MONDO
Si spengono le speranze per un governo di unità nazionale
Libia: il premier di Tripoli Ghwell: "nessuna cessione di potere a Sarraj"
Il premier del governo parallelo di Tripoli, Khalifa Ghwell, ha diffuso una nota per smentire la cessione di potere dal suo esecutivo a quello di Sarraj: "Chi applicherà le risoluzioni pubblicate dal cosiddetto Consiglio presidenziale di Sarraj sarà perseguitato dalla giustizia"
"Viste le esigenze dell'interesse pubblico e della situazione attuale che attraversa il Paese, siete pregati, ognuno nel suo campo, di continuare a lavorare secondo le disposizioni di legge e per garantire la continuità dei servizi ai cittadini", si legge nel comunicato in cui Ghwell si rivolge direttamente ai suoi ministri. E avverte: "Chi applicherà le risoluzioni pubblicate dal cosiddetto Consiglio presidenziale di Sarraj sarà perseguitato dalla giustizia".
La minaccia è rivolta ai 'ribelli' del suo stesso governo che ieri avevano annunciato di cedere il potere esecutivo a Sarraj. Una spaccatura che si riflette anche nel Congresso nazionale libico, il 'parlamento' di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale. Una settantina di deputati hanno annunciato lo scioglimento del Congresso e il sostegno al nuovo governo di unità dopo una riunione, ieri a Tripoli, in cui hanno istituito il Consiglio di Stato (previsto dall'accordo di Skhirat) con loro stessi come membri ed eletto Abdulrahaman Al Suwahli a capo del nuovo organismo. Ma l'incontro di ieri, presieduto dal vicepresidente del Gnc, Saleh Makhzoum, è stato definito "illegale" dal presidente dello stesso Congresso, Nuri Abu Sahmain, e dai deputati che non vi hanno preso parte.
Insomma, come il resto della Libia, Tripoli appare a sua volta spaccata in due: con una fazione che cerca di favorire la legittimazione del governo unitario - anche nel tentativo di mantenere una fetta di potere nell'immediato futuro - e un'altra che non intende invece lasciare quanto acquisito finora. Dalla parte dei primi si è schierato l'inviato speciale dell'Onu, Martin Kobler, che su Twitter ha salutato con favore la convocazione del Consiglio di Stato definendolo "un passo importante nel processo di pace in Libia". "Mi aspetto - ha aggiunto - che tutte le istituzioni dell'Accordo politico libico rispettino le loro competenze sancite dall'intesa".
Di "sviluppi incoraggianti" ha parlato anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, vedendo negli annunci della maggioranza delle istituzioni di Tripoli decisioni che "vanno nel senso auspicato di ricomporre il quadro istituzionale".
Ma intanto contro Sarraj si schierano anche i jihadisti di Ansar al Sharia, che lo paragonano ad Hamid Karzai, il presidente afghano del dopo-talebani, appoggiato dagli Usa e rimasto al potere per 14 anni.
Così come continua l'opposizione del generale Khalifa Haftar, che non intende farsi sfilare il proprio potere militare. "Non formerò un consiglio militare e sosterrò qualsiasi accordo di governo che abbia la fiducia del parlamento" di Tobruk, ha affermato al quotidiano egiziano al Ahram, forte del fatto che il voto dei deputati di Tobruk sul governo di Sarraj ancora non c'è e che, anzi, appare ormai appare superato dagli eventi. "E' necessario che l'esercito resti ai margini della vita politica", ha assicurato il capo delle forze armate in Cirenaica, avvertendo tuttavia che "se il processo politico spingerà il Paese verso l'abisso, non rimarremo con le braccia incrociate".