Manovra. Conte a Bruxelles, iniziato l'incontro con Juncker: "Non litighiamo, siamo amici"
"Non litighiamo, we are friends": così il premier Giuseppe Conte ai giornalisti che fotografavano la stretta di mano con Juncker al suo ingresso al palazzo Berlaymont della Commissione Ue.
Ha preso il via, dunque, a Bruxelles l'atteso incontro tra il premier e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker convocato dopo la bocciatura della manovra italiana. All'incontro partecipa anche il ministro dell'Economia Tria.
Questa sera, Conte e Tria cercheranno di convincere i vertici della Commissione a dare tempo al governo, si parla di sei mesi, prima di attuare la procedura di infrazione per deficit eccessivo. La scommessa è che, nel frattempo, l'economia italiana riprenderà a girare, favorita dalle misure per gli investimenti previste in manovra.
Tempo e riservatezza
Sono innanzitutto queste le due richieste che il premier porta al tavolo dell'Unione Europea. L'attesa cena tra il capo del governo e il presidente della commissione UeJean-Claude Juncker inizia alle 20 circa ed è preceduta da una photo-op tra i due protagonisti corredata di strette di mano e sorrisi. E' la sera della distensione, nella strategia del governo italiano, rappresentato a Bruxelles da due "colombe": Conte e il ministro dell'Economia Giovanni Tria.
Dall'altra parte del tavolo, oltre a Juncker, siedono il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici. A loro il premier chiede che sull'applicazione della procedura d'infrazione Bruxelles non prema sull'accelerazione attendendo che siano percorse tutte le vie per un "dialogo costruttivo". L'obiettivo, per M5S e Lega, è di fatto "bloccare" l'attuazione della procedura almeno fino alle Europee, sfruttando il periodo elettorale che riguarderà tutti i Paesi membri con la prevista sfida tra europeisti e sovranisti.
Una sfida che Matteo Salvini è pronto a cavalcare e sulla quale Conte sa che è alta l'attenzione anche a Bruxelles. "Tenere i negoziati aperti è nell'interesse dell'Italia e dell'Ue", afferma non a caso il premier prima di lasciare Roma. Tempo, ma anche riservatezza.
All'Ue Conte chiede di attendere prima di rendere pubblica la raccomandazione con cui si chiederà all'Italia di correggere i conti. E' l'Ecofin a essere chiamato ad approvare, non prima di fine gennaio, tale raccomandazione dell' "esecutivo" Ue. Ma, stando all'art. 126 del Trattato, queste raccomandazioni possono restare riservate finché la commissione non accerti che, nel periodo stabilito, il governo non abbia dato seguito alla raccomandazione stessa.
Le "rimodulazioni" messe sul tavolo
In cambio il premier, sul tavolo del 13/o piano del Palais Berlaymont, porta un'apertura a "rimodulazioni" alla manovra, sulla base anche delle relazioni tecniche sul suo impatto economico. Il tetto del 2,4% e le misure "qualificanti" dei giallo-verdi, reddito di cittadinanza e quota 100, non si toccano ma potrebbero slittare i tempi della loro messa in campo, seppur mai oltre maggio. E si fanno allo stesso tempo avanti alcune modifiche nella loro applicazione, come la previsione di dirottare - in forma di sgravio fiscale - tre mensilità del reddito di cittadinanza all'impresa che abbia assunto chi lo percepiva. Più risorse per imprese e investimenti, è insomma il "jolly" con cui Conte prova a bloccare il pendolo europeo con l'ipotesi, al momento ancora remota, di rivedere al ribasso anche la crescita del Pil.
Il dissenso di Savona
Ma non è solo a Bruxelles che Conte deve fare i conti con gli effetti collaterali della manovra. Il taglio legge di bilancio, secondo fonti parlamentari, non piace al ministro per gli Affari Ue Paolo Savona, che lo avrebbe definito inefficace e assistenzialista. E sebbene ieri Savona abbia smentito, l'idea delle dimissioni sembra tutt'altro che accantonata. Probabile che il dossier finisca sul tavolo del prossimo vertice tra Conte, Luigi Di Maio e Salvini. Vertice che non si esclude si possa tenere anche domani sera.