MONDO
Guerra al Califfato
Libia, mercoledì riunione consiglio sicurezza Onu. Al Sisi: "Serve intervento internazionale"
I miliziani filo-islamici di Fajr Libya hanno bombardato l'aeroporto di Zintan mentre continuano i raid egiziani contro le postazioni jihadiste. Vertice a Palazzo Chigi, premier ribadisce impegno per una soluzione Onu. In Iraq sarebbero state arse vive dall'Isis 45 persone. Telefonata Renzi-Hollande su iniziativa diplomatica Onu
Occidente unito: "Soluzione politica"
Nella serata di martedì i governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta: "Ferma condanna di tutti gli atti di terrorismo in Libia", si legge nel testo. "L'efferata uccisione di 21 cittadini egiziani, da parte di terroristi affiliati all'Isis, sottolinea ancora una volta l'impellente necessità di una soluzione politica del conflitto" Anche l'Ue ha ribadito martedì che la soluzione militare resta l'ultima chance. La portavoce dell'Alto rappresentante Federica Mogherini, Catherine Ray, ha sottolineato la necessità di "incoraggiare il dialogo politico fra le diverse parti libiche, spingendole a sedersi a un tavolo come sta cercando di fare il rappresentante speciale dell'Onu, Bernardino Leon". Anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano ha ammonito: "Occorre intervenire presto, ma sotto l'ombrello Onu".
Vertice a Palazzo Chigi: impegno per soluzione Onu
Il premier Matteo Renzi si è riunito a Palazzo Chigi con i ministri degli esteri Paolo Gentiloni (che riferirà domani alla Camera), dell'Interno Angelino Alfano e della difesa Roberta Pinotti assieme al Sottosegretario Marco Minniti. Nell'incontro è stato ribadito l'impegno italiano per una forte azione diplomatica in ambito Onu e il sostegno a una iniziativa urgente al Consiglio di Sicurezza che promuova stabilità e pace in Libia. Della necessità di un'iniziativa diplomatica il premier Renzi ha parlato poi in un colloquio telefonico con il presidente francese Francois Hollande.
"Pronti ad assumerci responsabilità"
"Di fronte ai rischi di propagarsi dell'Isis, dobbiamo pensare a come difenderci. E l'Italia è pronta ad assumersi la sua parte di responsabilità contro questa minaccia". Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta
Pinotti, ospite delle trasmissione 'Porta a porta'. Rispondendo poi ad una domanda su che tipo di missione e di quanti uomini necessiterebbe l'eventuale intervento in Libia, considerato che in Afghanistan ne sono stati schierati fino a 5.000, Pinotti ha specificato: "Non abbiamo quantificato dei numeri".
Viminale: 4800 militari per vigilanza
Alfano ha convocato un vertice al Viminale nella serata di martedì. Il Comitato Nazionale dell'Ordine e la Sicurezza Pubblica ha espresso parere favorevole sulle modalità di attuazione, fino al 30 giugno 2015, del piano di impiego del contingente di 4.800 militari, appartenenti alla Forze Armate, nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili che assicureranno la prosecuzione dell'Operazione "Strade Sicure" anche per le esigenze di contrasto al terrorismo.
Onu: "La strada è il dialogo"
Da parte loro, i quindici membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno "fermamente" condannato la decapitazione in Libia dei ventuno cristiani copti egiziani definendola un atto "vile e odioso". Il segretario generale Onu Ban Ki-Moon ha parlato di "un atto barbaro" e ha affermato che il dialogo è "la migliore possibilità di aiutare la Libia a superare la crisi attuale". Bernardino Leon, rappresentante speciale dell'Onu in Libia, ha detto che la crisi è ancora "gestibile", ma "la comunità internazionale deve agire rapidamente o nei prossimi mesi la situazione non sarà più controllabile". Secondo Leon, la situazione attuale in Libia "non è paragonabile" a quella in Siria e Iraq, anche se di recente nel paese nordafricano c'è stata un'avanzata dell'Isis in alcune città come Sirte e Bengasi. "Ma non credo - ha spiegato - che l'Isis oggi sia una minaccia dal punto di vista quantitativo". Il problema, ha concluso Leon, è che "o le fazioni trovano un accordo rapidamente o sarà molto difficile farlo in seguito. Credo - ha aggiunto - che i gruppi libici devono essere consapevoli dell'enorme minaccia del'Is".
In Iraq "45 persone arse vive"
Nuovo orrore dell'Isis.I jihadisti avrebbero bruciato vive 45 persone ad al-Baghdadi, nella provincia di Anbar. Lo afferma senza dare altri dettagli un ufficiale della polizia locale, il colonnello Qasim al-Obeidi, citato dalla Bbc. Secondo al-Obeidi alcuni erano membri delle forze di sicurezza irachene. Una fonte locale della sicurezza ha dato una versione diversa dell'accaduto: le vittime - ha raccontato - sono state prima giustiziate in una piazza pubblica di al Baghdadi, e poi i cadaveri sono stati dati alle fiamme.