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MONDO

Sale la tensione

Libia, Ue: occorre una soluzione politica. Portavoce Haftar: abbiamo preso il controllo di Sirte

Mercoledì riunione al Cairo tra i ministri degli Esteri di Egitto, Italia, Francia, Grecia e Cipro per discutere della situazione attuale. Di Maio: "Chi ancora crede che la strada sia la violenza, è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. E quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni"

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"Noi non abbiamo annunciato nessuna missione" europea in Libia, ma "sottolineiamo che anche su questo fronte l'Alto rappresentante Ue per la politica estera", Josep Borrell, "è molto coinvolto e in costante contatto con tutti i partner rilevanti e quello che è importante è raggiungere la soluzione politica". Così il portavoce Ue per gli Affari esteri, Peter Stano, parlando a Bruxelles. "L'escalation di violenza non porta nient'altro se non più sofferenza, più distruzione e più instabilità nella regione", ha concluso il portavoce.

La precisazione arriva dopo che il ministero degli Esteri del Governo di accordo nazionale libico aveva fatto sapere che una missione dell'Ue a Tripoli, prevista per domani, e a cui avrebbe partecipato anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, era stata rinviata "a data da destinarsi, alla luce delle condizioni attuali" nel Paese.

Intanto il presidente turco Erdogan invia i soldati turchi in Libia "per garantire un cessate il fuoco, non per combattere". Haftar smentisce il bombardamento dell'Accademia militare a Tripoli che ha causato la morte di una trentina di cadetti e il ferimento di altri 18.

Riunione al Cairo
È in programma invece per mercoledì 8 una riunione tra i ministri degli Esteri di Egitto, Italia, Francia, Grecia e Cipro per discutere della situazione attuale in Libia. Ilministero degli Esteri egiziano ospiterà l'incontro. Per l'Italia è attesa la presenza del titolare della Farnesina, Luigi Di Maio.

Conte-Merkel: pressione per soluzione politica
"Si è svolta oggi una lunga conversazione telefonica tra il Presidente del Consiglio e la Cancelliera della Repubblica Federale tedesca Merkel, nel corso della quale sono stati esaminati in modo approfondito i dossier relativi alla Libia e all'Iran/Iraq. Sulla Libia è stata ribadita la necessità di elevare al massimo la pressione diplomatica per promuovere quella soluzione politica che si vorrebbe affrontare nel corso della programmata Conferenza di Berlino". Lo rende noto Palazzo Chigi.

Portavoce di Haftar: abbiamo preso il controllo di Sirte
Le truppe fedeli al generale Khalifa Haftar hanno preso il controllo di Sirte. Lo ha annunciato ufficialmente il portavoce, dopo che la notizia era stata diffusa da alcuni fonti, citate da Al Arabiya. "Sirte è stata completamente liberata... dai gruppi di terroristi", ha detto Ahmad al-Mesmari. annunciando la conclusione delle operazioni. 

Secondo un tweet di al-Hadatah, la tv di sole notizie di al-Arabiya, le forze di Hftar avrebbero preso anche l'aeroporto di Sirte. La città era controllata dalle milizie che sostengono il governo di accordo nazionale del premier Fayez al-Sarraj dalla metà del 2016, dopo la cacciata dei jihadisti dell'Isis completata a dicembre di quell'anno anche grazie a raid aerei statunitensi. Situata circa 450 km a est di Tripoli, Sirte fra l'altro è un importante porto ed è la città natale del defunto dittatore libico Muammar Gheddafi.

Ue: possibile escalation della violenza intorno a Tripoli
"I recenti sviluppi in libia indicano che potrebbe essere imminente un'escalation delle violenze intorno a Tripoli. condanniamo gli attacchi come quello di sabato contro l'accademia militare, che porta solamente più violenza e sofferenza umana". Così in una nota l'alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell. "Oggi è più importante che mai lavorare in maniera autentica per una soluzione politica della crisi in libia - continua Borrell - l'Ue fa appello a tutte le parti perché si impegnino in un processo politico sotto la guida delle nazioni unite. l'Unione europea continuerà a fare tutti gli sforzi possibili per trovare una soluzione pacifica e politica di questo processo". 

L'appello di Guterres
"Sono in costante contatto con ileader mondiali e il mio messaggio è semplice e chiaro: fermare l'escalation, esercitare la massima moderazione, far ripartire il dialogo, rinnovare la cooperazione internazionale". Lo dice il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "Le tensioni geopolitiche sono ai massimi livelli di questo secolo, e le agitazioni stanno aumentando. Anche la non proliferazione nucleare non può più essere data per scontata".

Di Maio vede Borrell: no soluzioni militari
Cena di lavoro, a quanto si apprende, fra il ministro Luigi Di Maio e Borrell a Roma, conclusa dopo le 22. Al centro del colloquio i vari dossier, tra cui l'Iran e la crisi libica, sulla quale i due hanno ribadito che non esiste soluzione militare. Borrell ha assicurato a Di Maio che al Cae di venerdì si parlerà di Libia.

Di Maio: la guerra espone a ritorsioni
La Libia "che dista a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste" è "una delle priorità" per l'Italia. È quanto aveva scritto in precedenza su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sottolinea: "Sono in continuo contatto con i miei omologhi europei e non solo. L'8 sarò al Cairo, poi Algeria e Tunisia. Questo pomeriggio faremo il punto alla Farnesina sugli ultimi sviluppi". 

"Negli ultimi giorni le vicende che riguardano l'Iran e la Libia ci riportano a ricordi di un passato di guerra, un passato non lontano, che ci parla di distruzione, di morti, di paura. E che rinnova una paura che nessuno di noi vorrebbe vivere", ha premesso Di Maio. "In entrambi gli scenari, pur con tutte le relative differenze e specificità, il faro che ci guida è sempre e solo un'unica, semplice verità: la guerra genera altra guerra, la violenza chiama altra violenza, la morte altra morte".

"Come Movimento 5 Stelle - ha spiegato - questa verità ce l'abbiamo ben chiara, è una sorta di legge fisica. In tanti conflitti, in tante scelte sbagliate, a partire dalla guerra in Libia nel 2011 e dagli errori già compiuti in Iraq, c'è scritto ciò che non dobbiamo ripetere. Vite umane sacrificate, civili e militari, attacchi terroristici, flussi migratori di disperati che non hanno scelta, e che l'Italia non può gestire. Ogni azione che porta a un peggioramento di queste situazioni non è la risposta giusta."

Il capo della Farnesina ha ricordato inoltre l'articolo 11 della Costituzione: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". 

Soldati turchi verso la Libia
Le truppe turche sono già in viaggio verso la Libia per sostenere il Governo di accordo nazionale del premier di Tripoli Fayez al-Serraj, ha annunciato il presidente, Recep Tayyp Erdogan, a soli tre giorni dal via libera del Parlamento di Ankara all'invio. "Andiamo a rafforzare la posizione di quello che è un governo legittimo che ci ha chiesto di intervenire. La nostra non è una spedizione di legionari. Il compito dei nostri soldati è  il coordinamento. Lì svilupperanno il centro operativo. I nostri soldati stanno gradualmente andando in questo momento", ha spiegato Erdogan.

Il raid contro l'Accademia militare 
L'annuncio arriva a poche ore dalla strage causata da un raid aereo contro un accademia militare a sud di Tripoli, 30 cadetti uccisi, per la quale il Gna accusa il generale Khalifa Haftar, che nega ogni responsabilità.

In un video si vede un ordigno precipitare al centro di un gruppo di militari nel cortile della caserma ad al-Hadba al-Khadra, un quartiere residenziale, ed esplodere lasciando tutti a terra. In pochi riescono a rialzarsi e allontanarsi. Tripoli ha condiviso le immagini dell'attacco sui social network attribuendo l'azione alle truppe della Cirenaica. Il portavoce delle forze di Haftar, Ahmad al-Mismari, ha negato il coinvolgimento e ha accusato i terroristi come al Qaeda, l'Isis o i Fratelli Musulmani.

Di Maio parla con  l'omologo Siyala
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo Mohamed Siyala, al quale ha espresso le condoglianze al governo, condannando l'attacco."Ogni azione militare - ha detto - provoca sofferenze ingiuste alla popolazione civile, aggrava la crisi umanitaria e alimenta una pericolosissima escalation del conflitto. L'Italia rifiuta la logica del confronto militare, che nelle ultime settimane ha coinvolto in misura crescente obiettivi civili e causato ulteriori, ingiustificate sofferenze all'amico popolo libico. L'Italia - ha sottolineato Di Maio - è fermamente convinta che non vi sia alcuna scorciatoia militare per raggiungere una soluzione durevole e sostenibile alla crisi libica e chiede pertanto a tutte le parti un'immediata cessazione di ogni tipo di azione militare e il ritorno ad un percorso di dialogo politico sotto egida Onu".

Conte: "Serve soluzione politica, azione militare genera altra violenza"
"Dal primo giorno abbiamo detto che l'offensiva su Tripoli avrebbe solo generato altra violenza e non avrebbe mai condotto a una soluzione sostenibile. Siamo stati, purtroppo, dei buoni profeti. A maggior ragione non crediamo che ora intervenire militarmente a favore dell'una o dell'altra parte possa contribuire alla stabilità. Oggi più che mai investiamo tutto il nostro capitale su una soluzione politica, in particolare sostenendo gli sforzi delle Nazioni Unite e, adesso, della Germania nella preparazione della Conferenza di Berlino. Non ci sono altre strade per la pace". Lo afferma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un'intervista a 'la Repubblica'.

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