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MONDO

Nissan e Renault, matrimonio sull'orlo del divorzio. Sullo sfondo il caso Ghosn, ma c'è dell'altro

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Di vero, sicuramente, Ghosn qualcosa lo dice. Accusato di frode finanziaria e fiscale, l'ex presidente della Nissan-Renault sembra davvero la vittima di una persecuzione: nessuno sostiene che i suoi reati non siano perseguibili, anzi. Ma alla base di questo atteggiamento da parte dei procuratori giapponesi c'è sicuramente anche qualcos'altro. Gli osservatori internazionali sostengono che in Giappone abbiano mal digerito l'alleanza - ormai ventennale - tra Nissan e Renault, e Ghosn rappresenta il simbolo di quelle nozze. Mentre ci sono state vaghe accuse di possibile uso improprio dei fondi della Nissan da parte di Ghosn in qualità di presidente, ampie prove via e-mail suggeriscono che invece i pagamenti incriminati potrebbero essere stati pianificati e che il consiglio di amministrazione avesse gia' discusso dei bonus ricevuti da Ghosn.

Sia come sia, oltre al 'caso' dell'ex magnate, in ballo c'è qualcosa di più grosso. Le due case automobilistiche francesi e giapponesi dicono di continuare a lavorare bene insieme. Tuttavia, alcune prese di distanza sono sotto l'occhio di tutti e la cooperazione in alcuni settori si è oggettivamente arenata. Lo stesso numero uno di Nissan, Hiroto Saikawa, aveva rivelato al Financial Times che forti forze nazionaliste all'interno di Nissan si erano scatenate in seguito all'arresto di Ghosn, e che alcuni dirigenti giapponesi volevano ritirare la loro alleanza ventennale con Renault.

Ad ogni modo, l'alleanza ha di fondo uno sbilanciato accordo di partecipazione azionaria incrociata. Renault possiede il 43,4% della Nissan, ma la Nissan detiene solo il 15% della società francese senza diritto di voto. Quando Senard lo scorso gennaio è arrivato in Renault, ha riorganizzato subito la struttura, dotandola di un consiglio operativo più snello di cui fanno parte gli ad di Renault, Nissan e Mitsubishi e che prende decisioni al'unanimità. Ghosn, che aveva fortemente voluto l'alleanza, con la sua personalità fortemente accentratrice aveva creato una serie di lotte intestine anche se portava il merito di aver rianimato Nissan da un vero e proprio tracollo finanziario. Ma in questo modo, aveva mortificato di fatto il sentiment giapponese. Dopo Ghosn, peraltro, il valore di Nissan è sceso di un terzo. E il successore di Ghosn, Hirutu Saikawa, nonostante sia stato accusato di corruzione, non è stato messo in isolamento come lui. D'altronde, ricordano alcuni analisti, non è la prima volta che leader occidentali vengono tenuti prigionieri da ondate di sentimento nazionalistico, e non solo in Giappone. Al punto che negli Usa il senatore Ted Cruz e Tom Cotton hanno proposto il Global Hostages Act, un disegno di legge che darebbe mandato al presidente di imporre sanzioni, vietando il rilascio di visti ai funzionari governativi stranieri responsabili di prendere in ostaggio persone statunitensi.     Tornando a Nissan e a Renault, come suggerisce il Wall Street Journal, per rinforzare l'alleanza le due parti dovrebbero pensare una sorta di joint venture, dando al presidente della Renault Jean-Dominique Senard la possibilità di sciogliere le partecipazioni incrociate che stanno alla base del rapporto. Ma Nissan sarebbe interessata a mantenere solo in apparenza un'alleanza con Renault, ed invece poco invogliata a individuare un'opportunità strategica e a capire quali sinergie adatte a gestirla.

In fondo, non è un segreto che il matrimonio tra Fca e Renault sia naufragato per 'colpa' dei giapponesi. Il forte business di Fiat Chrysler nel settore degli autocarri leggeri e del Nord America sarebbe andato a sopperire una delle piu' evidenti carenze della Renault ma Nissan sembrava impegnata a prevenire un legame più forte. Tuttavia, il rischio per Nissan è che, allontanandosi dalla sua partnership europea, si lascerà troppo piccola per gestire le vaste spese in conto capitale e i costi di ricerca e sviluppo necessari, dato che l'industria automobilistica globale cerca di invertire la tendenza al ribasso delle vendite e di gestire la transizione verso i veicoli elettrici. Certo che la visione di Ghosn, e cioe' di un'azienda transnazionale e' improbabile ora che si concretizzi.

L'impatto di un divorzio si ripercuoterebbe su tutta l'industria automobilistica - prima di tutto perché due delle maggiori case automobilistiche riporterebbero perdite per non parlare del declino degli investimenti e della strategia necessaria. Non solo ma, dicono gli analisti, sarebbe devastante per tutto il mercato l'esperienza della rottura di un progetto che per 20 anni ha dimostrato che le aziende possono raggiungere la scala e la collaborazione senza intraprendere una fusione completa.     Mentre le vendite crollano nella maggior parte dei grandi mercati, le case automobilistiche sono costrette a investire in tecnologie costose come l'energia elettrica a batteria per soddisfare le normative sulle emissioni sempre più severe, comprimendo i loro margini gia' ridotti. Le guerre commerciali del presidente degli Stati Uniti Donald Trump con l'Europa e la Cina e altri eventi dirompenti come Brexit non sono d'aiuto, creando scompiglio nel mercato mondiale.

I dirigenti Renault riconoscono tuttavia che l'attuale struttura dell'alleanza è insostenibile e dovrà cambiare se vuole sopravvivere. Ma non è ancora chiaro come farlo, anche a causa dell'influenza del governo francese. Il quale a sua volta non ha di certo meno orgoglio patriottico di Nissan. Insomma Renault rivendica il suo ruolo di 'salvatrice' della casa giapponese, e non perdona al suo partner il fatto di essersi fatto sfuggire l'alleanza con Fca, a maggior ragione che quest'ultima è andata a rifugiarsi tra le 'braccia' di Psa Peugeot. La realtà, è il paragone di un alto dirigente Nissan, è che ora i due gruppi sono come una coppia di estranei ai due lati di un lungo tavolo da pranzo. "C'è del buon cibo nel mezzo, ma per averlo, devono accettare di incontrarsi li'", dice. Alcuni sospettano che Nissan e Renault si incontreranno al centro del tavolo e si godranno il proverbiale banchetto, altri dicono che la coppia potrebbe semplicemente morire di fame. Ma c'è una consapevolezza comune, e cioè nonostante l'alleanza ha funzionato tra alti e bassi per 20 anni, sarà ora un modello difficile da replicare.

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