MONDO
Continuano le scosse di assestamento
Nepal, un mese dopo il terremoto è ancora emergenza. Si teme l'arrivo dei monsoni
Il 25 aprile il paese fu sconvolto da un sisma di magnitudo 7,8 Richter. I morti sono stati oltre 8600. Gli sfollati sono oltre tre milioni e all'orizzonte c'è la stagione delle piogge
Kathmandu (Nepal)
A un mese di distanza dal terremoto di magnitudo 7,8 Richter del 25 aprile scorso, il Nepal sta ancora cercando di rialzarsi, ma all’orizzonte si profila una nuova emergenza. Con oltre tre milioni di sfollati e centinaia di migliaia di edifici danneggiati o distrutti, a preoccupare è anche l’arrivo delle piogge monsoniche. Intanto la terra continua a tremare.
Oltre 8600 morti e 20000 feriti
Secondo le sette ong italiane del network Agire, il bilancio delle vittime è di 8631 morti, compresi i 154 decessi a causa della scossa di terremoto di magnitudo 7,3 Richter del 12 maggio. I feriti sono oltre 20000. Il numero degli edifici inagibili risulta ampiamente più alto del previsto: 494.717 case distrutte e 267.373 danneggiate, come riferito dal ministero degli Interni nepalese.
Timore per l'arrivo dei monsoni
Con le piogge monsoniche alle porte si prospetta una situazione di precarietà assoluta. In molte zone sono in corso analisi di stabilità per verificare il rischio di frane e si stanno individuando terreni dove spostare le tendopoli sorte in aree non sicure. "In questo momento - afferma Riccardo Sansone di Oxfam Italia - stiamo portando avanti una vera e propria corsa contro il tempo, per garantire un riparo alle comunità più isolate prima dell'arrivo dei monsoni. È necessario continuare a fornire aiuti alle persone e allo stesso tempo però iniziare a sostenere la ripresa del paese nel lungo termine". "In questo periodo i contadini sono impegnati nella mietitura del grano che deve essere fatta prima dell'inizio del monsone - aggiunge Daniela Balin di Cesvi - e così la maggior parte dei bambini non può essere seguita debitamente”.
Continuano le scosse di assestamento
Le scosse di assestamento intanto non si fermano. Nella sola giornata di ieri sono stati registrati quattro terremoti di magnitudo superiore ai 4 gradi Richter. L’intensità è decisamente inferiore al devastante sisma di un mese fa, ma sufficiente a tenere in ansia la popolazione, già duramente provata dal disastro.
Oltre 8600 morti e 20000 feriti
Secondo le sette ong italiane del network Agire, il bilancio delle vittime è di 8631 morti, compresi i 154 decessi a causa della scossa di terremoto di magnitudo 7,3 Richter del 12 maggio. I feriti sono oltre 20000. Il numero degli edifici inagibili risulta ampiamente più alto del previsto: 494.717 case distrutte e 267.373 danneggiate, come riferito dal ministero degli Interni nepalese.
Timore per l'arrivo dei monsoni
Con le piogge monsoniche alle porte si prospetta una situazione di precarietà assoluta. In molte zone sono in corso analisi di stabilità per verificare il rischio di frane e si stanno individuando terreni dove spostare le tendopoli sorte in aree non sicure. "In questo momento - afferma Riccardo Sansone di Oxfam Italia - stiamo portando avanti una vera e propria corsa contro il tempo, per garantire un riparo alle comunità più isolate prima dell'arrivo dei monsoni. È necessario continuare a fornire aiuti alle persone e allo stesso tempo però iniziare a sostenere la ripresa del paese nel lungo termine". "In questo periodo i contadini sono impegnati nella mietitura del grano che deve essere fatta prima dell'inizio del monsone - aggiunge Daniela Balin di Cesvi - e così la maggior parte dei bambini non può essere seguita debitamente”.
Continuano le scosse di assestamento
Le scosse di assestamento intanto non si fermano. Nella sola giornata di ieri sono stati registrati quattro terremoti di magnitudo superiore ai 4 gradi Richter. L’intensità è decisamente inferiore al devastante sisma di un mese fa, ma sufficiente a tenere in ansia la popolazione, già duramente provata dal disastro.