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MONDO

L'intesa raggiunta a Bruxelles

Accordo Ue-Turchia sui migranti: deluse le organizzazioni umanitarie

Netti i giudizi negativi espressi dalle organizzazioni umanitarie come Save the Children e Oxfam e dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: "Questo accordo creerà solo maggiori incertezze per le migliaia di profughi che sono bloccati nel fango, al freddo e all'umido"

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Alle dichiarazioni di piena soddisfazione del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e a quelle di moderata soddisfazione del premier Renzi sull'accordo raggiunto tra Ue e Turchia in merito alla questione migranti, si contrappongono i giudizi negativi espressi dalle organizzazioni specializzate in aiuti umanitari come  Medici senza frontiere, Save the Children e Oxfam e dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Il dissenso più forte è stato espresso da Medici senza frontiere che ha definito l'intesa un "accordo della vergogna". Loris De Filippi, presidente di Msf Italia ha detto che "l'accordo con la Turchia dimostra ancora una volta come i leader europei abbiano perso completamente il contatto con la realtà. Il cinismo di questo accordo è evidente: per ogni siriano che dopo aver rischiato la vita in mare sarà respinto in Grecia, un altro siriano avrà la possibilità di raggiungere l'Europa dalla Turchia. L'applicazione di questo principio di porte girevoli riduce le persone a semplici numeri, negando loro un trattamento umano e il diritto di cercare protezione in Europa". Secondo De Filippi "sarebbe davvero tempo che i governi europei iniziassero ad affrontare la realtà e, attraverso l'apertura di vie legali e sicure, offrissero una risposta responsabile, unitaria, umana e dignitosa all'inarrestabile richiesta di protezione e assistenza da parte di persone che fuggono da situazioni disperate".

Il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri, si è dichiarato estremamente deluso dalle notizie che sono emerse sull'accordo raggiunto tra Unione Europea e Turchia, cioè sulla politica del "uno in cambio di uno", perché sostene che devono essere protette le persone, non le frontiere. "Questo accordo creerà solo maggiori incertezze per le migliaia di profughi che sono bloccati nel fango, al freddo e all'umido e che aspettano notizie dal vertice di oggi di Bruxelles", ha detto Neri. L'accordo assicurerebbe comunque ai migranti in arrivo in Grecia la protezione prevista dagli standard internazionali e questo è "un segnale positivo, ma non è chiaro come questo potrebbe tradursi nella pratica. Girarci intorno e scaricare il problema sulla Grecia e la Turchia non allontanerà il problema, ma sarebbe necessario condividere le responsabilità", ha continuato Valerio Neri. "I leader europei devono invece concentrarsi su come aumentare il loro impegno sui ricollocamenti e la creazione di percorsi sicuri e legali per l'ingresso nell'Unione europea".

Durissimo il giudizio espresso da Elisa Bacciotti, direttrice di Oxfam Italia"L'accordo tra Ue e Turchia sulla crisi migratoria viola il diritto internazionale e quello dell'Unione, scambiando vite umane con concessioni politiche". Così "dopo il blocco della rotta balcanica, l'accordo è un ulteriore passo verso l'abisso della disumanità, peraltro mascherato, con raggelante ipocrisia, da strumento per smantellare il business dei trafficanti. Il costo del controllo dei confini europei non può essere pagato con vite umane". Per questo Oxfam chiede all'Unione europea di "adottare soluzioni efficaci per gestire il fenomeno migratorio, in particolare corridoi sicuri e legali per coloro che cercano di entrare nell'Unione. Gli stati membri devono accogliere i rifugiati secondo la quota che gli spetta. Non si può mettere un tetto a questa fondamentale responsabilità. La migrazione non si può impedire: si può solo gestire nel migliore dei modi possibili, ma l'Europa che esce da questo ennesimo vertice è drammaticamente lontana da questo approccio". 

Carlotta Sami dell'Unhcr Italia intervistata da Rai News 24 ha detto che "questa è una crisi umanitaria che riguarda i rifugiati. Questo accordo deve mettere in piedi una serie di garanzie che riguardano i diritti specifici dei rifugiati sia in Grecia sia in Turchia, che non sono presenti. I rifugiati hanno bisogno di protezione, non respingimenti. Noi temiamo che l'accordo sui reinserimenti riguardi solo una quantità minima di persone e possa mettere a rischio le persone che non sono siriane". Inoltre, ha aggiunto Carlotta Sami, "al momento la  situazione che troviamo in Grecia ed in Turchia fa sì che non si veda ancora una riflessione concreta sulle garanzie da offrire ai rifugiati. In Grecia manca ancora un'accoglienza adeguata, basta vedere Idomeni, e la possibilità di espletare le richieste di asilo in maniera veloce".
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