POLITICA
Manovra: ok al pacchetto pensioni del governo, arriva la web tax
Esclusione dei lavori gravosi dall'innalzamento automatico dell'età. Via libera della Commissione all'imposta del 6% sulle transazioni digitali
A tirare la corda è stata Ala, i cui voti, affidati a due senatori, sono determinanti nella Commissione Bilancio di Palazzo Madama. Il gruppo dei verdiniani ha presentato una serie di emendamenti, dalle società sportive alle pensioni dei dirigenti sanitari, fino all'allargamento delle maglie del condono edilizio del 1994, su cui inizialmente è mancato l'accordo politico. I lavori della Commissione si sono quindi arenati nel pomeriggio nel tentativo di trovare una soluzione di compromesso che permettesse di votare in serata almeno l'emendamento del governo sull'età pensionabile. Trovata l'intesa politica, il testo ha quindi ottenuto il voto favorevole di tutta la maggioranza (astenuti Mdp e M5S), rimanendo praticamente intatto. Solo una la modifica introdotta: si consentirà alle aziende private con più di 15 dipendenti di mandare i propri lavoratori in pensione, pagando loro un anticipo non più di massimo 4 anni ma fino a 7.
Accordo al Senato "chiuso" invece con Ap sulla proroga del bonus bebè, secondo Anna Finocchiaro. La misura sarà completamente rifinanziata per il 2018, con coperture pari a 185 milioni di euro, mentre per il 2019 e il 2020 le risorse finora individuate ammontano alla metà circa di quanto necessario: 200 milioni l'anno anziché 403. L'obiettivo di Ap resta quello di trovare i fondi mancanti alla Camera, ma per ora l'intesa sembra reggere.
All'unanimità è arrivato infine l'ok alla web tax. Dal primo gennaio 2019 sarà introdotta l'imposta del 6% sulle transazioni digitali, con l'esclusione di agricoltori e imprese agricole, e con un incasso che la relazione tecnica all'emendamento presentato da Massimo Mucchetti stima di 114 milioni di euro. Le imprese saranno tutte chiamate a versarle, ma quelle italiane, che già quindi pagano regolarmente le tasse di stabile organizzazione, potranno contare su un'equivalente credito d'imposta. Prima del via libera il testo ha subito varie modifiche ed è già alquanto probabile che alla materia, estremamente complessa, possa essere di nuovo messa mano alla Camera. Alcuni deputati delle Commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio stanno infatti già evidenziando alcune falle della norma, a partire dal ruolo di sostituti d'imposta affidato alle banche.
La Commissione tornerà a riunirsi lunedì mattina ed è già convocata per tutta la giornata e anche per martedì. Scontato, quindi, lo slittamento dell'approdo in Aula, probabilmente a mercoledì.