ECONOMIA
Il rapporto
Lavoro, Inps: in 4 mesi +559.000 posti, boom precari. Camusso: c'è alternativa ai voucher
Aumentano del 30% i contratti a termine
Tra gennaio e aprile 2017, complessivamente le assunzioni riferite al settore privato sono risultate 2.129.000, in aumento del 17,5% rispetto ai mesi gennaio-aprile 2016. Lo comunica l'Inps, spiegando che il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato (+30,6%) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-4,5%). Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato sono risultate 122.000, con una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (-2,4%). In particolare sono cresciute le assunzioni a tempo determinato nei comparti del commercio, turismo e ristorazione (+47,5%) e delle attività immobiliari (+43,6%). Negli stessi settori si osserva inoltre una crescita anche delle assunzioni in apprendistato (+46,9% nelle attività immobiliari e +35,8% nel commercio, turismo e ristorazione). Significativa pure la crescita dei contratti di somministrazione (+16,7%). Il forte aumento delle assunzioni a tempo determinato in contratti di lavoro intermittente o a somministrazione di manodopera intervenuto dalla seconda metà di marzo può essere messo in relazione alla chiusura della possibilità di acquistare voucher per remunerare i prestatori di lavoro occasionale. Questo ha portato ad una ulteriore riduzione dell'incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (26,6%) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015 quando era in vigore l'esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato. Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (ivi incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti) sono risultate 122.000, con una riduzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (-2,4%). Le cessazioni nel complesso sono state 1.570.000, in aumento rispetto all'anno precedente (+10,5%): a crescere sono soprattutto le cessazioni di rapporti a termine (+17,8%) mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono leggermente in diminuzione (-1%). Con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, il numero complessivo dei licenziamenti risulta pari a 189.000, sostanzialmente stabile rispetto al dato di gennaio-aprile 2016 (-0,6%); così come stabili risultano le dimissioni (+0,4%). Il tasso di licenziamento (calcolato sull'occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti) è risultato per il primo quadrimestre 2017 pari a 1,8%, sostanzialmente in linea con quello degli anni precedenti (1,8% nel 2016; 1,7% nel 2015).
Con stop voucher aumento contratti intermittenti
Dalla seconda metà di marzo, si è assistito nel mercato del lavoro ad un "forte aumento" delle assunzioni a tempo determinato in contratti di lavoro intermittente o a somministrazione di manodopera che "può essere messo in relazione alla chiusura della possibilità di acquistare voucher per remunerare i prestatori di lavoro occasionale". Lo sottolinea l'Inps nel comunicato sull'Osservatorio sul precariato. "Questo - si legge - ha portato ad una ulteriore riduzione dell'incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (26,6%) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015 quando era in vigore l'esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato".
Camusso, Inps conferma che c'è alternativa a voucher
La crescita dei contratti di "somministrazione, tempo determinato e apprendistato conferma che l'alternativa c'è, che esistono forme regolari sostitutive del finto lavoro occasionale". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commentando i dati dell'Inps sul mercato del lavoro, aggiornati ad aprile. Insomma, spiega, "chi ti fa lavoro nero è perché vuole fare lavoro nero". Inoltre il fatto che l'aumento di contratti a termine riguardi soprattutto i settori del commercio e del turismo, dove c'è una quota di stagionalità, "è la dimostrazione che si può svolgere questo tipo di attività senza ricorrere ai voucher", sottolinea la leader della Cgil. Detto ciò, aggiunge, il boom dei tempi determinati e la corrispondente frenata dei posti 'fissi', indica "un mercato del lavoro che continua ad essere instabile, con imprese che non fanno investimenti di lungo termine". Soprattutto per Camusso "non si può continuare con le politiche degli incentivi: abbiamo già speso un mucchio di soldi e non abbiamo risultati così entusiasmanti".