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MONDO

Obama: "Brutale assassinio"

Mosca: ucciso il leader dell'opposizione Boris Nemtsov. Putin: "Puniremo i responsabili"

Lo storico esponente liberale russo, oppositore irriducibile di Vladimir Putin, è stato freddato a pochi passi dalla cittadella del potere di Mosca in un agguato. Indignazione a livello internazionale. Palazzo Chigi: "Barbaro omicidio". Il Presidente Mattarella: brutale assassinio, individuare i colpevoli

Boris Nemtsov
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Mosca

Omicidio politico all'ombra del Cremlino: Boris Nemtsov, storico esponente liberale russo e oppositore irriducibile di Vladimir Putin, è stato ucciso stanotte a pochi passi dalla cittadella del potere di Mosca in un agguato che appare anche un guanto di sfida.

Putin parla di una "provocazione" 
Putin stesso si è affrettato a condannare il delitto come "un crudele assassinio", ma ha parlato anche di "provocazione", annunciando una immediata consultazione con i vertici della sicurezza e il suo "diretto controllo" sulle indagini. Il giorno dopo l'omicidio ha quindi assicurato: "Puniremo i responsabili".
 
L'omicidio
Nemtsov, 55 anni, ex vicepremier nella stagione della presidenza Eltsin, è stato freddato sul ponte Zamoskvoretskiy, di fronte alla basilica di San Basilio e a pochi passi dalla piazza Rossa. A centrarlo alla spalle, secondo il ministero dell'Interno, almeno quattro colpi di arma da fuoco sparati da uno o più killer a bordo di un'automobile bianca. I media riferiscono che l'uomo politico era a passeggio con una donna di 24 anni. La polizia ha confermato la morte poco dopo la mezzanotte locale, mentre ancora le immagini del cadavere riverso sul marciapiede facevano il giro dei media e la zona si riempiva di agenti, ma anche di giornalisti, politici e gente comune. Fra i primi a diffondere la notizia è stato Iuri Barmin, compagno di lotte politiche di Nemtsov. Tra i dirigenti del partito dell'ucciso, sul posto è arrivato quasi subito Ilia Yashin, che ha descritto in presa diretta la tragedia all'agenzia Ria-Novosti: "Sfortunatamente posso vedere con i miei occhi il corpo di Nemtsov sul ponte Zamoskvoretskiy. Vedo il cadavere e vedo tanta polizia". Una scena sinistra, illuminata dalle luci della Mosca notturna e - a distanza – dai riflessi delle cupole colorate di San Basilio. Secondo Yashin, Putin ha "la responsabilità politica" di quanto è accaduto.

Rabbia tra gli esponenti dell'opposizione 
"Chi ha ucciso Nemtsov dovrà pagare un duro prezzo", ha commentato a caldo sconvolto Mikhail Kasyanov, ex primo ministro e a sua volta portabandiera dell'opposizione, precipitatosi immediatamente sul luogo del crimine. "È una tragedia per la Russia", gli ha fatto eco Aleksiei Kudrin, ex ministro delle Finanze ed economista liberale che aveva invece accettato di collaborare con Putin prima di distanziarsene in anni recenti.

Mattarella: brutale assassinio, individuare i colpevoli
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha appreso del brutale assassinio di Boris Nemtsov avvenuto nel centro di Mosca. "Con Nemtsov - sottolinea in una nota - scompare una figura significativa ed un autorevole esponente dell'opposizione in Russia". Il capo dello Stato ha espresso l'auspicio che "i colpevoli del gesto efferato possano presto essere assicurati alla giustizia". Il presidente Mattarella rivolge le sue condoglianze ai familiari di Nemtsov, alla dirigenza del suo partito e a tutto il popolo russo.

Palazzo Chigi: "Barbaro omicidio"
Dura presa di posizione da parte di Palazzo Chigi. In una nota, il governo italiano ha fatto sapere di condannare "nella maniera più ferma il barbaro omicidio". L'esecutivo ha auspicato inoltre "un'indagine accurata che porti alla rapida individuazione e condanna dei responsabili".

Obama: "Brutale assassinio". Poroshenko: "Sconvolto"
Da Washington, Barack Obama ha parlato di un "brutale assassinio". Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre chiesto al governo russo "un'indagine imparziale e trasparente". Il presidente ucraino, Petro Poroshenko si è invece detto "sconvolto" e "sotto shock". Per il presidente francese, Francois Hollande, è stato ucciso "un coraggioso e infaticabile difensore della democrazia". Da Berlino, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto di essere "costernata per il vile assassinio".
 
La carriera di Nemtsov
Fisico di formazione, padre di quattro figli, Boris Iefomovic Nemtsov era stato indicato nella seconda metà degli anni '90 come un possibile delfino di Boris Eltsin per la successione al Cremlino. Alto, bruno, affascinante, buon oratore, era emerso come una delle figure più spendibili e meno impopolari fra gli allora 'giovani riformatori' della leva ieltsiniana postsovietica. Già governatore di Nizhni Novgorod, era arrivato a Mosca nel 1997 per ricoprire l'incarico di primo vicepremier nel governo guidato da Viktor Cernomyrdin. Quando la crisi del '98 aveva spazzato via gran parte dei giovani liberali, la sua stella aveva cominciato a declinare lasciando spazio a quella che nel giro di un anno sarebbe stata la repentina ascesa di Vladimir Putin, uscito dai ranghi dei servizi segreti. Fu in quella fase che Nemtsov diede vita all'Unione delle Forze di Destra, una formazione liberale capace ancora di entrare alla Duma. Fin da subito si differenziò dagli altri cofondatori, l'ex premier Serghiei Kirienko e l'altro ex vicepremier Anatoli Ciubais, ponendosi in forte e aperta critica nei confronti di Vladimir Putin. Un atteggiamento ulteriormente approfonditosi negli ultimi anni, sullo sfondo di una polemica sempre più dura con il presidente in carica, da lui accusato di autoritarismo e bellicismo.
 
Le critiche sull'Ucraina
Oppositore dichiarato in questi mesi anche della politica ucraina del Cremlino, Nemtsov aveva aderito alla manifestazione anti-Putin del primo marzo a Mosca convocata fra gli altri dal blogger Andrei Navalni. Ora l'evento potrebbe diventare un'iniziativa in suo onore. Ieri l'ex vicepremier aveva invocato ancora una volta l'unità delle forze di opposizione russe e aveva scritto: "Se siete per la fine della guerra russa con l'Ucraina, se sostenete la fine dell'aggressione di Putin, venite alla marcia di Primavera".

Il 10 febbraio aveva detto: "Temo che Putin voglia uccidermi"
La sua morte ricorda da vicino quella di altre figure scomode della vita pubblica russa. Forse è l'omicidio più clamoroso - anche per le inevitabili reazioni in Occidente e i sospetti che è destinato a generare - dall'agguato che il 7 ottobre 2006, sempre a Mosca, costò la vita alla giornalista Anna Politkovskaia. Appena 18 giorni fa, il 10 febbraio, era stato lo stesso Nemtsov a manifestare le sue inquietudini al sito russo Sobesednik: "Temo che Putin voglia uccidermi", aveva azzardato. E poi, senza arretrare: "Non potrei disprezzarlo di più".
 

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