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MONDO

Al Arabiya: 200 miliziani Isis sono entrati a Sabrata

Le Monde, Francia conduce operazioni segrete in Libia

Damasco intanto è "pronta a favorire la tregua" in Siria proposta da Russia e Usa: lo ha confermato Bashar al Assad in una conversazione telefonica con il leader del Cremlino, Vladimir Putin

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La Francia conduce in Libia operazioni precise ed estremamente mirate, preparate da azioni segrete. A scriverlo è oggi il quotidiano francese 'Le Monde', sottolineando come "di fronte alla minaccia dell'Is", "la linea fissata dal presidente François Hollande poggia al momento su azioni militari non ufficiali". Esse - prosegue il giornale francese - fanno leva su forze speciali; la loro presenza, di cui 'Le Monde' è venuto a conoscenza, è stata rilevata nell'est della Libia da metà febbraio da blogger specialisti. Non è tutto, prosegue 'Le Monde': diverse fonti indicano che la lotta contro il terrorismo può includere operazioni clandestine, condotte dal servizio operativo della Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE). Le prime impegnano la Francia perché i suoi soldati, per quanto discreti, agiscono in uniforme. Le secondo sono anch'esse assicurate da militari, ma restano invisibili.

Queste due componenti, si legge sul giornale francese, sono considerate nella dottrina militare come 'precursori' in mancanza di un quadro disponibile per una guerra aperta. Questi mezzi, definiti di "apertura di un teatro" non pregiudicano tuttavia una futura operazione vera e propria. Tuttavia un alto funzionario della difesa sottolinea a Le Monde che "L'ultima cosa da fare sarebbe intervenire in Libia. Bisogna evitare ogni ingaggio militare aperto, bisogna agire discretamente". In Libia, si legge ancora sul quotidiano francese, l'obiettivo non è quello di vincere una guerra ma di colpire i quadri dell'Is.
 
Prosegue avanzata esercito Haftar a Bengasi
Prosegue l'avanzata dell'esercito libico a Bengasi verso tutte le direzioni della città. Secondo i media locali, le truppe del generale Khalifa Haftar, ex alto ufficiale del regime di Muhammar Gheddafi, avanzano per il terzo giorno consecutivo sia nella zona di al Laithi, sia in quella di Bouatna sia a Sidi Faraj. Nella giornata di ieri i soldati hanno attaccato la zona di al Sabri nel centro cittadino con le armi pesanti in preparazione di un assalto finale. Si registra inoltre una fuga nelle prime ore di questa mattina dei miliziani dello Stato islamico dalle loro postazioni.

Il ministero degli Esteri del governo di salvezza libico di Tripoli, non riconosciuto dalla comunità internazionale, ha condannato in una nota le operazioni militari condotte dal generale Khalifa Haftar a Bengasi e Agedabia (Ajdabiya) nei giorni scorsi. Il ministro degli Esteri, Ali Bouzakuk, ha affermato che "queste operazioni non sono nell'interesse del paese e non portano alla stabilità, ma mirano a far fallire una soluzione politica della crisi rafforzando le divisioni nel paese".

L'inviato dell'Onu per la Libia, Martin Kobler, ha chiesto "un cessate il fuoco a Bengasi per porre fine agli scontri e ricostruire la città". In un'intervista concessa al sito informativo libico "al Wasat", il diplomatico tedesco ha spiegato che "la priorita' e' quella di porre fine ai combattimenti in citta' per migliorare le condizioni di vita dei civili, mentre dall'altra parte è necessario che si stabilisca il governo di riconciliazione nazionale. La situazione in Libia è pericolosa e non possiamo aspettare ancora, tutte le parti devono riunirsi. Al momento possiamo contare sul sostegno internazionale, arabo, europeo e africano nei confronti di chi accetta la riconciliazione".

Al Arabiya, 200 miliziani Isis sono entrati a Sabrata
Nonostante un comunicato diffuso dal consiglio comunale di Sabrata, nell'ovest della Libia, che sostiene di avere la situazione sotto controllo, l'emittente televisiva "al Arabiya" riferisce della presenza in queste ore di miliziani dello Stato islamico (Isis) nel centro cittadino e di una situazione di caos nella zona. Il capo del consiglio militare di Sabrata, Taher al Gharbali, ha spiegato all'emittente televisiva "al Libya" che tra i 150 e i 200 uomini dello Stato islamico "hanno approfittato del fatto che le nostre milizie erano fuori citta' per dare il via all'attacco, occupando subito i palazzi del potere come la sede della sicurezza e un hotel". Al Gharbali ha chiesto ai cittadini del centro città "di lasciare la zona per salvare la propria vita". Secondo questa testimonianza, la maggior parte dei miliziani sono tunisini accompagnati dalla presenza di alcuni libici. Sono almeno cinque, al momento, i miliziani del consiglio di Sabrata caduti durante l'attacco dei jihadisti.

Anche il sito informativo locale "al Wasat" ha riferito che i miliziani dell'Isis sono riusciti ad occupare il centro della città. Testimoni oculari parlando di bandiere nere con la Shahada, la professione di fede islamica, nel centro della cittadina libica e sui palazzi del potere come la stazione di polizia, la centrale elettrica e l'ospedale. Venerdì scorso, 19 febbraio, aerei da guerra statunitensi partiti dal Regno Unito hanno colpito delle strutture dell'Is nei pressi di Sabrata, a ovest di Tripoli, uccidendo almeno 40 persone, tra cui il tunisino Noureddine Chouchane, considerato tra i principali responsabili dei due gravi attacchi che hanno duramente la colpito la Tunisia nel 2015.

L'attacco aereo, tuttavia, ha causato la morte di due funzionari diplomatici serbi ostaggio dei terroristi. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha espresso ieri le proprie condoglianze al premier della Serbia, Aleksandar Vucic, per l'uccisione di due funzionari dell'ambasciata di Belgrado in Libia. Nelle scorse ore il ministero degli Esteri di Belgrado ha istituito una commissione per stabilire le circostanze in cui è avvenuto il rapimento e per individuare eventuali omissioni che possano aver generato i fatti fino alla loro uccisione. I corpi dei diplomatici serbi sono atterrati ieri sera a Belgrado.

L'inviato Usa: "Mi aspetto molta cooperazione da parte di numerosi paesi"
Gli Stati Uniti ritengono che i partner europei siano disposti a sostenere la coalizione guidata dagli Usa contro il gruppo terroristico Daesh in Libia. Lo sostiene l'inviato speciale del presidente per la coalizione mondiale contro gli Stati islamici, Brett McGurk. "Mi aspetto molta cooperazione da parte di numerosi paesi", ha detto McGurk nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, citando tra gli altri, Italia e Francia.

"Stiamo parlando di assumere un ruolo di primo piano, ma soprattutto un ruolo di primo piano nel sostenere un nuovo governo di accordo nazionale" in Libia. McGurk ha spiegato che la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha come obiettivo principale l'attivazione di un nuovo governo nel paese, anche se sono emerse nuove minacce regionali che "incombono su di noi o i nostri partner in maniera molto diretta" e nei cui confronti coalizione non esitera' ad agire.

La scorsa settimana, la coalizione ha condotto raid aerei in Libia contro un campo di addestramento Daesh e contro uno dei leader del gruppo, Noureddine Chouchane, che stava progettando, secondo il Dipartimento della Difesa statunitense, attacchi terroristici nella regione. Ieri il ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti ha confermato, invece, che gli Stati Uniti hanno avuto il permesso di utilizzare la Base aerea di Sigonella in Sicilia per lanciare attacchi con droni contro obiettivi Daesh in Libia.

 
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