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MONDO

Insufficiente il sistema italiano di accoglienza

Medici senza Frontiere accusa l'Ue: sui migranti "fallimento catastrofico"

La politica europea sul fronte migratorio - sottolinea l'Ong - ha contribuito soltanto a far precipitare ulteriormente la situazione alimentando tra l'altro il traffico di esseri umani e spingendo questi ultimi ad affrontare "rotte sempre più pericolose"

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L'approccio dell'Unione Europea e dei suoi Stati membri alla più grave crisi migratoria dalla fine della II Guerra Mondiale si è rivelato un "fallimento catastrofico", il cui unico risultato è stato quello di far precipitare ulteriormente la situazione, alimentando tra l'altro il traffico di esseri umani e spingendo questi ultimi ad affrontare "rotte sempre più
pericolose": l'accusa, l'ennesima contro i Ventotto dal mondo del volontariato e dell'assistenza, è stata lanciata da Medici senza Frontiere, che li sollecita a "smettere di giocare con la vita e la dignità dei bisognosi", a "rispettare gli impegni assunti" nella ripartizione dei nuovi arrivati sui rispettivi territori, come pure a "fare il punto sui costi umani delle loro decisioni, assumersi le proprie responsabilità e imparare dagli errori commessi".

Dito puntato in particolare sulle "condizioni di accoglienza completamente inadeguate in Italia e in Grecia", i maggiori punti di approdo dei migranti sul Vecchio Continente.  A sua volta il direttore operativo dell'ong, il belga Brice de la Vigne, ha sottolineato come "il concentrarsi sulle politiche di deterrenza, insieme alla risposta caotica fornita alle esigenze umanitarie di chi fugge, ha concretamente peggiorato le condizioni di migliaia tra uomini, donne e bambini vulnerabili". De la Vigne, al pari di Amnesty International, ha quindi criticato la tendenza comunitaria ad arroccarsi in una "fortezza" piuttosto che ad aprirsi, sollecitando l'Ue a creare "in alternativa alle letali traversate marittime" appositi corridoi sicuri per coloro che risalgono i Balcani, dove per di più i rigori della stagione invernale mettono ulteriormente a repentaglio la vita soprattutto dei minori. 

"Mai prima d'ora", ricorda ancora Msf, "abbiamo avuto in Europa tanti progetti, tante attività mediche e umanitarie, tanto personale dispiegato. Mai in precedenza", rincara la dose, "avevamo deciso di mobilitare tre navi da ricerca e soccorso per salvare vite in mare". 

In Italia sistema di accoglienza insufficiente
In Italia Medici senza Frontiere parla "di sistema di accoglienza funzionante, ma largamente insufficiente che non riesce a provvedere in modo adeguato ai nuovi arrivi". Le persone che approdano sulle coste dello Stivale "sono generalmente stipate in centri sovraffollati, con scarso accesso a servizi essenziali come assistenza medica, assistenza psicologica, supporto legale e amministrativo. Mancano mediatori culturali qualificati e interpreti".

Un medico di Msf racconta una storia di cui è stato testimone a Pozzallo, nel Ragusano. "Era scesa dalla Bourbon Argos (una delle navi dell'associazione) con un lungo vestito, ultima tra le 700 persone sbarcate, ed era sola - ricorda l'operatore - Abbiamo subito capito che aveva subito una violenza durante la sua traversata del deserto. Aveva subito anche una mutilazione genitale. Abbiamo avvertito le autorità e chiesto di mandare Fatima in una struttura specializzata, ma non abbiamo ricevuto risposta. La lunga attesa all'interno del centro sovraffollato ha destabilizzato ancora di più la sua salute mentale e ha reso necessario il trasferimento in un centro psichiatrico. Per noi è stato un fallimento".

Medici senza Frontiere alla fine del 2015 ha lasciato il Centro di primo soccorso e accoglienza-Cpsa di Pozzallo, designato come hotspot dall'Ue," perché le condizioni poco dignitose e inumane nel centro hanno reso insostenibile la collaborazione tra Msf e le autorità locali".
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