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ITALIA

L'inchiesta Terra di Mezzo

Mafia Capitale: in manette gli uomini di collegamento con le 'ndrine. Oggi le udienze del riesame

Due nuovi arresti eseguiti dal Ros. Dalle carte emerge la preoccupazione di Carminati per l'arrivo a Roma del procuratore Pignatone: "Butta all'aria la città". Intanto spunta l'ombra di Buzzi sui fatti di Tor Sapienza. Marino rifiuta la scorta

Massimo Carminati
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Il "Re di Roma" Massimo Carminati seguiva tutto ciò accadeva in città e temeva l'arrivo del nuovo procuratore, Giuseppe Pignatone. Preoccupazione che l'ex Nar ha "manifestato" nel 2012 quando, in un'intercettazione ambientale carpita nella sua automobile, parlando di Pignatone, disse che "non giocava", e che "avrebbe buttato all'aria Roma". Idee chiarissime quelle del "capoclan" nel confronti dell'alto magistrato: "In Calabria ha capottato tutto", spiegava, sottolineando che "non si fa ingloba' dalla politica".

In manette gli uomini di collegamento con la 'ndrangheta
E questa mattina due nuovi arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros. In manette sono finiti Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, collaboratori di Salvatore Buzzi ritenuti dagli inquirenti anello di congiunzione con la 'ndrangheta ed in particolare con il clan Mancuso di Vibo Valentia. Secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe esistito una sorta di patto di mutuo soccorso tra le due organizzazioni  criminali. La 'ndrangheta garantiva infatti protezione alle coperative 'romane' in Calabria e, in cambio, otteneva appalti nella Capitale, come quello della pulizia del mercato Esquilino.

Marino consegna documenti a Pignatone e rifiuta la scorta
Ed è proprio negli uffici del procuratore capo che ieri il sindaco di Roma si è intrattenuto per un incontro al termine del quale il primo cittadino ha consegnato un dossier con documenti che potrebbero dare nuovo impulso all'attività di indagine sulla Mafia Capitale. L'incartamento è all'attenzione del capo dei pm e presto smisterà il dossier ai sostituti che lavorano sulla banda criminale guidata da Carminati. Carte che riguardano appalti e gare e potranno, nelle intenzioni del sindaco, "essere utile alle indagini". Il sindaco ha poi annunciato che rinuncia alla scorta. "A Roma abbiamo già un migliaio di persone che vivono sotto scorta, per alcune è essenziale, per altri soprattutto nella categoria dei politici, è una comodità per avere la macchina di stato. Per questo che ho fatto resistenza al fatto di avere una scorta e non l'ho avuta".

I dubbi su Metro C e Ama
Nei mesi scorsi il sindaco di Roma si è più volte recato negli uffici del procuratore per depositare una serie di esposti in particolare riguardati i ritardi per la costruzione della metro C e su presunti illeciti in Ama, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti e della gestione dello smaltimento dell' immondizia dopo la chiusura della discarica di Malagrotta, e gli arresti di Manlio Cerroni e dei suoi collaboratori.    

E proprio all'Ama, dove la cupola faceva grandi affari grazie anche alle entrature con l'ex amministratore delegato Franco Panzironi, arrestato, è arrivata un'unità della Guardia di Finanza in servizio nell'area Vigilanza contratti dell' Anticorruzione: hanno acquisito documenti su appalti affidati a cooperative. Come quello sulla raccolta delle foglie. L'ipotesi è quella di commissariare i singoli appalti sospetti non potendo l'Ama, essendo una municipalizzata, essere commissariata.    

L'ombra di Buzzi su Tor Sapienza
Anche dietro le violenze di Tor Sapienza dove una struttura per l'accoglienza dei migranti è stata tenuta sotto assedio per giorni ci sarebbe lo zampino della banda di Carminati. E' quanto ricostruisce La Repubblica citando una testimone, la presidente della cooperativa sociale 'Un sorriso', che in quei giorni fu contattata da Salvatore Buzzi, considerato il braccio imprenditoriale di Carminati. "Mi chiamò Buzzi - racconta la donna - . Mi disse: 'Resisti, Gabriella, mi raccomando'. Gli spiegai cosa stava succedendo. 'Qui fuori è l’inferno. Sono fascisti, Salvatore. Gridano 'Duce, Duce'. Mi rispose lasciandomi di sale: 'Non ti preoccupare. Ora faccio un paio di telefonate e sistemo'". Poi, racconta ancora la donna, fu avvicinata da un amico che "mi disse che Buzzi andava dicendo che ora 'mi aveva in pancia'. Sì, così diceva: 'Ora, ho in pancia quella lì del Sorriso'". 

Le indagini
Per quanto riguarda l'attività istruttoria si sono conclusi gli interrogatori di garanzia degli arrestati ai domiciliari. Due di loro, Marco Placidi, impiegato nel comune di Sant'Oreste, e Raniero Lucci, dipendente di una cooperativa, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre altri due,  Sergio Menichelli, sindaco di Sant'Oreste, e Mario Schina, consigliere della cooperativa 'Il percorso', hanno respinto le accuse. Fissate per oggi le udienze del tribunale del Riesame per un gruppo di indagati tra cui lo stesso Carminati.
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