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POLITICA

Il Consiglio dei ministri

Jobs act, Renzi: "Superato art.18 e co.co.co". Restano demansionamento e licenziamenti collettivi

A Palazzo Chigi l'esame dei primi decreti del jobs act, quelli sul nuovo contratto a tutele crescenti e sugli ammortizzatori. Approvato ddl su concorrenza. Sitta delega fiscale per assenza di Padoan impegnato all'Ecofin. Critiche dai sindacati. Furlan: "Ci voleva più coraggio"

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"Superiamo l'articolo 18 e i Co.co.co e i Co.co.pro. Finalmente sono stati riconosciuti i diritti di una generazione". Con queste parole Matteo Renzi illustra le misure approvate nel lungo consiglio dei Ministri, oltre quattro ore di riunione a Palazzo Chigi per il via libera ai decreti legislativi sul jobs act e al ddl concorrenza. Slitta invece il decreto fiscale per l'assenza del ministro dell'Economia Padoan, impegnato all'Ecofin. 

Per quanto riguarda la riforma del lavoro, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto che prevede il contratto a tutele crescenti e a quello sugli ammortizzatori: la nuova mini Aspi e la Dis-Coll, cioè l'indennità di disoccupazione per i collaboratori che hanno almeno 3 mesi di versamenti contributi. Approvato in via preliminare anche il decreto legislativo sul riordino delle tipologie contrattuali. 

Renzi: "Tolti gli alibi a chi non vuole assumere"
"Abbiamo tolto ogni alibi agli imprenditori che dicono che assumere in Italia non è conveniente - continua Renzi - abbiamo ridotto le tasse e gli elementi di incertezza sono venuti meno. Parole come mutuo, diritti e garanzie entrano nel vocabolario di una generazione che ne era stata esclusa.

Nessuna modifica sui licenziamenti collettivi
"I licenziamenti collettivi rimangono nello stesso dettato con il quale sono usciti dal Consiglio dei ministri" precisa Renzi, aggiungendo che "l'Italia sta ripartendo, i dati che abbiamo sono i dati di un Paese che torna a guardare al futuro con speranza". Dunque i decreti attuativi del Jobs act varati oggi dal Cdm "servono alle assunzioni collettive, non ai licenziamenti collettivi". Resta anche la norma sul demansionamento (da Palazzo Chigi preferiscono chiamarlo "rimansionamento").

Dal 2016 stop a co.co.pro
Il decreto del Governo sulle tipologie contrattuali vieta dall'1 gennaio 2016 la stipula di nuove collaborazioni a progetto e prevede, per quelle in essere che ci sia una verifica. Nel caso siano esclusivamente personali, continuative e ripetitive verranno trasformate in contratti subordinati. Per quest'anno - si apprende - sarà ancora possibile stipulare questi contratti mentre anche dopo il 2016 sarà possibile stipulare co.co.pro con accordi sindacali.

Poletti: "Part time in caso di gravi malattie"
"Abbiamo inserito il contratto di ricollocazione - spiega il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - vale a dire un voucher con quale ci si rivolge all'agenzia per trovare un nuovo posto di lavoro".  In caso di gravi malattie, inoltre "i lavoratori del settore pubblico e privato hanno diritto di trasformare il rapporto di lavoro indeterminato in part time". Non cambiano invece i contratti a termine e il lavoro a chiamata non cambiano. ''Non siamo stati cosi bravi - ha detto Poletti sul lavoro a chiamata - da trovare una soluzione alternativa''. Vengono eliminati il lavoro ripartito e le associazioni in partecipazione.

Maternità fuibile per 6 anni. Stessi diritti a chi adotta
Il periodo di tempo per fruire dei permessi parentali è stato esteso da 3 anni a 6 anni, precisa Poletti parlando delle nuove norme. Maternità e paternità, inoltre, sono stati equiparati con le adozioni o gli affidi "perché riteniamo che quella famiglia ha gli stessi diritti" spiega il ministro del Lavoro. 

Ddl sulla concorrenza. Guidi: "Fino a 2,6 punti in più Pil"
Il Ddl concorrenza punta a "far calare le tariffe o diminuire i prezzi e aprire pezzi di mercato oggi non tanto accessibili per nuove iniziative imprenditoriali" ha detto il ministro dello Sviluppo Federica Guidi, spiegando che "come ha detto l'Ocse, potrebbe portare ad un aumento del Pil fino a 2,6 punti in 5 anni".

Con il ddl concorrenza arriva un pacchetto di misure per la comparabilità delle offerte sull'Rc Auto con l'obbligo da parte delle assicurazione a praticare forti sconti se il cliente accetta alcune misure, come l'istallazione della scatola nera o il controllo preventivo dei veicoli. Ma anche la portabilità dei fondi pensione, lo stop al mercato tutelato dell'energia a partire dal 2018, norme per il miglioramento della trasparenza o ancora lo stop all'obbligo dell'atto notarile per la costituzione di Srl semplificate o per transizioni su immobili non ad uso abitativo sotto i 100mila euro. Sono state stralciate invece le misure sulla vendita di farmaci di fascia C fuori dalla fermacie e quelle relative al settore della portualità, su richiesta del ministero dei Trasporti Lupi, che verrà affrontata in una riforma ad hoc. 

Furlan, Cisl: "Ci voleva più coraggio"
"È un primo intervento solo parziale. Avremmo voluto un atteggiamento più coraggioso del Governo sulla effettiva abolizione delle forme di precarietà dei giovani". Annamaria Furlan, leader Cisl, commenta così le novità uscite dal Consiglio dei Ministri sul Jobs Act in una nota. "Quello che il Governo ha fatto in materia di lavoro non va nella direzione giusta. Bisognava eliminare tutti i contratti di precarieta'. Invece, sono rimasti quelli a tempo determinato a 36 mesi senza causale e hanno esteso la possibilita' di ricorrere ai voucher", è invece il commento di Carmelo Barbagallo della Uil. 
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