MONDO
Il voto del 23 giugno
Brexit, Cameron: "Il referendum sarà la decisione finale"
"Non correrò per la rielezione, non ho altro interesse che ciò che è meglio per il nostro Paese", ha detto il premier lasciando intendere che dietro le posizioni anti-Ue del sindaco di Londra ci sia in realtà la sua ambizione di puntare alla leadership dei Conservatori. "Se vogliamo guidare l'Ue dobbiamo restarci dentro"
"Se la gente votasse per lasciare Ue ci sarebbe una sola cosa da fare: il processo di uscita, che dura 2 anni per negoziare uscita e alla fine se non ci sta accordo l'uscita è automatica, a meno che tutti non concordino di rinviare l'uscita. Non conosco coppie - ha detto Cameron - che iniziano una procedura di divorzio per risposarsi".
"Se vuoi guidare l'Europa devi starci dentro. Se invece vuoi essere guidato dall'Europa, sei libero di fare come la Norgevia", che non appartiene all'Ue ma ne subisce le normative, ha affermato il premier britannico. "L'uscita del Regno Unito dall'Ue "minaccerebbe la nostra sicurezza economica e nazionale", ha poi detto. Il Regno Unito è già un "grande Paese" ma può essere "ancora più grande" all'interno dell'Unione europea, ha sostenuto. Lasciare l'Europa, invece, sarebbe un "grande salto nell'ignoto".
"Non correrò per la rielezione, non ho altro interesse che ciò che è meglio per il nostro Paese", ha detto il premier lasciando intendere che dietro le posizioni anti-Ue del sindaco di Londra ci sia in realtà la sua ambizione di puntare alla leadership dei Conservatori.
"In caso di Brexit, l'Ue penserà prima a se stessa e agli accordi fra i suoi Paesi membri e solo secondariamente a un qualche patto con il Regno Unito", ha poi ammonito Cameron di fronte ai parlamentari. Oggi per il primo ministro Tory è il giorno del discorso ai deputati, il momento di presentazione all'assemblea dei Comuni dei risultati del rinegoziato con Bruxelles in vista del referendum. Cameron ha anche aggiunto che occorreranno "anni e anni" per avere un accordo commerciale fra Regno Unito ed Ue, in caso di uscita di Londra dal recinto comunitario. Nella retorica dei favorevoli alla Brexit c'è infatti la sottolineatura degli ipotetici vantaggi derivanti da un nuovo patto economico fra l'Ue e un Regno Unito completamente indipendente e autonomo: in questo senso Cameron ha pensato prima di tutto di 'smontare' uno dei cardini del discorso degli euroscettici.
Commissione Ue: non faremo campagna per referendum
Intanto, l'Unione europea rende noto che si terrà fuori dalla campagna per il referendum. Lo ha annunciato la Commissione. "La Commissione non farà campagna, non interverrà in alcun modo" nel dibattito, ha tenuto a sottolineare il portavoce dell'esecutivo di Bruxelles, Margaritis Schinas, in un briefing alla stampa. Il "nostro ruolo è finito" venerdì sera, con l'accordo anti-Brexit concluso fra il governo britannico e i 27 partner dell'Ue, ha aggiunto Schinas. "Non vedo quale possa essere il ruolo della Commissione in una campagna che è esclusivamente per il popolo britannico", ha detto ancora. La Commissione europea rifiuta "categoricamente di immischiarsi nel dibattito", ha insistito Schinas.
Se Bruxelles non parteciperà in nessun modo alla campagna elettorale, i suoi servizi si preparano però al "post referendum" inglese. Comincia infatti da subito, sulla base del testo dell'accordo raggiunto al vertice, su una proposta più dettagliata che la Commissione potrà ovviamente presentare solo dopo il 23 giugno e solo se la maggior parte dei britannici voterà a favore della permanenza del Regno Unito nell'Ue. In caso contrario, infatti, l'accordo decadrà completamente e non sarà più possibile nemmeno utilizzarlo come base per altre trattative, da parte di Londra come di nessun'altra capitale. Gli uffici dell'esecutivo di Bruxelles lavorano dunque solo all'ipotesi "A", quella della vittoria dell' "in" mentre non esiste nessun piano "B" che preveda la vittoria dell'"out". Come chiariscono fonti comunitarie impegnate sul dossier, eventuali modifiche dei trattati che tengano conto dell'accordo della scorsa settimana saranno possibili solo nell'ambito di future revisioni già programmate e, quando questo è previsto dalle legislazioni nazionali, potranno richiedere la ratifica di questo o quel parlamento e in qualche caso anche un vero e proprio referendum.
Sterlina a picco, segna nuovi minimi da quasi 7 anni sul dollaro
Non si arresta la caduta della sterlina britannica, che piomba ai minimi da 7 anni dopo che nel fine settimana il premier David Cameron ha annunciato la data del temuto referendum. Nel pomeriggio la sterlina perde quasi l'1,3 per cento rispetto al dollaro americano, finendo a 1,4058 dollari, il livello più debole per la divisa Gb dal marzo del 2009. Nel frattempo l'euro è balzato fino a 0,7844 sterline, invertendo il rapporto il pound è caduto a 1,2749 euro.
Moody's: costi di uscita superano benefici
I costi di una eventuale Brexit superano i suoi benefici. E' quanto ritiene l'agenzia di rating americana Moody's, secondo cui in caso di uscita della Gran Bretagna dall'Ue ne risentirebbero la forte affidabilità creditizia del Paese, le esportazioni, gli investimenti, e le autorità del Regno si troverebbero impegnate in un difficile negoziato per stabilire le nuove relazioni commerciali con l'Europa.
Direttore Europol: uscita da Ue complicherà antiterrorismo Gb
Se il Regno Unito uscirà dall'Ue, per la polizia britannica sarà più difficile proteggere i cittadini da attacchi estremisti e crimine organizzato. Ad affermarlo è il direttore di Europol, Rob Wainwright. "Se si considera l'infrastruttura che la polizia britannica ha contribuito a progettare negli scorsi 40 anni, sarà più arduo il lavoro del Regno Unito di proteggere i cittadini dal terrorismo", ha detto.