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MONDO

"Siamo stati pazienti per dare al governo italiano il tempo di riflettere"

Ministro Le Maire: "Adesso Italia decida su Tav". Ponti: analisi 'sovranista' conferma opera inutile

Il ministro dell'Economia francese in un'intervista sottolinea che il progetto "è sia simbolico che utile". Resta alta la tensione nel governo italiano: per la Lega l'opera, anche se rivista, va fatta a ogni costo. M5S "profondamente contrario". Ponti: analisi 'sovranista' conferma inutilità dell'opera

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"Sulla Tav siamo stati pazienti per dare al governo il tempo di riflettere. Ora siamo fiduciosi che la decisione arriverà molto presto". Ad affermarlo è il ministro dell'Economia  francese, Bruno Le Maire, in un'intervista a 'La Repubblica'. La Tav, sottolinea, "è un progetto sia simbolico che utile. Simbolico perché rappresenta il desiderio di avvicinare i nostri territori. Ed è utile per facilitare il movimento di merci e persone tra Francia e Italia. D'altra parte, noi siamo già impegnati nel cantiere".

Le tensioni nella maggioranza di governo
Ma la tensione nel governo gialloverde su come sbrogliare il nodo Tav resta alta. Per la Lega l’opera, anche se corretta e riveduta, va fatta ad ogni costo. Sia per inviare un messaggio agli investitori e agli altri Paesi, sia per dimostrare agli italiani che non si possono bloccare le infrastrutture.

Sul fronte pentastellato però il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha ribadito il "no" al progetto. Mentre il premier Giuseppe Conte ha smentito che ci sia stata una apertura sulla cosiddetta ‘mini-Tav’. Il Movimento non potrebbe accettare una soluzione di questo tipo, anche se l’’exit strategy’ al momento potrebbe essere quella di prendere tempo, far partire i bandi di gara di Telt per poi avere la possibilità di ridiscutere l’opera. Diversa la posizione del ministro dell'Economia Giovanni Tria favorevole all'infrastruttura e alla prosecuzione del progetto. Anche i leghisti, da questo punto di vista, puntano a far partire i bandi di gara, per non perdere i 300 milioni di finanziamento e finire nel mirino della Francia e dell’Europa.

Rixi: subito bandi per cambiare progetto c'è tempo
"Non succede niente. Nei prossimi giorni, entro l'11 marzo, secondo me, il consiglio di amministrazione di Telt dovrebbe dare via libera ai bandi necessari per la Tav, sia perché si tratta di un'opera importante sia perché altrimenti rischiamo di perdere 300 milioni di euro di contributi europei. E siccome io sono genovese, non ci dormirei la notte". Lo dice al 'Corriere della sera' il viceministro leghista delle Infrastrutture Edoardo Rixi. "La prossima settimana - aggiunge - ci saranno delle riunioni e sono convinto che alla fine si troverà una soluzione, perché far partire i bandi non significa che la Tav dovrà essere fatta secondo il progetto iniziale". Secondo Rixi, "una volta deliberati i bandi e messa in sicurezza la Tav, si potrà negoziare con la Francia e con l'Unione Europea una revisione dell'opera che consenta di risparmiare risorse importanti da impiegare prioritariamente sui nodi logistici e ferroviari della Lombardia, del Piemonte e della Liguria".

Ponti: analisi 'sovranista' conferma che opera è inutile
"Non è stato fatto alcun supplemento. Il ministero ci ha chiesto di analizzare solo le ricadute della parte italiana utilizzando il lavoro già fatto nel precedente studio. Dal mio punto di vista ci sono ancora i numeri per poter affermare che realizzare la Torino-Lione vorrebbe dire buttare via dei soldi pubblici. Poi entrano in gioco altri fattori: penali, costi di completamento e altri aspetti". Lo dice il professor Marco Ponti, che ha coordinato il gruppo di lavoro del Mit per l'analisi costi-benefici sulla Tav. Intervistato da 'La Stampa', Ponti sottolinea che "alla fine la scelta è politica ma dal nostro lavoro, anche quello sovranista, emergono importanti supporti che pongono domande sul passato. Se le mie analisi sono corrette, e io sono convinto che lo siano, allora bisognerebbe meditare su come siano state lanciate le grandi opere", sostiene il docente.

Chiamparino: le montagane non devono tornare barriera
"Le montagne, sebbene muro naturale, non devono tornare a essere una barriera. Da millenni sono luogodi civiltà a vocazione aperta, di collegamento, e non possiamo accettare l'idea che di qui a qualche anno questa vocazione si perda, perché si perderebbe un importante elemento di sviluppo". Così il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, intervenendo alla Conferenza di Uncem Piemonte a Torino.   Non tocco il tema a me più caro, la Tav, ma il tema vero in questo contesto - aggiunge - è che montagne non possono tornare a essere una barriera".
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