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MONDO

Il caso

Marò, Girone: "Non sto ancora bene, meriterei cure a casa"

Il fuciliere di Marina Salvatore Girone ha contratto la dengue e vorrebbe tornare a curarsi in Italia "Ma non posso - spiega - visto il mio stato detentivo illegale'

Girone e Latorre arrivano al tribunale di Kollam, India, 2 giugno 2012 (Ansa)
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Roma "Ad oggi sono ancora ammalato. I valori del mio sangue non sono perfetti come lo erano prima" di contrarre la dengue. È quanto afferma Salvatore Girone, il marò accusato con il collega Massimiliano Latorre di aver ucciso due pescatori indiani nel 2012 e per questo ancora trattenuto nel Paese orientale. Avrei bisogno di "cure" e di "convalescenza e riposo psicologico nella mia casa natale, così come spetterebbe ad ogni dipendente statale militare. Ma io non posso visto il mio stato detentivo illegale".

Reagendo a notizie apparse su una sua presunta "completa guarigione" dopo l'uscita dall'ospedale il 31 agosto scorso, Girone ha voluto precisare: "Ho le transaminasi del fegato sballate e altri valori del sangue non ancora nella norma, fra giramenti di testa e senso di destabilizzazione". "Il mio stato di salute non è dei peggiori - ha aggiunto Girone - ma ci tengo a sottolineare che ad oggi non mi sento neanche così in forma come ero prima di contrarre la malattia virale dengue". 

Inoltre ha sottolineato che "ci vorrà ancora del tempo affinché tutto torni alla normalità", Girone ha poi sostenuto che "per far sì che questo possa avvenire nel migliore dei modi dovrei seguire delle cure e una dieta sana, con una meritata convalescenza e riposo psicologico nella mia casa natale".    

Dopo qualche ora dalle parole del Fuciliere, è arrivata la precisazione dello Stato Maggiore della Difesa. I due medici militari - specializzati in immunologia e in malattie infettive - inviati in India per assistere Girone sono rientrati in Italia perché "i controlli finali" hanno indicato che "le condizioni di salute erano rientrate nei parametri di normalità senza alcun problema di carattere clinico e di analisi". I due specialisti militari, ha aggiunto Smd, durante il periodo in India hanno collaborato con i colleghi indiani che hanno seguito il decorso della malattia condividendo valutazioni e terapia.  

Ricoverato nel Max Hospital di Saket il 24 agosto, Girone è stato dimesso lunedì scorso dopo che i sanitari dell'ospedale indiano e i due medici italiani che lo hanno assistito - e che oggi sono tornati in Italia - hanno convenuto che la parte acuta della sua malattia si era esaurita. Il marò ora è alloggiato in un piccolo appartamento all'interno del compound dell'ambasciata d'Italia nella capitale indiana e attualmente gli sono vicini la moglie, i figli ed i genitori.    

Mentre Massimiliano Latorre, l'altro Fuciliere di Marina implicato nell'incidente in cui morirono due pescatori indiani, usufruisce di un permesso della Corte Suprema per la sua riabilitazione in Italia dopo l'ictus subito nel 2014, Girone si è invece visto respingere dalla stessa Corte una richiesta di rientro in patria per trascorrere un periodo con la famiglia.

Una simile richiesta in suo favore era stata anche al centro di un'istanza urgente presentata in agosto al Tribunale internazionale per il diritto del mare (Itlos) di Amburgo. Nella sentenza del 24 agosto, tuttavia, in un'ordinanza a maggioranza i giudici hanno deciso di lasciare la decisione al riguardo al costituendo tribunale ad hoc presso la Corte penale di arbitrato (Cpa) dell'Aja che dovra' stabilire chi, fra Italia e India, ha la giurisdizione sull'incidente avvenuto il 15 febbraio 2012 a 20,5 miglia nautiche al largo delle coste del Kerala. Tale tribunale speciale formato da cinque giudici - fra cui l'italiano Francesco Francioni - è in via di costituzione e dovrebbe cominciare i suoi lavori fra poche settimane.
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