".

Ottimismo non solo sul fornte politico ma anche su quello economico ed europeo da parte del premier: "Noi abbiamo promesso alle elezioni europee che cambiavamo verso all'Europa, lo diciamo a bassa voce perché non vorrei che si preoccupassero a Bruxelles o Francoforte, ma i segnali stanno arrivando". Per Renzi infatti lo spread non è più "una minaccia o una parolaccia" e soprattutto sono migliori le condizioni dell'Italia, situazione che consente di poter dire che "è veramente la volta buona per rimettere in moto il Paese".

Infine un commento alle parole di Bernardino Leon, inviato dell'Onu in Libia, sull'emergenza migranti e sull'ipotesi del blocco navale: "Niente allarmismi e niente visioni superficiali. Tutte le ipotesi sono in campo. Quello che è importante è non sparare numeri a casaccio".
 
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