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MONDO

Mogherini: bene lista ministri, ora governo operativo

Libia, formato il nuovo governo di unità nazionale: 18 ministri, 3 le donne

La presenza di un governo potrebbe dare il via alla missione militare, non ancora ufficiale, organizzata da alcuni membri della Comunità internazionale per combattere lo Stato islamico che al momento controlla la città di Sirte, parte di Derna e che ha lanciato attacchi contro i terminal di Sidra e Ras Lanuf

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Il Consiglio presidenziale libico ha annunciato la formazione di un nuovo governo di unità nazionale, che sarà votato dal parlamento di Tobruk tra oggi e domani. "Il governo è stato formato e inviato al parlamento", ha detto alla stampa il portavoce del Consiglio, Fathi al-Mejebri. "Speriamo che questo sia l'inizio della fine del conflitto in Libia", ha aggiunto da Skhirat, in Marocco, dove i nove membri del Consiglio presidenziale sono riuniti da giorni per definire la nuova proposta di governo.

La lista dei ministri
La nuova lista è composta da 13 ministri e cinque ministri di Stato, comprese tre donne. Resta al-Mahdi al-Barghathi, che sarebbe al centro di forti divisioni tra le fazioni libiche rivali, il ministro designato della Difesa nella nuova squadra di governo libico proposta nelle ultime ore per l'approvazione della Camera dei Rappresentanti, il Parlamento di Tobruk. Secondo la lista dei ministri pubblicata da Libya Channel, nessun cambiamento rispetto alla prima squadra di governo bocciata dalla Camera dei Rappresentanti si registra anche al ministero dell'Interno, dove si ritrova il nome di Al-Aref Saleh al-Khoja.
Agli Esteri spunta invece il nome di Mohammed Al- Tahar Seyala. Abdulmatlob Ahmed Bufarwa, proposto in precedenza come ministro dell'Economia, è il ministro designato dell'Economia e dell'Industria. Per il dicastero della Giustizia è stato proposto Joumaa Abdullah Aldrissi, per le Finanze Fakher Muftah Bufrana, alla Governance locale è stata confermata la nomina di Baddad Ghanso Masuod. Ali Galma Mohamed è il nuovo ministro designato del Lavoro, per la Sanità è stato proposto Omar Bashir Al-Tahar, mentre per i Trasporti è stato indicato Milad Mohamed Maatog, alla Pianificazione
Al-Taher Al-Hadi Al-Juhaimy e all'Istruzione Mohamed Khalifa Al-Bazzabi. Abdul-Jawad Faraj Al-Obeidi è stato proposto come ministro di Stato per la Riconciliazione nazionale, mentre Muhanad Said Younis come ministro di Stato per le Famiglie dei martiri, i feriti e gli scomparsi e Yusuf Abu-Bakr Jalala come ministro di Stato per gli Sfollati. Le tre donne nella nuova squadra di governo proposta sono: Fadi Mansour Al-Shafie, il ministro designato per gli Affari Sociali, Asma Mustafa Alost, ministro di Stato per gli Affari femminili, e Iman Mohamed Bin Younis ministro di Stato per le Istituzioni.

Kobler: non sprecare opportunità per la pace. Mogherini: bene lista ministri, ora governo operativo
Poche ore dopo l'annuncio del nuovo governo di unità nazionale, l'inviato Onu per la Libia, Martin Kobler, ha invitato "tutti i membri" del parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, "sotto il loro presidente Agila Saleh, ad assumersi le proprie responsabilità e a ratificarlo". Il voto dell'Assemblea dovrebbe tenersi tra oggi e domani.
"E' loro responsabilità salvare il Paese dalla piaga di conflitto e distruzione - ha detto Kobler  in una nota diffusa dalla missione Onu in Libia (Unsmil) - questa è un'opportunità storica per la pace da non perdere". L'inviato Onu ha sottolineato che "il popolo libico guarderà al nuovo governo di concordia nazionale perchè agisca con autorità e determinazione per riunire le istituzioni e riportare stabilità e sicurezza in tutta la Libia". Quindi ha invitato "il popolo libico e tutti i principali attori politici e per la sicurezza a sostenere il nuovo governo e a offrirgli un'opportunità per governare". Soddisfazione anche dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini: "Spero che la Libia possa avere un governo pienamente operativo il prima possibile". 

Stati Uniti e Russia tentano nuova mediazione sulla Siria
Stati Uniti e Russia tentano una nuova mediazione per risolvere la crisi siriana. Barack Obama e Vladimir Putin ne hanno parlato al telefono, concordando una maggiore cooperazione per raggiungere il cessate il fuoco, ma a patto - ha avvertito il presidente americano - che Mosca fermi i raid contro i ribelli. Putin ha risposto che Assad non si tocca. Sul terreno, nonostante l'accordo di Monaco, il conflitto non accenna a fermarsi, anzi cresce la tensione tra il regime di Damasco e la Turchia - che bombarda i curdi - e tra Arabia Saudita e Iran.
La possibilità che la cosiddetta 'alleanza internazionale contro il jihadismo' estenda alla Libia i bombardamenti aerei che già compie in Siria e Iraq contro l'Isis è al centro del dibattito politico da settimane. E nonostante nella riunione ministeriale di questa coalizione che si è tenuta recentemente a Roma sia stata scartata un'operazione immediata, gli esperti della regione credono che l'intervento potrebbe concretizzarsi in estate se proseguiranno vuoto di potere e dispute fra i governi libici rivali.

Algeria e Tunisia contrari ad un intervento militare in Libia
I governi di Algeria e Tunisia ribadiscono la loro contrarietà a un eventuale intervento militare internazionale in Libia. Il ministro degli Esteri tunisino, Khamis al Jihnaoui, ha incontrato in questo week end l'omologo algerino, Ramtane Lamamra, ad Algeri.
Secondo quanto riportano i media ufficiali di entrambi i paesi, nel corso del colloquio i capi delle due diplomazie hanno ribadito con forza la loro contrarietà a un'iniziativa militare straniera in Libia, chiedendo al più presto l'insediamento di un governo di riconciliazione nazionale che prenda subito posto a Tripoli per ricostruire le istituzioni libiche.
I due ministri hanno discusso della situazione in Libia e degli sforzi condotti per aiutare il dialogo ed evitare altre violenze nel paese. Il ministro tunisino ha concluso la sua visita in Algeria consegnando una lettera del suo presidente, Beji Caid Essebsi, indirizzata al capo dello stato algerino Abdel Aziz Bouteflika.
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