MONDO
La Bulgaria schiera l'esercito
Tensioni in Croazia, profughi sfondano cordone polizia. Convocato consiglio Ue straordinario
Sono 5.600 i profughi arrivati in Croazia nelle ultime 24 ore e Zagabria ora minaccia: "Pronti a chiudere le frontiere con la Serbia"
Dopo ore di estenuante attesa al confine i profughi hanno sfondato il cordone della polizia e ci sono state scene di caos quando gli agenti, in assetto antisommossa, hanno tentato di respingere centinaia di persone che premevano per entrare in Croazia, stanche di attendere sotto il sole e senza viveri.
Di fronte a un'emergenza senza precedenti, il premier croato, Zoran Milanovic, ha annunciato che le capacità del Paese di accettare e registrare i migranti sono "limitate". "Non siamo più in grado di riceverli", ha aggiunto il ministro dell'Interno Ranko Ostojic. Ostojic ha poi rincarato in serata dicendo che il suo paese chiuderà la frontiera con la Serbia se di nuovo in un sol giorno arriveranno circa 8 mila migranti, come avvenuto oggi. Da Belgrado gli ha subito risposto il ministro del lavoro e affari sociali Aleksandar Vulin: se Zagabria chiuderà il confine, la Serbia farà istanza alle sedi giudiziarie internazionali.
Le tensioni si sono verificate in particolare a Tovarnik
Shaken by what we witnessed today in Croatia; scenes of desperation and mayhem. Croatia overwhelmed @Channel4News pic.twitter.com/OBZcJkM1HJ
— Jonathan Miller (@millerC4) 17 Settembre 2015
La Croazia, dopo che l'Ungheria ha sigillato il suo confine con la Serbia, è diventato un Paese di transito per i migranti che vogliono arrivare in Austria e Germania. Il governo di Zagabria stima che ha la capacità di gestire l'arrivo di circa 1.500 persone al giorno, ma non arrivi nell'ordine delle decine di migliaia.
Mentre l'Europa chiude alcune frontiere, il Parlamento europeo approva la proposta della Commissione di redistribuire 120mila migranti che chiedono asilo da Italia, Grecia e Ungheria negli altri Paesi europei. Riunito in sessione plenaria a Bruxelles, ha passato la proposta con 372 voti a favore, 124 contrari e 54 astenuti.
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk intanto ha sciolto la riserva e ha convocato un vertice straordinario dell'Unione europea sull'immigrazione per mercoledì prossimo, 23 settembre, alle 18.
I convene an extra #EUCO on Wednesday 23 September at 18h to discuss how to deal with the refugee crisis
— Donald Tusk (@eucopresident) 17 Settembre 2015
"Convoco un Consiglio europeo straordinario per mercoledì 23 settembre alle 18 per discutere come trattare come la crisi dei rifugiati", ha annunciato con messaggio twitter Donald Tusk.
Il vertice straordinario era stato chiesto dalla Cancelliera Angela Merkel. Si terrà dopo il nuovo vertice dei Ministri degli Interni di martedì.
La Bulgaria schiera l'esercito
Dopo i violenti scontri tra polizia e migranti al confine tra Serbia e Ungheria, anche il governo bulgaro sceglie la linea dura e schiera l'esercito al confine con la Turchia. Il ministro della Difesa Nikolay Nenchev ha annunciato che mille soldati saranno destinati alla missione e che un primo contingente di 50 soldati è stato già schierato. Circa 2mila migranti sono partiti dalla città turca di Edirne, diretti verso il confine bulgaro.
Nuove tensioni nella notte a Hongros
Ancora tensione questa notte al confine serbo-ungherese, a Horgos, con il lancio di lacrimogeni contro i profughi. Gli agenti magiari hanno usato i gas per allontanare un gruppo di giovani che continuava a protestare davanti al muro.
La distribuzione delle quote
Il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione per una redistribuzione secondo criteri precisi di 120 mila profughi aventi diritto all'asilo nell'Unione europea. Sono stati 372 i voti a favore, 124 i "no" e 54 gli astenuti. È lo stesso testo su cui il consiglio straordinario dei ministri degli Interni si è spaccato lunedì scorso a Bruxelles. Favorevoli i popolari, i socialisti, i verdi, i liberali e la componente grillina del gruppo guidato da Nigel Farage. Contrario il britannico come lo schieramento conservatore.
La proposta della Commissione prevede che altri 120mila richiedenti asilo siano trasferiti dall'Italia (15.600), dalla Grecia (50.400) e dall'Ungheria (54.000). Questa cifra si aggiunge al trasferimento iniziale di 40mila richiedenti asilo, approvato dal Parlamento il 9 settembre e dal Consiglio Giustizia e Affari interni il 14 settembre. Il numero totale di persone da rilocalizzare sale dunque a 160mila.