L'escalation
Libia, Haftar smentisce: l'attacco all'Accademia militare non è nostro
Ieri sera un bombardamento ha colpito la scuola cadetti di Tripoli uccidendo 28 militari e ferendone altri 18. "L'esplosione ha avuto luogo dall'interno" precisa un portavoce del generale, "è opera di terroristi"
Il portavoce del generale Khalifa Haftar, Ahmed Al Mismari, ha smentito in conferenza stampa che l'aviazione del comando generale dell'Lna sia responsabile del bombardamento che ha colpito ieri sera l'Accademia militare a Tripoli, causando la morte di almeno 28 cadetti e il ferimento di altri 18, e ha precisato che "l'esplosione ha avuto luogo dall'interno e non dall'esterno".
L'attacco secondo il portavoce di Haftar, "è opera di terroristi, di Al Qaeda e Isis, che sono contrari a ogni organizzazione di forze armate riconosciute in Libia, e avevano già colpito l'accademia militare di Bengasi".
"L'operazione terroristica a Tripoli mira a provocare l'opinione pubblica contro l'esercito (Lna) a Tripoli" ha detto Al Mismari, riportato da Libyas Channel, "ma ciò ci renderà più determinati a liberare la capitale". Al Mismari ha anche detto che all'alba di oggi "un drone turco ha compiuto un raid contro le nostre forze, nella base di Al Wattiya, uccidendo 3 soldati e ferendone altri 6.
Khaled Al-Mahjoob, ufficiale del sedicente esercito nazionale libico (Lna), facente capo al generale Khalifa Haftar ha a sua volta bollato come "fake news" la rivendicazione da parte del Lna del raid contro l'Accademia, riportata stamane da alcuni media che lo presentavano come uno dei portavoci di Haftar. Sulla pagina Facebook della Sala controllo dell'"Operazione dignità" ha scritto in un post che "è completamente falso ciò che viene riportato dai media secondo cui io avrei dichiarato che la nostra aviazione ha preso di mira l'Accademia militare. Si tratta di un fake e presenteremo tutti i dettagli in una conferenza stampa".
Haftar lancia la 'chiamata alle armi' contro la Turchia
Nelle scorse ore, il generale libico ha lanciato la 'chiamata alle armi' contro "il colonizzatore", cioè Ankara, accusata di voler "riprendere il controllo della Libia". Il premier del governo non riconosciuto dalle Nazioni unite, rivale a quello di Fayez al-Serraj, secondo quanto riferiscono i media internazionali, ha tenuto un discorso televisivo in cui ha annunciato: "Accetteremo la sfida, dichiareremo la jihad e una chiamata alle armi", rivolta a "tutti i libici", "uomini e donne, soldati e civili, per difendere la nostra terra e il nostro onore". Non si tratta più di cacciare le milizie alleate al Gna da Tripoli, ha aggiunto, ma di "affrontare il colonizzatore", cioè la Turchia. Ha poi accusato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di essere un "deviato sultano turco" che alimenta una "guerra nazionale" attraverso l'intera "regione araba".
Erdogan: abbiamo già iniziato a mandare le truppe
Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l'avvio del dispiegamento di truppe in Libia a sostegno del governo di Tripoli, sulla base del voto del Parlamento di Ankara del 2 gennaio scorso. I militari hanno iniziato "gradualmente" il dispiegamento, ha detto. "Il compito dei nostri soldati è il coordinamento. Lì svilupperanno il centro operativo. I nostri soldati stanno gradualmente andando in questo momento", ha spiegato il presidente detto all'emittente televisiva turca della Cnn durante un'intervista.